T/N's pov
Mi svegliai la mattina, il sole mi batteva sulla faccia, illuminandola leggermente, non avevo voglia di alzarmi.
<<T/N!>> esclamò mia madre entrando in stanza, e io subito sobbalzai, cadendo dal letto.
<<Ahia... >> sussurrai sbattendo leggermente le ali, per vedere se erano tutte intere.
<<Ti ricordo che giorno è oggi?>> chiese con tono severo.
<<No mamma, lo so che è il primo giorno di scuola ora mi preparo stai tranquilla >> affermai facendo spallucce.
<<Va bene, però fai presto eh? Giù ti ho preparato la colazione>> disse dandomi un bacio sulla fronte e io sorrisi.
Presto avremmo avuto lezione di volo, circa una settimana dopo oggi, ed ero già emozionata.
Avevo diciassette anni, e non vedevo l'ora di imparare a volare, ci avevo provato molte volte, ma avevo sempre fallito.
Tra le tante cose belle nell'essere angeli, una mi piaceva particolarmente.
Quella che non potevamo sudare, non potevamo essere sporchi, era letteralmente impossibile.
Mi misi il solito vestito, ovviamente bianco, che mi arrivava alle ginocchia, e mi lasciava scoperte anche le braccia.
Ammirai le mie belle ali bianche, e poi corsi fuori, salutando velocemente mia madre ma ignorando la colazione che aveva preparato.
Corsi a scuola a piedi scalzi, gli angeli nelle occasioni normali camminavano così perché rappresentavano la libertà.
Arrivai in orario, e c'erano Armin e Mikasa ad aspettarmi, e subito li salutai.
<<T/N! Non sei emozionata per oggi?>> chiese Armin con un sorriso stampato in volto.
Armin ero un pó lo stereotipo di un angelo, aveva dei bei capelli biondi corti, e gli occhi celesti in tinta con il cielo.
Mikasa invece no, però era la persona più sensibile che avessi mai conosciuto insieme ad Armin.
Aveva dei bei capelli corvini, che le arrivavano alla nuca, gli occhi grigi, e le guance rosa.
<<Emozionata per cosa...?>> chiesi con sguardo interrogativo.
<<Ma dai! C'è la visita guidata a vedere i luoghi colpiti dalla guerra dei cent'anni>> disse Mikasa.
<<Ahh! Certo, la guerra dei cent'anni... >> risposi e Armin si accorse subito che non sapevo niente.
<<Non hai studiato per oggi vero?>> chiese e io sorrisi imbarazzata.
Presto arrivarono anche gli altri della mia classe, e successivamente pure il professor Moblit.
Ci incamminammo, e ci fece visitare una marea di posti, ma non erano niente di che.
Tutti monumenti di angeli caduti in battaglia, oppure angeli importanti in quel periodo.
Però arrivammo in una zona molto vicini ai confini.
Praticamente nel paradiso, per quanto fosse immenso, non era infinito.
Infatti c'era una zona, chiamata "il confine", in cui c'era una zona che non era nè Paradiso nè Inferno.
Lì vivevano i demoni, all'Inferno.
<<Nella guerra dei cent'anni, il re Fritz creò questa zona di confine, che non appartiene nè agli angeli nè ai demoni. Gli angeli possono oltrepassarla, ma i demoni no>> disse lui.
<<Qui non dovete mai venirci senza il permesso di qualcuno. Alcuni angeli ci sono andati per rubare informazioni ai demoni su come batterli una volta per tutti, ma non sono mai tornati>> disse, e a me venne la pelle d'oca a quell'informazione.
Io deglutii, e poi il prof Moblit si allontanò con la classe, ma io restai lì ferma.
Mi avvicinai piano.
C'era la zona del Paradiso, e poi una fossa molto profonda, che lo separava dall'Inferno.
Mi chinai, e avvicinai la mano a quella zona, faceva molto più caldo lì a quanto pare...
<<Che stai facendo?>> chiese qualcuno e sobbalzai allontanandomi.
Guardai avanti, e per poco non mi venne un colpo, e iniziai a indietreggiare, mentre ero sempre seduta.
C'era un ragazzo, i capelli come piume di corvo, con le punte che gli andavano a sfiorare gli occhi, che erano di un celeste spento, come il cielo nei giorni di pioggia, e la carnagione pallida.
I vestiti eleganti, cioè una camicia sbottonata all'inizio, i pantaloni neri e le scarpe dello stesso colore.
La cosa che mi metteva più ansia era che aveva un sorriso, ma non di quello naturali, ma era più un ghigno.
<<I-io...>> dissi guardandolo, però era diverso da come me lo immaginavo.
I demoni me li immaginavo con delle ali nere, delle corna rosse e una coda dello stesso colore.
Invece lui sembrava... Un essere umano.
<<S-sei... Un essere umano?>> chiesi notando l'aspetto troppo comune agli umani che arrivavano in Paradiso.
Infatti c'erano gli angeli puri, quelli che nascevano in Paradiso, e gli umani che semplicemente morivano e venivano qui.
Lui scoppiò a ridere, però una risata che esprimeva cattiveria, non divertimento di sicuro.
<<Io? Ma ti pare?>> chiese.
Mi alzai lentamente, volevo solamente scappare, ma avevo come le gambe paralizzate.
<<T/N!>> esclamò a un certo punto una voce familiare, Mikasa!
Mi girai, e lei era lì, ma quando mi girai nella direzione prima, quel ragazzo era sparito.
<<Dai torna! Dormi sempre in piedi>> disse prendendomi per mano, e io forzai un sorriso, ripensando però a quello che era successo.
Io... Avevo visto un demone...
Angolo atroce
ECCOCI NELLA PRIMA STORIA GENTEEEE
CIOÈ NEL PRIMO CAPITOLO, NON PRIMA STORIA-VABBÈ AVETE CAPITO
COME VI SEMBRA?
COME VI SEMBRA LEVI?
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Sei tu il mio peccato migliore ❤︎Levi x reader❤︎
FanfictionDue anime diverse, con dolori diversi, esperienze diverse, vite diverse, possono provare le stesse emozioni? Possono macchiarsi dello stesso peccato? L'amore può funzionare anche quando la vita è imprevedibile e non ti serve la vittoria su un piatto...