Moon dances over your good side
And this was all we used to need
Tongue-tied like we've never known
Telling those stories we already told
'Cause we don't say what we really mean
Harry Styles
Sono passati tre giorni da quella notte, è seduta davanti al cancello all'ingresso della Southern High School, le gambe strette al petto e la fronte poggiata sulle ginocchia. Sente le altre persone passare accanto a lei, come se fosse invisibile, sente pezzi di conversazioni sconnesse che le offuscano i pensieri. È il suo intento, chiudersi in se stessa così da risultare inesistente, una pura ombra laddove una volta, forse, esisteva Desirée.
Desidera fondersi con il lastricato di pietra, diventare una cosa sola con la luce del sole che batte sulla sua pelle.È solo un'illusa. Se n'è accorta adesso.
È ovvio, chi potrebbe mai essere felice accanto a lei? Non è che un mostro. Qualcuno che nessuno potrebbe mai amare.
Suo padre ha ragione. Sarebbe stato meglio se non fosse mai nata.Sente il bisogno di piangere.
Il rossore sulle guance che gli ha provocato il recente imbarazzo non sparisce man mano che riaffiorano i ricordi, senza che lei possa controllarlo. Anche la sua mente la odia.
È arrivata a una breve conclusione: i due giorni precedenti sono stati senza dubbio i peggiori della sua vita.
Non solo non era riuscita a controllarsi e, nonostante le promesse, aveva speso la metà dei soldi in schedine il pomeriggio dopo la rapina, ma, come una pugnalata dritta allo stomaco, aveva visto Bruce camminare mano nella mano con una ragazza, fuori da scuola. Non si era nemmeno avvicinata a loro, poiché il suo respiro si era mozzato molto prima. Non era stata in grado di muovere neanche un solo passo.
Li aveva visti ridere, l'aveva visto stringerla dalla vita e baciarla.
E arrossisce ancora nel pensare che si sarebbe strappata il cuore dal petto per donarlo a lui, cosa che quella sicuramente non sarebbe disposta a fare.
Ora tutto è inutile, lei si sente una stupida.
Non aveva vinto un soldo e aveva perso Bruce.Finalmente piange, le si bagnano le ciglia e non le interessa più se, ora, qualcuno passando la vedesse. È un pianto silenzioso, carico di rabbia repressa.
La realtà che la circonda perde ogni significato e diventa opaca, offuscata dalle lacrime.
Annebbiata come i suoi pensieri.Alza la testa solo quando ha finito di sfogarsi. Si asciuga le guance umide col dorso della mano. Sono passati pochi minuti, ma le sono sembrati un'eternità.
Sbatte velocemente le palpebre e sente ancora la sensazione di bagnato in faccia. Si abitua lentamente alla luce del sole che batte sul marciapiede di pietre chiare e, con suo stupore, riconosce una felpa grigia, un paio di pantaloni larghi, un berretto nero in piena primavera.
Dean?Si dimentica improvvisamente di tutto l'imbarazzo, del dolore e della tristezza.
Si alza in piedi, ignorando il giramento improvviso di testa. Raccoglie la cartella da terra e corre verso il ragazzo.
Ha bisogno di parlare con lui, di raccontargli tutto, come fanno gli amici.-Dean!- Urla, agitando la mano per farsi vedere.
Il ragazzo si volta, confuso, prima di coprirsi la faccia con le braccia. Desirée lo afferra per la manica della felpa, lui l'allontana con uno spintone, facendola indietreggiare.-Non urlare come un'oca, cazzo, sei impazzita?
-Perché?
-Nessuno deve sapere che sono qui!La tira dietro una casa fatiscente che sta a lato della strada, in una piccola via nascosta e poco illuminata dal sole. Desirée lo vede sporgersi continuamente verso la direzione in cui stava camminando, con le spalle attaccate al muro bianco di calce.
Lo osserva e le sembra turbato.-Ti stai nascondendo da qualcuno?
-Sì e no.
-Stai seguendo qualcuno?Il ragazzo annuisce e basta, senza neanche pensarci.
-Chi?
Le indica un punto in ombra, sotto un albero, dove c'è un gruppo di ragazze sedute sul bordo strada che porta alla scuola. Riconosce subito la ragazza bruna in mezzo al gruppo.-Perché?
-Quante domande.- Il ragazzo sbuffa, passandosi una mano sulla faccia.
-Perché è una stronza.- Aggiunge.Dean si volta a guardarla. Desirée si avvicina a lui e timidamente gli sfila il berretto dalla testa, rivelando l'occhio gonfio e violaceo. L'aveva già notato, ma voleva esserne sicura.
Si morde il labbro inferiore. Può percepire tutto il dolore che traspare dallo sguardo del ragazzo, nonostante i suoi occhi verdi siano ridotti a due fessure acquose.
Condividono lo stesso cuore spezzato.-Chi te lo ha fatto?- Gli indica la faccia.
-Nessuno, era un gioco.
-Ti fai picchiare per gioco?
-Gli ho spaccato un labbro, siamo pari. Probabilmente anche il naso.
-Seriamente risolvi così i tuoi problemi?
-Sempre meglio che piangere.Desirée sente la grossa mano di lui sfiorarle la guancia. Una strana sensazione le sconvolge lo stomaco. Lo allontana con un gesto brusco, spaventata, ma se ne pente subito dopo.
-Io non piango mai.
-Io non faccio mai a botte.
-Che bugiardo.
-Bugiarda sei tu.Un sorriso dolce affiora su quelle labbra pallide, un sorriso che Desirée non gli ha mai visto fare.
Stanno fermi a guardarsi. Lei lo vede toccarsi il bordo della felpa di continuo, quasi a volerla strappare.
Almeno sa che ha preso le medicine.
Non capisce cosa ci trovi lui in quella ragazza.
Bella, certo, ma così crudele con lui.
Dean non farebbe mai del male alla persona che ama più intensamente della sua stessa vita. Lo conosce abbastanza da capire che lei deve aver fatto qualcosa di orribile.
Desirée ha buttato lo zaino a terra, non ha voglia di tornare a casa e non possono muoversi, o da fuori li vedranno. La dignità di Dean va preservata.-Lo sapevi?
La voce del ragazzo interrompe i suoi pensieri.
-Cosa?
-Che Ezra è stato con lei.
-Oh.
Dean si stringe nelle spalle.
-Lo fa apposta per ferirmi.
Il soggetto non è esplicitato, ma lei sa benissimo a chi si riferisca.
Desirée fa un passo avanti, i loro volti sono a pochi centimetri di distanza.
Gli prende le guance in una mano e stringe la presa.
La visione la fa sciogliere dalla tenerezza.-Devi lasciarla andare.
Il ragazzo non risponde.
La risposta è ovvia, non lo farà mai. È come un bambino a cui hanno sottratto un gioco che aveva lasciato incustodito e, ora che è di un altro, lo desidera più di ogni altra cosa.Si fissano negli occhi.
Sente il suo respiro farsi irregolare. Sono vicini, Dean contro il muro e lei davanti a lui, i loro nasi quasi si toccano.
È la prima volta che riesce a guardarlo così bene in faccia. Le pupille non sono dilatate come al solito, i capelli corti gli evidenziano la fronte alta. Non lo trova bello, ma non riesce a non pensare a come sarebbe dargli un bacio.
Lui la precede.Il contatto tra le loro labbra la coglie di sorpresa. Dean la tira contro di sé, il suo seno è premuto contro il petto di lui. Due anime a pezzi ne formano una sola.
Ora sono stretti l'uno all'altra, Desirée è contro il muro. Il tempo si è fermato, esistono solo loro due e i loro bacini che si toccano e sfregano continuamente.
Il bacio diventa più lento e dolce. Il respiro più pesante, le carezze più insistenti, sotto la felpa di lui e tra le gambe di lei, leggermente divaricate. La pelle bollente del ragazzo la fa tremare a ogni movimento. Gli concede l'accesso in posti che non aveva mai permesso a nessuno di raggiungere, neanche a se stessa.
Quello che ora succede in mezzo a quella piccola e buia strada non è romantico, Desirée lo sa.Ma la fa sentire così viva.
💗Voilà, non mi fa impazzire, spero che voi lo apprezziate e che amiate Desirée così come la amo io.

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𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄
Dla nastolatków𝑳𝑨 𝑽𝑨𝑵𝑰𝑻𝑨' 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑬𝑺𝑰𝑺𝑻𝑬𝑵𝒁𝑨 | 𝑪𝑶𝑴𝑷𝑳𝑬𝑻𝑨 Anno 2003, Baltimore, Stati Uniti. Dove le vite di Dean Reed, Desirée Anderson ed Ezra Meyer si incrociano, uniti dal destino. Abbandonati dalla società, lasciati a loro stessi e a vi...