21. Bags

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Spill it open, let it rush to my head
I don't wanna be forward, I don't wanna cut corners
Savor this with everything I have inside of me
I'm not the type to run, I know that we're having fun
Clairo

Non vuole essere lì con loro, seduta davanti al bar con il solito bicchiere di birra mezzo pieno. La nausea non la abbandona dal suo incontro con Dean.

Li sente parlare in sottofondo, come se non fosse veramente lì. Stringe le braccia attorno ai propri fianchi e fa una leggera pressione per evitare di vomitare sul momento.
Sente una mano posarsi sulla sua spalla e si volta di scatto, spaventata.

-Des, stai bene?
I grossi occhi azzurri di Ezra la guardano, seduto accanto a lei sul marciapiede. Il suo cuore si ferma per qualche millesimo di secondo.
Desirée Anderson chiede a Dio di morire in quel preciso istante.

Non risponde alla domanda del ragazzo se non con un veloce cenno della testa. Può sentire lo sguardo degli altri due su di sé, nonostante stiano continuando a parlare. La testa le gira e si copre la fronte con una mano per ripararsi dal sole del pomeriggio.

-Domani notte è la nostra unica opportunità.
-Dean, spero per te che tu sappia cosa stiamo facendo.
La risata del biondo risuona nel parcheggio deserto. Desirée sente il suo stomaco stringersi ulteriormente. Non l'ha degnata di uno sguardo da quando l'ha vista arrivare. Tutto di questa situazione la mette in confusione.
Vorrebbe solo scomparire. Sente le lacrime spingere per scendere lungo le sue guance. Si maledice per essere così fragile. Sarebbe stato tutto più facile se fosse riuscita a non affezionarsi a nessuno dei due.
Sente nuovamente la mano di Ezra prenderle il mento e costringerla a voltarsi per guardarlo. Quelle stesse dita hanno già toccato chissà quante altre donne nello stesso e delicato modo, ma le sue guance non possono fare a meno di colorarsi di rosso. A volte lo guarda e pensa a quanto sia fortunata, sebbene questo sia l'unico contatto fisico che hanno ogni volta. Lui le bacia la guancia, le accarezza i capelli o la schiena e la fa sentire speciale per quei pochi secondi.

-Vieni, accompagnami a prendere un'altra birra.
Il ragazzo moro si alza sistemandosi la cintura dei pantaloni, il bicchiere in una mano. Desirée lo segue senza neanche pensarci. È un po' di tempo che non riesce a ragionare ogni volta che sta insieme a lui. Si sistema i capelli ricci mentre lo accompagna dentro il bar.
Ezra cammina dietro il bancone e riempie il bicchiere versandoci dentro del whisky preso dallo scaffale alle sue spalle. La ragazza lo guarda interrogativa.

-Non prendi la birra?
-Cucciola, le parole non rispecchiano sempre i veri pensieri. Come neanche le azioni.
Lo dice con naturalezza, con lo stesso tono di sempre. Eppure in Desirée quelle parole scatenano qualcosa. Il suo cuore si riempie di un calore che non aveva mai provato prima con tale intensità.
Gioia.

-Immagino– balbetta senza riuscire a controllarsi
—immagino che sia vero.
Il ragazzo solleva lo sguardo per fissare i suoi occhi in quelli nocciola di Desirée.
-Faccio sempre cose diverse da quelle che penso. Mi devo stupire di me stesso. Se fossi coerente non mi divertirei. Una volta che ho ottenuto quello che volevo mi sento vuoto se prima non c'è un po' di conflitto.
Prende un sorso del whisky e posa il bicchiere senza cambiare l'espressione seria che ha sul volto da quando sono da soli.
-Dean mi ha detto cosa hai fatto con la sua ragazza.
Ezra fa un sorriso sollevando solamente l'angolo destro della bocca.
-Oh, quello...— lascia andare un sospiro —Dean è proprio un bambino, non trovi?
Desirée annuisce senza neanche pensarci.
Ezra riprende in mano il bicchiere senza più bere. Glielo porge. La ragazza prende un lungo sorso prima che lui ricominci a parlare.
-È stato facile farlo arrabbiare. Però ora sta facendo finta di niente. Non è divertente.
-Con lei non è seria?
Il ragazzo sposta nuovamente lo sguardo sui suoi occhi.
-No, ho... La testa fissa su altro.


Desirée gli sorride, abbassando la testa per evitare di fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi. Sente l'alcool scorrerle in corpo e riscaldarla da dentro. La pressione diventa più leggera e già la mente le si libera da alcuni pensieri.
-Cosa farai con la tua parte di soldi?
-L'ho promessa a Dean.
-Perché?
-Non ne ho bisogno. E lui mi sta facendo un favore.
-Allora perché vieni con noi domani?
-Perché non dovrei? Quelle notti sono la cosa più eccitante che mi sia mai capitata.

Desirée si strofina il braccio nudo con la mano, graffiandosi leggermente a causa delle unghie troppo lunghe.

-Pensi che andrà bene?
-Penso che non mi importa.
Ezra beve ancora un sorso e finisce il bicchiere, poi lo riempie di nuovo fino a metà con il liquido ambrato. Il locale è deserto come sempre, la radio diffonde la musica a volume troppo basso per capire veramente che canzone stia passando. Desirée posa i gomiti sul bancone e si china in avanti.
-Io non mi fido di quel russo.
Ezra non le risponde. Sta guardando oltre la porta di vetro alle spalle di lei.

-Penso che andrà bene.- dice solamente, prima di superare il bancone e uscire dal bar.
Desirée rimane lì da sola, a prendere grossi respiri per tranquillizzarsi.

Quando esce anche lei il sole è quasi tramontato. Il cielo è colorato di rosso e l'insegna luminosa della stazione di servizio è già accesa. Vede i ragazzi parlare ancora riguardo ai dettagli del colpo, ma lei non vuole avere niente a che farci con quello. Vuole solo che accada in fretta, per poter dire addio a questa parte della sua vita, per quanto bella. Non ce la fa più a stare dietro a quei due ragazzi. Vuole solo finire la scuola e trovarsi un vero lavoro.

-Vieni, Des, brindiamo a Lukyan.
La voce di Dean la raggiunge come un secchio di acqua fredda. È la prima volta che le rivolge una frase intera in tutto il giorno. Si avvicina a passi svelti, per mettersi in piedi accanto al russo.
La intimidiscono i suoi occhi così chiari da sembrare fatti di ghiaccio e le cicatrici visibili sulle mani.
Dean si alza in piedi a sua volta, con il bicchiere ancora pieno di birra sollevato in aria e una sigaretta in bocca.
-Salute!- grida con un sorriso sulle labbra.
Il rumore dei quattro bicchieri di vetro che sbattono tra loro riempie l'aria fresca della sera.
Desirée scoppia in una risata, prima di svotare il proprio in un sorso. Il russo la prende dalle spalle con un braccio e la tira verso di sé.
-Sei una vera donna. Vere donne bevono.
Ezra si avvicina e toglie il braccio del ragazzo dalla spalla di Desirée.
Lukyan ride, legandosi i lunghi capelli biondi in una coda.
-Scusa, capo.- dice solamente, prima di finire il bicchiere colno di rum che stava tenendo in mano.

Un'ora dopo tutti e quattro sono sdraiati sul pavimento del parcheggio. La bottiglia di vodka che era sotto il bancone è buttata a terra accanto a Dean.
-Ci sono venti stelle.- decreta Ezra, guardando il cielo.
-No!- Dean si mette a sedere —Ce ne sono ventisette, non le vedi quelle all'orizzonte?
Desirée non riesce a non ridere per ogni cosa che dicono. La nausea è scomparsa del tutto.
-Centoventi.- Lukyan non si volta neanche, pronuncia il numero senza scomporsi.
-Luk, non sai contare.- anche Ezra ride, tenendosi una mano sul petto.
Il cielo è scuro e le poche luci sull'autostrada rendono possibile vedere i puntini che brillano sopra di loro.
Desirée decide di imprimersi quel momento nella memoria per sempre. Il calore del cemento della strada le ricorda che lo sta vivendo veramente. Chiude gli occhi, a lei non importa di quante stelle ci sono nel cielo. Tutte le parole non dette, tutti i problemi e la tristezza della sua vita scivolano via come se non fossero mai esistiti.
Allunga una mano per cercare quella di Ezra.

La trova e la stringe, cercando di reprimere ulteriori risate.
Il ragazzo la stringe a sua volta.

Desirée chiede a Dio di vivere così per sempre.

💗Ecco un capitolo finalmente felice per la piccola Desirée. Ditemi che ne pensate xoxo

-B.

𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora