I'm feeding off negative energy
Falling in love with the same scene
Making mistakes isn't new to me
Anxiety sucks it's controlling
Worst party everSono tutti e tre seduti al tavolo del bar.
Cal Newell è il primo a parlare, a voce bassa come per non farsi sentire da nessun altro, nonostante il locale sia vuoto.
-In che casino ti stai cacciando, Dean?
-In nessuno, è solo per pochi giorni.
-Lo sai che Ezra non mantiene le promesse.
-Ma sono amici.
Dean Reed beve un sorso di birra dal bicchiere e batte la mano sulla spalla del ragazzo alto accanto a lui.
-Luk non è un problema, guardalo.
Lo indica e il russo fa un grosso sorriso in risposta.
Cal scuote la testa in segno di rassegnazione. Dean gli porge il bicchiere mezzo pieno.
-Bevi un po'.
Cal lo allontana da sé con un gesto della mano, facendolo scorrere sul tavolo lucido.
-No. E poi neanche tu dovresti bere.
Dean lo riprende, stringendo il vetro freddo con entrambe le mani, lo stomaco in subbuglio. Spesso Cal gli ricorda così tanto Martha che vorrebbe alzarsi e prenderlo a pugni. Anche lei lo sgridava ogni volta che lo vedeva bere, con la stessa espressione preoccupata. Come se a qualcuno potesse veramente importare di uno come lui. Questo è il motivo per cui non va quasi mai a trovarlo.La cameriera bionda posa davanti a loro, con poca gentilezza, un hamburger e si abbassa per dare un veloce bacio sulle labbra a Cal. Poi si volta e fa una smorfia di disgusto.
-Perché ti vedo messo sempre peggio, Reed? L'occhio nero è un nuovo souvenir?
-Fottiti Sam, limitati a fare il tuo lavoro.
-Uh... qualcuno non ha preso la sua dose oggi.
Dean alza il medio in risposta e si mette a mangiare il proprio panino. La ragazza guarda Cal, che alza le spalle di rimando, mimando con le labbra: "non è colpa mia".
-Dean, sii gentile.- sussurra poi, sporgendosi verso di lui.
-Lei non lo è con me.
-Sei un bambino.
-E lei una puttana.
Gli arriva uno schiaffo in piena faccia, tanto forte da farlo quasi cadere all'indietro.Dean scatta in piedi, una mano sulla guancia che va a fuoco e l'altra a prendere la borsa lasciata sulla sedia.
-Cazzo!
Anche Lukyan si alza, una mano sulla tasca anteriore dei pantaloni, pronto a prendere qualcosa in caso di necessità. Dean sa che lì tiene un coltello.-A chi hai dato della puttana?- urla con voce stridula Sam, avvicinandosi a Dean, rossa in faccia per la vergogna.
-A te.
La ragazza lo spintona all'indietro e fa un sorriso cattivo.
-Puttana come la troia che mentre stava con te si è fatta mezza scuola?
-Non parlare così di lei.
-Perché no? Perché sei ancora innamorato di lei nonostante le foto- non fa in tempo a finire la frase che Dean tira fuori la pistola, la canna premuta con forza contro la fronte di lei. Vede i suoi grandi occhi azzurri spalancarsi dalla sorpresa, le labbra rosee tremare e contorcersi in una smorfia di paura.
Non ragiona più, vede tutto annebbiato e la voce di Sam che gli chiede di lasciarla andare è un sottofondo confuso ai suoi pensieri. Potrebbe benissimo spararle, ma la mano che tiene la pistola gli trema incontrollabilmente. Era da tanto tempo che desiderava farle del male, vederla piangere e urlare.
-Chiedi scusa!- tiene l'indice sul grilletto.
-Scusa- sussurra Sam.
-Non ti sento.
-Scusa!- grida con tutta la voce che ha in corpo, scoppiando a piangere.
Dean prende un profondo respiro e abbassa lentamente la pistola.-Sei impazzito, cazzo?- grida Cal, correndo ad abbracciare la ragazza. Lei si stringe nelle sue braccia e guarda Dean con gli occhi ancora fuori dalle orbite, tremando. Il ragazzo rimette la pistola nello zaino, poi si siede per finire il panino. Accanto a lui si mette il russo, in silenzio.
Cal accompagna Sam in bagno, prima di tornare e sedersi davanti a Dean, le guance arrossate dalla rabbia.
-Mi spieghi che ti prende? Potevi farle male.
-Ma non l'ho fatto. Non aveva pallottole.
Cal lo guarda, sospirando.
-Hai preso le medicine stamattina?
Dean scuote la testa.
-Cazzo- l'altro ragazzo batte un pugno sul tavolo -Cazzo, ma non ti interessa affatto stare meglio?
-No.
-Perché?
-Perché quelle pillole mi rendono stupido e confuso.
-Già, perché così sei veramente lucido.
Dean alza gli occhi dal piatto.
-Lo sono, infatti. Ha insultato la mia ragazza.
-Non è la tua ragazza, Dean. Devi smetterla.
-È mia, invece.
Cal si alza, sbuffando. Lo guarda gelido e si volta.
-Vado a vedere come sta Sam.
Dean lo saluta con la mano. Sa che a Cal non interessa per niente di quella troietta, avrebbe potuto aprirle un buco in fronte e tutto sarebbe rimasto come prima.Lui, Cal e Lukyan sono di nuovo seduti vicini, sul ciglio della strada, una sigaretta a testa. L'adrenalina provata prima è completamente andata via e l'ha lasciato intorpidito. Il sole del mattino non è caldo, ma sono tutti e tre senza maglietta. Cal ha raccolto i capelli in una coda.
Dean aspira il fumo.
-Mi servono soldi.
-Non posso più dartene. Mio padre ha iniziato a fare domande.
-Si accorge dei soldi ma non della droga?
Cal si stringe nelle spalle.
-Sono molto bravo a nasconderla.
Lukyan butta la cicca in mezzo alla strada, poi si schiarisce la voce.
-Posso aiutare?
-Hai tremila dollari in tasca?
-No, ho un coltello.
Dean scoppia a ridere e gli tira un pugno sulla spalla. Lancia anche lui la sigaretta contro una macchina che sfreccia davanti a loro sull'autostrada.
-Niente da fare, allora.
-Mia madre lavora in una casa. Grossa. Gente ricca. Burzhua*.
-E?
-Posso dirti come entrare. Prendi gioielli e li rivendi. Conosco uno che li comprerebbe.
-Che tipo di gioielli?
Il russo indica la catena d'oro che ha al collo.
-È loro.
-L'hai rubata?
Annuisce. Cal lo guarda con gli occhi sgranati. Dean scatta in piedi e abbraccia il ragazzo, che rimane immobile.
-Luk, sei un angelo. Sei la risposta a tutti i miei problemi.
-Io?
Il ragazzo annuisce sorridendo.Dean tira fuori un'altra sigaretta, le mani che di nuovo tremano per l'eccitazione. Deve chiamare Ezra, deve ringraziarlo e deve dirgli che hanno finalmente trovato qualcosa che valga la pena. Fuma in piedi, molleggiando da un piede all'altro. Sente lo guardo preoccupato di Cal su di sé.
-Tranquillo, andrà bene. Poi potrò comprarti della roba e finanziare il tuo bar.
-Non voglio soldi ottenuti in quel modo.
-Perché, come li fai tu è meglio?
Il ragazzo abbassa lo sguardo e non risponde. Dean butta anche la seconda cicca. Si sente benissimo, nonostante non abbia preso le pastiglie. Decide che non le prenderà più, sono inutili. Sta bene anche senza, anzi, sta molto meglio.Prende il cellulare dalla tasca e compone il numero di Ezra.
-D?- la voce del ragazzo è assonnata.
-Stavi ancora dormendo?
-Sono le undici del mattino, cazzo.
-Muovi il culo e vieni da Cal, ho una bella notizia.
-Arrivo. Porto anche Des.
Dean attacca senza salutarlo, bevendo l'ultimo sorso di birra ormai calda. Non vuole vedere Desirée. Sa già che lei non accetterà mai di fare una cosa del genere.
Lei non si rende conto del fatto che finalmente le cose inizieranno a girare per il verso giusto. Possono sistemarsi per un anno intero con una sola rapina, se il russo dice il vero.
Si accende la terza sigaretta e la cenere si disperde nel vento.Sente le braccia di Cal circondargli il petto in un abbraccio.
-Non voglio perderti proprio ora che ti ho ritrovato.
-Non preoccuparti. Ci è sempre andata bene.
-Seriamente, Dean.
Il ragazzo si volta e sorride. Accarezza i capelli scuri di Cal con gentilezza, finché non vede Lukyan rientrare nel bar.
Si allontana dal suo migliore amico e raccoglie il bicchiere da terra.-Frocio.- gli sussurra sorridendo, prima di rientrare anche lui.
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*буржуа: dal russo, significa "borghese".
💗Dean e i suoi problemi a parte, è in arrivo la svolta decisiva del romanzo e l'inizio di tutte le complicazioni.

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𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄
Ficção Adolescente𝑳𝑨 𝑽𝑨𝑵𝑰𝑻𝑨' 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑬𝑺𝑰𝑺𝑻𝑬𝑵𝒁𝑨 | 𝑪𝑶𝑴𝑷𝑳𝑬𝑻𝑨 Anno 2003, Baltimore, Stati Uniti. Dove le vite di Dean Reed, Desirée Anderson ed Ezra Meyer si incrociano, uniti dal destino. Abbandonati dalla società, lasciati a loro stessi e a vi...