25. Death Dance

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But all the thoughts are in my head again, head again
All these thoughts are running through my brain
and out the door
We've become insane, we've been numbing the pain
But you can see all the things I'm going through
Palaye Royale

-Cosa cazzo è successo?- la ragazza si mette le mani dalle dita sottili tra i capelli, appoggiandosi con la schiena al muro dell'edificio immerso nel buio della notte.

Ansima, il suo magro corpo freme e le formicolano gli arti.
Il moro la guarda con gli occhi sbarrati, come se non riuscisse a capire dove si trovi, cosa stia facendo.
Deve essere spaventato quanto lei.

Desirée Anderson sposta lo sguardo sul russo.
-Luk...- boccheggia. Non riesce a ragionare.

Lukyan Vasilev scuote la testa. Posa una mano sulla spalla della ragazza e stringe con forza.
-Hai i gioielli?
-Sì.- Desirée apre lo zaino con mani tremanti e gli mostra tutto quello che è riuscita a recuperare.
L'argento lucido e l'oro brillano alla luce del lampione che si erge davanti a loro, sulla parte opposta della strada deserta.
-Non ti serve nient'altro altro.

La ragazza si accascia sull'asfalto freddo. È scossa da continui brividi che le percorrono la schiena.
È un disastro.
È andato tutto male, come non doveva andare.
Hanno corso per quelli che a lei sono sembrati chilometri prima di fermarsi in un quartiere a lei sconosciuto. Dean ha preso la sua macchina ed è andato via prima di tutti loro. È scappato e li ha lasciati lì.

-Finiremo in prigione a vita.- mormora.
-Che cazzo stai dicendo?
La voce di Ezra è dura. Parla per la prima volta dopo che sono corsi fuori dal giardino della villa.
-Ho detto che ci sbatteranno dentro!
Desirée si alza in piedi, stringe i pugni.
Come è potuto andare tutto così male?
Ezra Meyer è parecchio più alto di lei ed è costretta a sollevare il mento per poterlo guardare in viso.
I suoi occhi freddi come il ghiaccio la fanno trasalire, le sue pupille sono dilatate.

Desirée sente il suo polso venire stretto con forza.
-Nessuno finisce in prigione, Desi.
-Come fai ad esserne così sicuro? Dean, lui- la ragazza si ferma di nuovo, non riesce a prendere fiato.
-Dean ha sparato a un uomo.
Lukyan pronuncia le parole con lo sguardo fisso sul terreno.
Desirée scuote la testa.
No.
No.

No.

Non avrebbe mai dovuto accettare. Non avrebbe mai dovuto farsi di quello che Ezra le aveva portato.
Avrebbe dovuto continuare a giocare le schedine, a guadagnare il poco che riusciva con il gioco d'azzardo e le piccole rapine. Era tutto così semplice, prima.
Adesso?

-Adesso fai finta che non sia successo nulla.
Ezra parla come se le avesse letto nella mente. La sua voce è ancora severa.
-Cosa?
-Faccio sempre così, io, quando succede qualcosa che non volevo succedesse. Faccio finta di niente. E ora- prende un profondo respiro -vai a casa, Desirée.
Ma lei non vuole andare a casa.
Non può fare finta di nulla.
Quello che è successo è successo veramente, che Ezra lo voglia o meno.
Dean è in un mare di guai.
Ha visto lo sguardo di Lukyan, ha visto che di Dean non si fidava. Chi si fiderebbe di lui?

Lo schizzato, lo chiamavano a scuola.
La bomba ad orologeria.

La ragazza si prende la testa fra le mani.
-Ha ucciso quel tipo?
-Sì, Desi. Luk l'ha visto.
Sposta lo sguardo sul russo.
-L'hai visto?
Il biondo annuisce.
-Sparo in petto.

Desirée si sporge verso uno dei cassonetti a lato del muro.
Un conato di vomito la costringe a piegarsi in due.

Su quella piccola strada rigurgita anche l'anima.

Mezz'ora dopo sono ancora tutti e tre lì, uno accanto all'altro. In silenzio. Desirée sente di stare per impazzire.
Non sa dove sia Dean. Non sa cosa farà adesso.
Cerca istintivamente la mano di Ezra.
La trova e la stringe forte, per scaricare tutta la tensione che sta provando in questo momento.
Ezra la tira per il braccio contro di sé e la stringe in un abbraccio.
Il cuore della ragazza esplode in un attimo. Una lacrima le scende sulla guancia, solitaria.
Nessuno, oltre a lei, se ne accorge.

-È tutta colpa di Dean.
Il moro sussurra, improvvisamente.
-Non l'ha fatto apposta.
-Non importa, ha rovinato tutto.
Desirée si volta a guardarlo, la guancia premuta contro la spalla di lui.
-Mi hai detto tu di lasciar perdere tutto, di fare finta di nulla.
-Sì, ma non riesco a togliermi dalla testa il fatto che Dean sia il problema principale.
-Non parlare così di lui.
-Lo dici perché ti sei affezionata? Perché ci scopavi?
La ragazza avvampa, sente le sue guance diventare bollenti.
-No.
-E allora cazzo, renditi conto della situazione.
-Accusarlo non risolverà nulla.
-Lo so.

Un altro brivido percorre la schiena di Desirée.
Qualcosa sta andando tremendamente storto.
Lo stomaco le si stringe nuovamente.
Si alza.
-Vado a casa.
Ezra si alza a sua volta.
-Puoi venire da me, se vuoi. Mi sembri ancora confusa.
Desirée alza le spalle.
Si impegna per non sorridere come una scema.
Le varie sensazioni si sovrappongono.

Si lascia condurre, camminando pensantemente, strisciando i piedi sull'asfalto.

Mezz'ora dopo sono davanti a casa di Ezra. È buia e vuota, silenziosa come un cimitero.
Desirée si lascia cadere sul letto, ancora scossa da fremiti. Il moro si stende accanto a lei e le stringe silenziosamente la mano.
Crolla in un sonno senza sogni.

Un rumore forte la sveglia. Delle voci dal piano di sotto.
Si mette a sedere, coprendosi gli occhi dalla luce del sole mattutino.
Si passa una mano sulla fronte imperlata di sudore. Ezra non è più accanto a lei nel letto.

I piedi nudi poggiano sul freddo pavimento.
-Ahi!
Una scheggia di vetro le ferisce la pianta, alza lo sguardo e nota che lo specchio appeso al muro è spaccato.
Quando è successo?
Non si ricorda nulla della sera precedente, da quando Dean ha lasciato lo sparo.
Si siede sul pavimento e si massaggia la piccola ferita da cui esce una goccia di sangue, che bagna il pavimento.
Quella vista le fa girare la testa. Un altro conato di nausea le attanaglia lo stomaco.

Si rialza, ancora scossa, per scende le scale verso le voci.
Le distingue chiaramente entrambe.
Le cause di tutti i suoi problemi, le cause della sua felicità e infelicità.

I due ragazzi stanno parlando animatamente, seduti sulle poltrone rosse in salotto.
Si nasconde dietro la porta, per origliare. Ha paura che non vogliano che lei sia presente.
Dean ha la pistola in mano.

-Devi starle lontano, hai capito?
-Non puoi dirmi cosa fare, non adesso. Non sei nella posizione, D.
-Non sono- il biondo prende un profondo sospiro -Non sono nella posizione?!
Desirée vede la sua mano spostarsi sulla sicura della pistola.
Entra nella stanza.

-Desi?

La ragazza corre ad abbracciarlo. Non le sembra vero.

-Desi, mi hanno incastrato.

𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora