31. Stairway to Heaven

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Yes, there are two paths you can go by, but in the long run
There's still time to change the road you're on
Led Zeppelin

Tutto è successo improvvisamente.
La testa le gira e le fa venire la nausea, è come impazzita.
Si china, piegata in due sul bel tappeto del salotto di Ezra e vomita. Così le sembra di liberarsi da tutta l'incredulità, lo spavento, il dolore.
Desirée Anderson sta piangendo lacrime di sangue.

A malapena si ricorda cosa l'abbia portata ad arrivare a quel momento.

Dean era uscito dal tribunale tre ore prima, si sono subito visti e riuniti a casa di Ezra. Solo loro tre, come ai vecchi tempi. L'idea era festeggiare un'ingiustizia, un qualcosa che se fosse successo a qualcun altro, un ualcuno che non fosse un suo amico, a Desirée avrebbe solo fatto inorridire.
E in realtà la faveva inorridire comunque.
Com'era possibile che con prove così schiaccianti a suo carico fosse stato comunque assolto?
Certo, il fatto che non avesse parlato di loro la rendeva anche riconoscente nei confronti di quel ragazzino un po' schizzato.

Niente era come prima, però, nonostante si sforzassero parecchio per renderlo tale.
Proprio perché era una forzatura non funzionava. Prima erano talmente diversi che si trovavano bene spontaneamente, perché tutti e tre volevano essere lì in quel momento, con gli altri.

Lei non riusciva a stare a lungo vicino a Dean, neanche a sfiorarlo, dopo quello che era successo.
Non poteva comprendere come avesse potuto pensare di essere innamorata di un ragazzo così. Il solo pensiero la disgustava. Il ricordo di quelle mani su di lei, le stesse che non avevano esistato nel premere un grilletto e mettere fine alla vita di un uomo, le faceva rivoltare lo stomaco.
Era angoscia quella che provava adesso a vederlo.

Però Ezra non sembrava essere della stessa idea. Loro due, che non erano mai andati tanto d'accordo, adesso sembrano amici da sempre. Questo la rendeva gelosa.

Desirée si sentiva un'altra volta messa da parte.
Esclusa dalle uniche due persone che le siano mai state così vicine da essere equiparate ad amici.
La sensazione di rifiuto era ormai troppo familiare.
Beveva dalla bottiglia di Vodka come se fosse acqua.

La musica è ad un altissimo volume, esattamente come piace a lui, Ezra, che poco prima era salito sul tavolo, calciando a terra tutto quello che c'era sopra.
Un bicchiere in mano e un sorriso in volto.
Desirée si ricorda di averlo guardato, con i ricci spettinati che cadevano sulla sua fronte pallida, gli occhi un tempo azzurri e penetranti ridotti a due macchie nere a causa delle pupille esageratamente dilatate.
Si ricorda di aver pensato che non poteva essere più bello di così.

-Brindiamo al nostro Dean e alla sua fortuna!
Ezra posava un piede sul bordo di quel tavolo traballante, in aria la mano che teneva il bicchiere.
Sembrava un principe che si ergeva dalla sua torre, splendido e invincibile.
Desirée ricorda anche di aver alzato anche lei il bicchiere, gridando in coro con Ezra "Dean" ripetute volte. In quel momento, ecco, solo in quel momento si era sentita veramente parte del gruppo e non solo un pesciolino fuori dall'acqua che boccheggiava nella vana speranza di salvarsi.

Salvarsi sì, da loro due.

-Ezra, guarda che così cadi e ti spacchi la testa.
Dean aveva parlato tra un tiro di erba e un altro, con un sorriso sulle labbra.
La ragazza mora aveva riso, immaginandosi la caduta come qualcosa di divertente. La musica sembrava essersi fatta più alta, nonostante nessuno dei tre avesse toccato le casse.
Una brutta sensazione aveva attanagliato il cuore di Desirée.

-Dean, guardami.
-Cosa c'è, E?— rispose il biondo, urlando.
-Ho fatto di tutto per te.
-Infatti te ne sono grato.
Dean si avvicinò al tavolo, in un alone di fumo.
-E— Ezra si sbilanciava leggermente all'indietro, prendendo un sorso dal bicchiere —E guardaci, adesso, siamo come divinità, intoccabili.
Aveva preso un respiro profondo.
-Divinità che possono erigersi al di sopra della legge!
Il biondo non rispondeva, così Ezra andava avanti con il suo monologo, la sua faccia esprimeva assoluta fermezza.
-Chiunque si metterà sulla nostra strada per intralciare il nostro cammino sarà punito. Faremo cose inimmaginabili, mio caro, degne di passare alla storia. Perché nessuno si ricorda degli sfigati, di quelli che abbassano la testa e hanno paura. Si parla di quelli che osano, che non hanno bisogno di dimostrare di essere migliori perché semplicemente lo sono e basta.
Dean, cazzo, ti dico che saremo famosi e ricchi come Al Capone e Pablo Escobar messi insieme.

Mentre ascoltava Ezra parlare a vanvera Desirée vedeva Dean tirare fuori da un cofanetto una bustina bianca. Sapeva perfettamente cosa fosse, l'aveva vista talmente tante volte che aveva la nausea adesso.
Non disse niente, altrimenti Ezra le avrebbe urlato contro quanto sfigata fosse,
Dean disponeva le due strisce sul tavolo, accanto ai piedi del moro, che balzava giù già dimenticatosi del discorso solenne che stava proclamando attimi prima.
Desirée stringe con forza la bottiglia di Vodka, mentre sente il cuore batterle nelle tempie.
Quanto volesse urlare "no", lo ricorda benissimo.

Quando Ezra alzò la testa dal tavolo, un rivolo di sangue iniziò a colargli dal naso e Desirée lo vide pulirselo con il dorso della mano per controllare, macchiandosi anche la guancia destra.
La sua pelle era troppo pallida, illuminata solo a metà dalla luce che proveniva dalla stanza accanto.
Qualcosa non stava andando come doveva.

Desirée ora ha memoria di come i suoi occhi azzurri si giravano all'indietro, lasciando posto a un bianco terrificante costellato da vene rossastre.
Dean non sembrava essersi accorto di nulla, neanche del corpo rigido di Ezra che cadeva all'indietro sbattendo contro il pavimento.
Un urlo, l'unica cosa che era riuscita a fare in quel momento. I suoi muscoli non volevano muoversi e lei rimaneva bloccata sul posto. Intrappolata in un corpo che non le rispondeva.
Non era lucida, non riusciva a capire cosa fosse successo.

Il corpo di Ezra è davanti a lei, adesso, scosso da colnvulsioni, la bocca colma di liquido giallastro. I rantolii strozzati si sono fermati quasi subito.
Dean lo sta guardando allo stesso modo, senza fare nulla.
Desirée si china, piegata in due sul bel tappeto del salotto e vomita.
Vede il ragazzo tendere la mano verso di lei, il biondo le tringe le dita tra le sue.
-Des, non possiamo fare nulla per lui adesso.

Gli occhi di Ezra sono spalancati, guardano verso l'alto, la sua faccia esprime dolore. Lei non ha fatto nulla per impedirlo. Non ha detto niente quando avrebbe dovuto farlo.
Vomita di nuovo.
E poi una terza volta.

La sirena dell'ambulanza le rimbomba nella testa.
Sbatte le palpebre una, due volte.

Ezra è morto e lei lo sa perfettamente.
Allora perché spera che si rialzi?
Ezra, sei veramente immortale come credevi?

-Perché non ti alzi, cazzo!— urla, tirandogli un pugno sul petto. Sente la pelle tiepida.

Ezra?

Ezra?

𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora