10. Lose Yourself

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No more games, I'ma change what you call rage
Tear this motherfuckin' roof off like two dogs caged
I was playin' in the beginnin', the mood all changed
Eminem

È pervaso da una strana sensazione di disagio, che gli fa rivoltare lo stomaco.
Anche fissando il muro della propria camera, dopo aver preso una pastiglia di Xanax*, non riesce a non pensare a niente. È steso supino sul letto, la testa sporge dal materasso. Vede tutto al contrario e la cosa normalmente gli darebbe fastidio, ma ultimamente tutto gli sembra strano. La foto di Tupac ribaltata non può essere più irritante della consapevolezza di essere stato con qualcuna che non fosse la sua ragazza. In mezzo alla strada, poi. Una denuncia per atti osceni era proprio ciò che gli mancava.
Sospira e spera solo che la pastiglia faccia in fretta il suo dovere.
Non vede l'ora di addormentarsi, ha chiuso tutte le tende e il sole del pomeriggio non sfiora neanche un angolo della stanza. Improvvisamente, qualcuno bussa alla porta d'ingresso, con colpi forti e decisi.
Si butta giù dal letto e corre fuori dalla camera. Se è sua madre è morto.

Dean Reed ha un brutto rapporto con quella porta. Ogni volta che la apre non sa mai cosa potrebbe trovarsi dall'altra parte. E se fosse la polizia? Forse sono riusciti a risalire a lui dal proiettile che ha sparato alla ragazza. Ma aveva veramente sparato o era stata un'allucinazione?
Si appiattisce contro il muro e scosta leggermente le tende della piccola finestra in cucina, per vedere chi sia fuori. Uno che non ha mai visto, poi un cespuglio di ricci neri.
Cazzo, non ha un attimo di pace neanche da quando ha smesso di andare a scuola.

Apre la porta, pronto a tirare un pugno a entrambi.
Il sorriso che Ezra ha stampato sulla faccia non promette nulla di buono.

-Ciao, D.
-Andatevene, avete sbagliato quartiere. Le ville stanno più in giù.
Ezra lo supera con una pacca sulla spalla.
-Siamo qui per fare compagnia al mio amico più solitario.
-Sono solo perché odio la compagnia.
-Non la mia.
Dean sbotta qualcosa di incomprensibile sia agli altri che a se stesso.
-Chi è questo?
Indica il ragazzo altro e dai capelli lunghi e biondi, raccolti in una coda, che è ancora fermo fuori dalla porta.
Ezra si volta a guardare entrambi.
-Ah, Dean, lui è Luk. Non parla bene, è russo.
-Russo?
-Luk, Lukyan, che cazzo te ne frega come si chiama o da dove venga.
Dean si avvicina ad Ezra e lo spintona.
-È casa mia, lui non entra.
-Smettila di fare il guastafeste.
Dean stringe il pugno, pronto a colpire il ragazzo davanti a lui in piena faccia, quando Lukyan Vasilev lo prende dalle spalle e lo allontana da Ezra.
Dean si volta di scatto, pronto a colpire anche lui, ma è costretto ad alzre la testa per guardarlo in faccia.
-Nanerottolo, ho un regalo.

Le prime parole che il russo pronuncia. Ha la voce incredibilmente bassa.
-Dammelo.
Ezra scoppia a ridere.
-A suo tempo. Dean, io ho un affare da proporti.
-E parla.
Ezra si siede sul divano, guardando entrambi i ragazzi.
-Luk ha i cristalli, tu hai una casa. Mi sembra uno scambio onesto.
Dean assottiglia gli occhi, infastidito.
-Cioè devo tenermelo in casa?
-I tuoi non se ne accorgeranno neanche, per due o tre giorni. Si è messo in un brutto affare.
Dean fissa il russo negli occhi. Sono azzurri e penetranti esattamente come quelli di Ezra.
-Mica siete parenti?
-No, è un mio amico d'infanzia, è una storia lunga e non molto bella. Eddai, D. Al prossimo colpo ti faccio tenere anche tutta la mia parte.
Ezra accavalla le gambe e lo guarda.
Dean alza le spalle.
-Se chiedono di lui cosa dico?
-Fallo dormire sotto il letto. Risolvo la cosa e me lo vengo a riprendere.
-Come la risolvi?
-I soldi fanno miracoli.
-Ah, cazzo. Perché devi mettermi in mezzo proprio adesso?
-Perché sei la persona di cui mi fido di più. Conosci praticamente ogni lato di me.

Dean è nervoso. La pastiglia non l'ha neanche sentita. Conosce lati di Ezra che vorrebbe dimenticare. Odia tutto di quel ragazzo.
Ma quelle parole, non sa perché, gli scaldano il petto e lo fanno sorridere.
-Okay, va bene, me lo tengo.
Ezra si alza e lo abbraccia, stringendolo forte.
-Bravo, niente capricci.
Dean sente le guance andargli a fuoco.
Vuole essere utile a Ezra. Magari incomincerà a considerarlo una persona e non un specie di cane sempre arrabbiato da sguinzagliare nelle risse. E poi Ronnie non lo sopporterà per sempre.

Dean e Lukyan rimangono soli.
Lo guarda, cercando di capire perché Ezra abbia voluto portarlo da lui.
Ha una grossa cicatrice sulla mano destra, le sopracciglia sottili, quasi invisibili.
È il russo il primo a spezzare il silenzio:
-Grazie.
Dean si stringe nelle spalle.
-Anche io ho dormito sotto un letto una volta.
-Non preoccuparti, nessuno ci ha seguito.
-Che cosa hai fatto?
Il ragazzo si passa il pollice della mano sulla gola, lentamente.
-Morto.- dice soltanto.
Dean smette di fare domande.

Lo porta in camera e chiude la porta a chiave. Gli indica il letto e l'armadio.
-Starai lì o lì finché Ezra non sarà tornato a prenderti. Ti porto da mangiare quando ne ho voglia.
Lukyan si siede sul letto, Dean gli fa segno di spostarsi con la mano, ma il ragazzo non lo fa.
-Svestiti e vai a farti una doccia prima che tornino i miei.
Il russo obbedisce, senza dire una parola.
Vedere quel grosso corpo pallido, già da uomo, lo fa innervosire. Maledice Ezra, poi se stesso.
Mentre sente l'acqua della doccia scorrere pensa a quanto sia un rammollito. Il primo tipo che gli piomba in casa lo tratta come un vecchio amico.

Quando esce ha solo un asciugamano addosso, i capelli lunghi che gocciolano sul pavimento.
Senza volerlo, rimane a guardarlo.

Gli fa indossare suoi vecchi vestiti ormai sformati e si siede con lui sul letto.
Gira un sigaretta per entrambi.

-Dean.
-Sì?
-Non voglio metterti in pericolo. Ezra non pensa mai.
Dean ride.
-Biondino, ho fatto di peggio.
-Ne vse doma**.
Dean lo guarda, senza capire. Anche il russo rimane immobile.
-Io so difendermi da solo.
-Hai ucciso qualcuno?
-No.

La verità è che Dean non se lo ricorda. Più volte il pensiero gli aveva attraversato la mente. Una volta aveva mandato in ospedale uno che aveva toccato Martha, ma non aveva mai ucciso una persona. L'idea gli fa piacere. L'idea di decidere su una vita è elettrizzante quando l'idea di strafarsi. Se non di più.

Lukyan Vasilev lo guarda con un sorriso, così fuori luogo su quella faccia che era stata seria fino a pochi momenti prima. Solleva le mani e gliele fa vedere. Sono piene di cicatrici.
Dean si alza, aspirando il fumo.

-Ho sparato a una persona.
-Ezra me l'ha detto.
-C'è qualcosa su di me che non ti ha detto?
-Mi ha detto che saremo amici.
-Si sbaglia.
-So la cosa che ti preoccupa.
-Ah, sì?
Il russo si alza e gli picchietta sulla tempia.
-Lì dentro. Ci sono mostri.

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*Lo Xanax è un potente farmaco ansiolitico ed è uno dei più utilizzati. Lo Xanax serve a trattare i disturbi da ansia, tensione ed altre manifestazioni corporee o psichiatriche associate con sindrome ansiosa, e negli attacchi di panico
**Не все дома: modo di dire russo, "non sono tutti a casa" e si intende dire che quel qualcuno è pazzo, oppure poco intelligente.

𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora