14. Savior Complex

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Emotional affair
Overly sincere
Smokin' in the car, windows up
Crocodile tears, run the tap 'til it's clear
Drift off on the floor
I drag you to the shore
Phoebe Bridgers


I capelli mossi dal vento le vanno davanti agli occhi, ma a lei non interessa, li tiene chiusi. È seduta sulla veranda di casa, l'instantanea quasi sbiadita stretta tra le dita. È una foto di Dean, sorridente, in una giornata di sole.
Ha pensato di buttarla tante volte, ma non ci riesce.

Sua madre le aveva sempre detto, prima della messa, che il suo compito era aiutare le persone in difficoltà.
In qualsiasi modo. Quello che non le aveva mai spiegato era come gestire i sentimenti.
Riapre gli occhi e mentre guarda il cielo limpido le sfugge un sospiro.
Si sfiora il braccio, alcuni lividi sono ancora evidenti. Grossi, violacei. Le prove del suo fallimento.
Si alza in piedi e si mette la foto nella tasca dei pantaloni. Deve parlare con lui. Può ancora aiutarlo, lui deve solo darle la possibilità.

-Martha! Vieni dentro!
La donna si affaccia alla porta di casa, ancora in vestaglia. Martha Withlow si volta di scatto, trasalendo per lo spavento.
-Perché?
-Tuo padre ci aspetta per la funzione, vestiti decentemente e andiamo.
La ragazza cammina controvoglia fino dentro casa. La domenica è il giorno della settimana che odia di più, dopo il mercoledì.

-Tieni, metti questo. - la donna le porge un vestito azzurro, lungo fino alle caviglie. Martha sente una sensazione opprimente nel petto.
-Grazie, Ester.
Ester Withlow la guarda e le fa un sorriso, prima di aiutarla a indossare l'abito. È il rituale prima della messa, l'unico momento in cui non la sente distante pur vivendo nella stessa casa. Per quando odi andare in Chiesa, non rinuncerebbe mai alla mezz'ora tra lei e sua madre prima della liturgia.
Si sistema gli orecchini di perle e lega una cintura in vita.
-Eccoti, come sei bella vestita come Dio comanda.
Martha abbozza un sorriso senza mostrare i denti.
-Quando torni a casa butti tutte quelle orrende gonne corte, non è vero, signorina?- la donna prende la borsa e indossa i guanti mentre parla, distrattamente.
-Certo, mamma.

Il caldo le fa girare la testa. Sta aspettando davanti alla scalinata che le signore smettano di parlare tra di loro per prendere sua madre ed entrare nella Chiesa.
Sente quancuno sedersi accanto a lei sui gradini. Si volta, assottigliando gli occhi per vedere a causa della luce accecante del sole.
-Chi si rivede.- la voce del ragazzo è come un getto d'acqua fredda.
-Rowan!
Martha si sporge in avanti e lo abbraccia, stringendolo forte. L'unico motivo per cui va a messa e agli incontri tra i ragazzi della Chiesa. Gli accarezza i capelli biondi e ben pettinati, facendo attenzione a non esagerare con la vicinanza tra i loro volti. Sa perfettamente che quegli occhi verdi non vedevano l'ora di posare il loro sguardo su di lei.
Il ragazzo le sistema il colletto del vestito prima di porgerle la mano e aiutarla ad alzarsi.
-Come stai?- le chiede appena si ritrovano entrambi in piedi.
-Come stavo quattro giorni fa.
-Non è servita a nulla la confessione al prete?
-Tu cosa hai ammesso di aver fatto?
Rowan Turner si abbassa per avvicinarsi al suo orecchio.
-Niente di che, un po' di sesso prima del matrimonio.- sussurra.
Martha sente caldo alle guance e sa di essere arrossita. Il ragazzo le sfiora le labbra con il pollice, guardandola negli occhi e fa un mezzo sorriso.
-Andrai all'inferno.
-Ci andrò con te.

La messa è lenta come sempre. Non ha voglia di cantare. Tutto la mette a disagio.
La voce di suo padre, pastore ortodosso, mentre recita i Salmi le sembra quella di uno sconosciuto. Lo stesso che l'aveva umiliata davanti a tutti mostrando le foto a lei fatte da un uomo dopo esserci stata a letto, dicendo che il Diavolo agisce tramite il corpo delle belle ragazze per tentare i bravi cristiani. Stringe l'orlo del vestito con rabbia.
Sua madre le aveva proibito di uscire di casa per giorni, perché nessuno ridesse della puttana del quartiere. Dean era stato l'unico a non dare peso alle voci che erano girate su di lei. Aveva picchiato chiunque le desse della troia, fino a che la questione non era stata dimenticata. Ogni volta che ci pensava, però, veniva presa dalla nausea.
Era costretta a confessarsi due volte al mese, perché Dio assolvesse i suoi peccati da adolescente.
Ma lei non cercava nessuna assoluzione.

Si ritrova a pensare a Dean. Aveva cercato di portarlo con lei in Chiesa qualche volta. Si era sforzata di fargli capire che avrebbe dovuto cambiare vita, ma non era bastato.
Scuote la testa, sospirando tra sé e sé.
Pensarci le fa venire le lacrime agli occhi. Non immaginava che fosse possibile provare tanto odio e tanto amore per una stessa persona. Sapeva che non era colpa sua per come si comportava, doveva prendersi lei cura di lui ma non era in grado e questo la fa stare male. La stretta allo stomaco diventa sempre più insopportabile, tanto che le manca il respiro.

-Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana- la voce rimbomba nella stanza silenziosa. Tutti ascoltano le parole che suo padre legge dal libro.
-Infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.

Martha sente lo stomaco rivoltarsi.

-Vieni.
Rowan le sussurra all'orecchio. La ragazza guarda sua madre, seduta alla sua destra. Ha gli occhi fissi sull'altare e non si accorge neanche che i due ragazzi si sono alzati.
Rowan la tiene per mano e la porta dietro uno dei confessionali di legno. Appena sono fuori dalla visuale delle altre persone, le prende il viso tra le mani e la bacia. Un lungo bacio, tanto desiderato. Una forma di spregio, mentre il Salmo viene recitato in sottofondo.
-Fai silenzio, ora. Entriamo in quella stanza laggiù.
Il ragazzo indica una porta socchiusa davanti a loro. Martha gli sorride e sussurra:
-Se ci beccano?
-Ci siamo persi.

La stanza è vuota, piena di oggetti che non vengono usati da chissà quanto tempo. Rowan si appoggia al muro, davanti a un tavolo che ha ammassati sopra alcuni calici e dei vestiti e sotto a un crocifisso di legno, appeso con un filo a un chiodo.
-Sai cosa, Ro? Vaffanculo a mio padre e alla sua stupida religione.
La ragazza si inginocchia davanti a lui, come più volte aveva fatto sulle panche di legno prima di essere coperta dalla stola del prete. Chiude bene la porta e gli abbassa velocemente i pantaloni, prima di compiere un atto così poco casto in un luogo così sacro.

Alla fine della liturgia escono senza farsi vedere. Martha va verso la madre, che la bacia sulla guancia e la prende per mano.
-Fanno una raccolta fondi per chi ha bisogno. Vai a lasciare qualche dollaro.
Le indica una piccola donna che parla con alcune persone e tiene in mano una mazzetta. La ragazza si avvicina.
Lascia i soldi, poi si incammina da sola verso la luce del mattino che filtra dalla porta della Chiesa.
Chi ha veramente bisogno di lei è Dean. Lui e lui solo, a cui lei ha dedicato la sua vita.
Si vergogna di essere venuta a meno del suo voto, pronunciato a bassa voce in quella stessa sala anni prima. Aveva giurato che avrebbe aiutato in qualsiasi modo chi ne aveva bisogno. Si vergogna di non essere stata in grado di cambiarlo, ma non ha avuto abbastanza tempo.

Prende il telefono e digita un numero.
-Chi è?- la voce la fa quasi scoppiare in lacrime.
-Ciao, Dean, sono io.

E dopo settimane passate senza più sentirlo, il suo cuore si riempie di amore, così in fretta che inizia a farle male.
Ma Martha è disposta a ridursi in pezzi pur di salvare quella povera causa ormai persa.


💗Ci tengo a mostrare le cose anche da un diverso punto di vista, da una narratrice esterna alla trama principale ma persa esattamente come gli altri. Inoltre, perché non mostrare altri lati di Dean?
Amo tantissimo il suo personaggio e spero che facciate lo stesso, anche se non avrà molti capitoli a lei dedicati, una bella storia non è niente senza la parte d'amore tragico.

-B.

𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora