And lease this confusion, I'll wander the concrete
Wonder if better now having survived
Jarring of judgement and reasons defeat
The sweet heat of her breath in my mouth I'm alive
HozierTiene una mano sotto la gonna della ragazza bionda seduta sulle sue gambe e un bicchiere pieno di tequila nell'altra. Beve un sorso, stringendole con forza la coscia, finché lei non geme per il dolore. La ignora, chiude gli occhi e dondola la testa a ritmo della musica assordante. Non gli dà fastidio il modo in cui rimbomba in ogni centimetro del suo corpo, deve solo distrarsi e dimenticare l'immagine di Desirée che si allontana in moto con Reed, le sue braccia strette attorno al petto di lui e le labbra sfigurate in un sorriso ebete.
Serra la mascella per la frustrazione.
Era da tempo che non trovava qualcosa che lo confondesse come fa questa sensazione di rabbia e di vergogna.-Ezra, vuoi farti un tiro?- urla improvvisamente Isaac Price dall'altra parte del tavolo. Ezra Meyer apre lentamente gli occhi, giusto per vedere il suo migliore amico indicare le righe di polvere bianca ordinate davanti a lui.
Si alza dalla sedia e fa scendere la ragazza. Non si regge bene in piedi e deve appoggiarsi al muro per non cadere. Si fa largo tra la gente riunita attorno al suo con un sorriso stampato in faccia. Si china sul piano di legno, la mano di Isaac che gli stringe la spalla da sopra la camicia bianca ancora sbottonata.
-È buona, E. Così bianca che ti farà dimenticare la tua negretta.- gli sussurra nell'orecchio, con una risata roca alla fine. Ezra fa un sorriso, prendendo la mazzetta di dollari arrotolata e inalando in fretta una delle strisce di cocaina disposte sul tavolo.
Paradiso.Butta indietro la testa, passandosi una mano tra i ricci scuri e socchiudendo gli occhi.
-Ah, cazzo.- sussurra. Non se lo ricordava così bello.Isaac batte le mani ridendo accanto a lui, chinandosi e facendo lo stesso. La solita sensazione di euforia lo invade, facendogli formicolare le dita. Si avvicina di nuovo al tavolo.
-Sai, non ho bisogno di quella stupida ragazzina. Tutte qui vorrebbero stare con me.
Il biondo si volta, le pupille dilatate e le guance rosse.
-Cazzo, Ezra, pure io starei con te.- urla nel suo orecchio.
-Tutti, meno che lei. Dimmi cosa devo fare!
Ezra prende Isaac dal braccio e lo costringe ad alzarsi. Il ragazzo barcolla in avanti e si aggrappa a lui, circondadogli il collo con le braccia.
Ezra non lo allontana, troppo impegnato a pensare.-Ho un'idea.- gli grida, per sovrastare il rumore nella stanza, dopo essere stato in silenzio per diversi minuti.
-Quale?
-Vado a picchiare Reed.
Ezra si scosta dalla fronte i capelli impregnati di sudore e guarda l'altro ragazzo, sorridendo.
-Adesso?
-Adesso.
Isaac ride e gli prende la mano, riportandolo verso il tavolo.
-Prima un altro giro.La seconda volta Ezra sente la testa più leggera, la musica si fa più forte. Percepisce il sangue scorrergli nelle vene e ribollire al pensiero di ammazzare Dean a furia di botte. Non hanno bisogno di quello psicopatico comunque.
-Stai bene, E?
La voce di Nathan gli provoca un brivido inaspettato lungo la schiena. Si volta, trovandosi davanti gli occhi scuri e penetranti del ragazzo.
-Mai stato meglio.- sussurra allungando la mano per prendere un altro bicchiere, che finisce in un sorso solo. L'alcool accelera l'effetto della coca. Socchiude gli occhi mentre si rende conto di non avere più possesso del proprio corpo.Nathan lo sorregge dal fianco, finché non sente la scarica di adrenalina e i muscoli del corpo chiedergli disperatamente di muoversi.
Afferra entrambe i ragazzi per un braccio e li trascina verso la porta d'ingresso. Non sa più di chi sia la casa, né dove si trovi, ma ha bisogno di sfogarsi e di respirare l'aria fresca della sera.-Ahi, E, mi fai male.- Isaac strattona il braccio e si ferma in mezzo alla strada, poco lontano dalla villetta. Ezra si accende una sigaretta e si volta a guardarlo.
-Vuoi venire con me o no?
-Certo, però–
Ezra lo interrompe posandogli un dito sulle labbra.
-Smettila di fare il bambino.
Isaac non risponde, si accascia sul bordo della strada e lo guarda con gli occhi vitrei. Nathan si siede accanto a lui mentre Ezra saltella su un piede, la testa che gira come una trottola impazzita.-Che cosa pensi di fare adesso?- chiede Nathan posando il mento sulle ginocchia piegate.
-Vado a casa di Dean.
-Reed? Perché?
Isaac scoppia a ridere, rimanendo sdraiato sul cemento.
-Gli scopa la ragazza.
-Non mi— Ezra si spegne la sigaretta contro l'avambraccio, sussultando per il dolore. —Non è la mia ragazza.
-Non lo è perché non vuole.
Si china sul ragazzo steso a terra e gli colpisce il naso con un pugno, mettendoci tutta la forza che ha.Sente un dolore lancinante allo stomaco, prima di realizzare che Nathan lo ha colpito lì. Cade a terra sputando sangue ma si rialza poco dopo, per tirare un violento pugno in pieno volto al ragazzo castano. Nathan glielo restituisce con rabbia ed Ezra sente un rivolo caldo scendere dal sopracciglio lungo tutta la sua guancia. Si volta verso il marciapiede e vede Isaac avvicinarsi, la faccia piena di sangue che ha cercato di pulire con il bordo della camicia bianca. Gli salta addosso, facendo cadere entrambi, senza riuscire più a ragionare. Sente che era quello di cui aveva bisogno. Il dolore fisico e il sapore metallico che sente in bocca e nell'aria sono meglio di qualsiasi altra cosa.
Sono tutti e tre distesi sulla schiena, il freddo del cemento a contatto con la loro pelle bollente e sudata. Attorno tutto è silenzioso, la strada è deserta e il cielo è già buio.
Ezra scoppia a ridere, una mano sul petto e l'altra distesa verso Isaac, che ridacchia a sua volta, seguito da Nathan. Per qualche minuto si sentono solo i loro respiri affannati ed Ezra chiude gli occhi, sorridendo.
-Cazzo, penso di avere il naso rotto.
-Io non mi sento le braccia.
Ridono di nuovo, prima di mettersi lentamente a sedere.
Ezra si accende un'altra sigaretta, lasciando che il fumo rallenti il suo cuore, che batte all'impazzata.
Ha smesso di pensare per qualche momento e si sente felice. Si pulisce il volto con il dorso della mano, tossendo e sputando per terra ancora qualche grumo di sangue.Isaac si alza.
-Perché non ci hai mai parlato seriamente di lei?
Ezra lo segue a fatica, ogni parte del corpo gli fa male.
-Perché non c'è niente da dire.
-Mi hai picchiato perché ho detto che non le piaci.
-Ti ho picchiato perché hai una faccia da cazzo.
-Continua a mentire a te stesso.
Gli mostra il medio, mentre cerca di sistemarsi la camicia imbrattata di sangue e terriccio.
Ovviamente piace a Desirée. Piace a tutte le ragazze e a molti dei ragazzi.
Non sopporta quando qualcuno afferma qualcosa di diverso.-È lei il motivo per cui dai retta a Reed?- chiede Nathan, parlando a fatica a causa del labbro spaccato.
Ezra alza le spalle.
-Basta farmi domande su di lei.
-Siamo i tuoi migliori amici.
-Non voglio rispondere.
Il silenzio che segue è pesante. Ezra vorrebbe parlare, ma non è in grado di decifrare lui stesso le proprie emozioni.
È amore? No, forse è solo un'ossessione. Ma nessuno è meglio di lui, sicuramente non Dean.Supera i due ragazzi senza guardarli in faccia.
-Grazie per la serata, ne avevo bisogno.- dice solamente.Sorride mentre si allontana. Il dolore fisico non è abbastanza per smuovere Dean. Deve fare di peggio e sa già chi chiamare per questo.
💗yoooo eccomi tornata contro ogni aspettativa :D
Capitolo molto importante anche se non sembra, in cui finalmente (spero) si nota la personalità narcisistica e disturbata del mio Ezra. Non per casualità chi soffre di quel disturbo solitamente abusa di cocaina e altre droghe stupefacenti. Anyway la situazione sembra incasinata adesso ma è solo il preludio, vi aspettano veri traumi e, dato che ho molto tempo libero essendo chiusa in casa, arriveranno relativamente presto.
Ah, grazie infinite a tutti per le 1,08k letture.B.
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𝐀𝐏𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐀𝐔𝐒𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐄
Novela Juvenil𝑳𝑨 𝑽𝑨𝑵𝑰𝑻𝑨' 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑬𝑺𝑰𝑺𝑻𝑬𝑵𝒁𝑨 | 𝑪𝑶𝑴𝑷𝑳𝑬𝑻𝑨 Anno 2003, Baltimore, Stati Uniti. Dove le vite di Dean Reed, Desirée Anderson ed Ezra Meyer si incrociano, uniti dal destino. Abbandonati dalla società, lasciati a loro stessi e a vi...