"Scriverei caso diario ma non ce l'ho con me. Oggi è una di quelle giornate no o peggio. È brutto essere rapita ma la cosa che mi spaventa di più è che non rivedrò più la mia famiglia, le persone che hanno fatto di tutto per me e darebbero la loro vita per me. Forse è positivo così non mi vedranno morire pian piano ma non riesco a star lontana da loro. Sono terrorizzata, non riesco a stare qua, sento come se questo posto non mi appartiene ma non saprei dove andare. Ho troppa paura. Quell'uomo di spaventa, pensare che fa un sacco di cose brutte e io sono nelle sue mani. Può fare di me ciò che vuole e questo pensiero mi comprime, la paura che possa toccarmi o farmi del male. Qui non ho nessuno, nessuno che tiene a ne e che cerca di proteggermi. Nessuno che mi conosce veramente. Questi uomini, tutti sono esseri cattivi, non possono essere neanche considerati umani e ho paura. Basta un suo ordine e mi farebbero del male. Ho solo 16 anni credo di aver sofferto già abbastanza e ora sono pure lontana dalla mia famiglia. Cerco di non pensare a questo, a non pensare a niente ma è impossibile. Nel mondo le persone sono cattive e io non voglio provare questa cattiveria nella mia pelle. Preferivo vivere nel mio mondo dei sogni, delle fiabe ma evidentemente non posso. Sembra come di vivere un incubo dal quale non mi sveglierò mai. Cerco di essere positiva e di dire tipo "per fortuna non mi ha venduta come puttana" "per fortuna non mi ha violentato" "per fortuna non mi ha ucciso" per fortuna...ormai non so più che pensare! Sento come se questo mondo, tutto questo mondo governato da cattiveria, corruzione non fosse mio. Posso sembrare stupida o una bambina ma io voglio vivere in un mondo pieno di rose e fiori"
Finisco di scrivere e mi sento come un peso in meno. Prendo il foglietto e vado in bagno. Cerco qualsiasi cosa e trovo un accendino. Lo guardo attentamente fino a mettere il foglio nella vasca da bagno e lo cospargo dell'alcol per togliere lo smalto dalle unghie. Prendo l'accendino e senza pensarci due volte lo accendo e lo avvicino al foglio che subito prende fuoco. Mi metto a guardarlo attentamente. Il fuoco ardente arancione da cui si intravedono delle fiamme più scure, sul rosso fuoco. Il rumore della carta straordinario, come cha cha cha e l'odore di bruciato, come quando un persona accanto a te si mette a fumare una sigaretta. Guardo fisso il fuoco e non mi perdo nessun movimento delle fiamme. Mi metto con la testa sul lato rialzato della vasca e con le ultime lacrime che continuano a uscire come fiumi dai miei occhi continuo a guardare il foglietto ormai in cenere finché non si formano pezzettini neri ormai bruciacchiati. Come spiegarlo in parole povere? Come il proprio destino che per colpa di una persona brucia e va un frantumi. Sento bussare alla porta della stanza e subito apro il getto della doccia per togliere la cenere e mi sciacquo velocemente la faccia togliendo tutte le mie lacrime. Mi asciugo in un'asciugamano pulita e mi guardo allo specchio. Ho ancora un po' gli occhi rossi, inutile cercare di nascondere il fatto che ho pianto perché non ci sono mai riuscita.
"Avanti" dico uscendo dal bagno ed entra una donna sulla sessantina capelli scuri color cenere, occhi castani tendenti al nero, alta e magrolina.
"Salve signorina Isabella, il signor Volkov vuole che le mostri la dimora. Sono Alison, la governante, per qualsiasi cosa si rivolga a me"
"Grazie ma ti prego chiamami Isabella senza signorina e senza darmi del lei, non sono nessuno di importante"
"Mi dispiace ma non posso. Il signor Volkov mi ha dato precise istruzioni"
"E scommetto che non lo puoi contraddire? Allora facciamo così quando lui non c'è chiamami Isabella"
"Non so se..."
"Perfetto deciso, allora Alison cosa visitiamo prima" dico sorridendo.
"Lo farai impazzire ragazzina"
"I know" dico senza neanche pensarsi e mi soffermo sul guardare tutte le stanze che mi sta mostrando. La mia stanza ha un letto a piazza e mezza, un comodino e il bagno ovviamente con tutti gli accessori, una poltrona, una scrivania e un angolo bar.
"La tua stanza fa parte di quelle degli ospiti. In tutto sono 3. La casa è molto grande infatti c'è molto da pulire"
"Fai tutto tu?"
"Oh no no cara ci alterniamo. In tutto le domestiche sono sulle 30 per non parlare dei camerieri e maggiordomi"
"Perchè lavorate per lui?"
"Alcuni di noi hanno dei debiti con la mafia russa e lavorando qua per moltissimi anni i debiti vengono ripagati"
"Invece gli altri?"
"Altre invece sono state comprate o erano ex puttane nei bordelli dello zar"
"Ei posso farti una domanda?"
"Certo"
"Che vuol dire una cosa del tipo ты мой?" Dico e il suo sguardo si rattrista
"Chi te l'ha detto cara?"
"Volkov"
"Oh mio dio mi dispiace tesoro"
"Perchè? Che vuol dire?"
"Vuol dire che sei sua, gli appartieni e può fare di te ciò che vuole""Del tipo"
"Sai cosa intendo"
"Ho capito ma io non voglio"
"Non importa quello che vuoi tu, nella mafia l'opinione di una donna non importa"
"E perchè no?"
"Sono il sesso sottomesso"
"Regole sessiste"
"Sono state così fin dall'inizio dei tempi"
"Parlami un po' di Ares o come diavolo si chiama?"
"So che lo consideri un mostro ma prima non era così, era tutto l'esatto opposto. La mafia non condanna solo le donne, anche gli uomini quando sono deboli muoiono. Prima o poi si trova un modo per sopravvivere in questo mare di pesci grossi serve essere uno squalo"
"Quindi tu pensi che sia tutta colpa della mafia?"
"La colpa è anche di lui ovviamente"
"Tu lo conosci bene?"
"Si"
"Raccontami un po' di lui"
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Crudele destino
RomanceIn un piccolo paesino della Sicilia una madre racconta alla figlia una favola della buonanotte: la favola delle anime gemelle. Due anime unite da un filo e quando si troveranno a vicenda quel filo scomparirà e saranno unite da un amore profondo. Tal...