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*Ares

Controllo l'orario e mancano 5 minuti all'ora di pranzo. Esco dal mio ufficio e scendo fino ad arrivare in sala da pranzo. Vado verso la cucina dato che ancora non è stato servito niente e mi fermo quando sento la voce di Isabella.

"Dovrò per forza dargli un erede?"

"Si"

"E se non potessi?"

"Che intendi?"

"Cosa succederebbe se non posso dargli in erede"

"Tesoro..."

"Ti prego dimmelo"

"Una donna che non può avere figli e inutile"

"Che fine farei?"

"Ti venderebbero come puttana o ti portano in un loro night club"

"Io non voglio sposarmi...ho paura" dice e scoppia a piangere.

"Lo odio...io odio Ares Volkov, non voglio questa vita, non posso" dice e sento come un peso al cuore.

"Ascoltami bene...è ora di pranzo e guai a te se ti fai vedere che piangi capito?"

"Adeso asciugati le lacrime e vai a mangiare ok?"

"Si"

So che mi odia eppure sentirmelo dire in faccia è un'altra cosa. Eppure non so perchè questa mi reazione però sento tutto dentro di me formicolare dalla rabbia e le mani iniziano a prudermi violentemente.

Cosa mi stai facendo ragazzina?

Mi vado a sedere nel mio posto a capo tavolo e dopo pochissimo esce Isabella dalla cucina e sobbalza appena mi vede.

"Ciao" dice con un briciolo di voce e si siede a capo tavola dall'altro lato di me. Ha gli occhi lucidi e si nota che ha pianto dato il suo colorito più acceso del solito e gli occhi rossi. Rimane in silenzio girandosi la forchetta tra le mani e non alza lo sguardo verso di me per nessun motivo, troppo impaurita per farlo. La rabbia pian piano si calma eppure non riesco a fare a me di essere arrabbiato dato che ha dei leggings molto aderenti che fascino tutte le sue bellissime forme, ma solo io poso vederla così,nessun altro al di fuori di me. I piatti arrivano e iniziamo a mangiare nel più silenzio possibile. Guardo ogni singolo movimento della ragazzina e a volte alza lo sguardo fissandomi ma subito dopo distoglie lo sguardo.

"Oggi devo andare in un mio night club, verrai con me"

"Non poso rimanere a casa" dice con voce bassa spaventata dalla mia reazione.

"No verrai con me dato che sarai mia moglie, devi abituarti"

"Ok" dice con gli occhi che ritornano lucidi e abbassa subito lo sguardo guardando il piatto.

"Visto che diventerai mia moglie dovrai fare una serie di visite per controllare che è tutto apposto"

"C-che tipo di visite?"

"Visite generali"

"E se non volessi farle?"

"Cosa nascondi ragazzina,"

"N-niente"

"Come ho già detto farai una serie di visite, fine della discussione"
"

Sarà sempre così?"
"Così come?"
"Prenderai sempre tu le scelte? Io non ce la faccio più, ogni santa volta mi devi comandare su cosa devo fare, io non le voglio fare quelle visite e non voglio diventare tua moglie" dice e sul suo viso compare un misto tra tristezza e terrore dato il suo tono. Mi alzo subito e la sedia finisce a terra provocando un tonfo.
"Cosa hai appena detto ragazzina?"
"Mi dispiace...n-non volevo"
"Rispondi alla mia domanda" dico freddo prendendole violentemente il braccio e sbattondola al muro. Mi avvicino al suo viso e posso sentire il suo profumo. Rose misto alla paura...un elisir esplosivo.
"Ripeti ragazzina"
"Non ho detto niente" dice tremando e alzo la mano per toccargli il viso ma si sposta dal mio tocco terrorizzata e chiude gli occhi. Mi fermo di colpo e guardo questo piccolo esserino davanti a me terrorizzata a morte. Mi avvicino al suo orecchio e gli tolgo un ciocca di capelli davanti al suo bellissimo viso angelico ora ricoperto di lacrime.
"Vai in camera mia piccola bella" dico ad un centimetro dal suo orecchio e poi la guardo dritta negli occhi e le accarezzo le labbra col pollice.
"Vai in camera e restaci" dico freddo e appena mi allontano un centimetro da lei si allontana via correndo.
*Isabella
Corro nella camera che ora condivido con lui e mi chiudo a chiave. Mi metto una mano sul cuore per cercare di calmare i miei battiti e mi lascio cadere con la schiena alla porta.

Crudele destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora