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"VOGLIO SCENDERE TI PREGO" urlo tra le lacrime cercando di tenermi il più possibile al sedile.

"TI PREGO COSÌ MORIREREMO" continuo ad urlare.

"STA ZITTA" mi urla contro ma il panico si prende possesso del mio corpo.

"TI PREGO FAMMI SCENDEREEEEE NON VOGLIO MORIRE" continuo ad urlare e in risposta mi arriva un forte schiaffo da parte sua che mi fa sbattere la testa contro al finestrino.

"V-voglio tornare a casa" dico con un filo di voce mentre vedo farsi tutto sempre più buio...

*Carlos Sibrec

Continuo a correre e a superare tutte le macchine fin quando non faccio sbattere una dei suv nero con un camion che lo prende in pieno e l'altra auto sbatte contro una serie di auto posteggiare. Faccio un respiro di sollievo che si trasforma in un gemito di dolore a causa della gamba. Guardo velocemente l'orario e noto che sono le 17:30. Continuo a guidare fino ad arrivare la punto prestabilito, ovvero all'inizio del bosco fuori dalla città. Controllo velocemente che nessuno mi abbia seguito e mi affianco all'unica auto che si trova qui. Scendo dalla macchina e anche se un po' zoppicante prendo di peso la ragazza e la carico sulle spalle portandola nell'altra auto dove la lego con delle corde nei polsi e nelle caviglie e la metto nel cofano dell'altra auto. Mi avvicino al finestrino del sedile del guidatore e l'uomo abbassa il finestrino.

"Martel ha detto che mi avreste retribuito molto per lei"

*

"Infatti" dico freddo e sparo un colpo in testa al traditore di Volkov. Guardo il cofano e assicurandomi che è chiuso metto in moto l'auto e vado verso la destinazione.

"Sai che se Volkov ci trova ci farà del suo peggio vero?"

"Che ci provi" dico freddo guardando il ragazzo accanto a me.

"Se non eri cosciente el pericolo non entravi nella mafia" aggiungo e per tutta la durata del viaggio nessuno proferì parola.

"Prendi la ragazza e portala dentro" . Il ragazzo annuisce e scende dall'auto andando ad aprire il cofano per prendere la ragazza e portarla dentro.

"Cortes il boss sta arrivando"

"Perfetto" dico ad uno dei miei uomini ed entro nella casa.

*Trevor

Prendo la ragazza mettendola sulla spalla e la porto dentro la casa. 

"Tieni ragazzo" dice uno dei tanti uomini del boss dandomi delle manette. Salgo al secondo piano della casa e aprendo una stanza senza finestre e completamente vuota tranne per un divano e delle catene la metto sopra di esso. Gli tolgo la corda dalle mani e prendo le manette legandola alle catene. Mi allontano e quando sto per andarmene mi soffermo a guardarla. Indossa un jeans nero stretto con una magliettina aderente bianca sporca di sangue, i capelli biondi lunghi e al lato sulla fronte un taglio superficiale pieno di sangue che gronda fino al seno ed infine il labbro leggermente gonfio con un po di sangue. Chiudo la porta e quando sto per scendere le scale mi imbatto in Cortes.

"Cosa succederà a quella?"

"Secondo te?"  

"Ma sembra piccola"

"L'età non conta in questo mondo e lo sai bene...il boss ha detto di non toccarla ma se vuoi per te posso fare un'eccezione" 

"N-no non serve" dico e quando sto per andare mi richiama.

"Vedi di farti passare questa fase se no sarò costretto ad eliminarti" 

"Si capo" dico e subito dopo mi allontano scendendo le scale e andando dritto in cucina. Prendo una bicchiere e mi versò un po' di vodka liscia dentro di esso. Bevo tutto d'un colpo e mi siedo su una sedia. Altri uomini che non stanno facendo la guardia vengono e si siedono davanti al tavolo iniziando a bere e parlare tra di loro.

"Non so voi ma io quella ragazza me la scoperei volentieri, emana strasesso"

"Pure io"

"Sono d'accordo"

"E tu ragazzino che mi dici, suppongo che gli avrai dato qualche toccatina, com'è?" Dice un uomo e quando sto per rispondere Cortes prende parola.

"Qualche toccatina ma gli ordini sono ordini"

"Perchè tu non li infrangeresti se potessi avere una come quella?" Dice un altro e tutti ridono ed io sforzo una risata.

"Capisco perchè Volkov ha scelto una come quella" dicono continuando il discorso finché non si decidono di tornare a lavoro. Quando tutti sono tornati a lavoro bevo un altro bicchiere di vodka e prendo velocemente una bottiglia d'acqua con un panno e mi dirigo nella stanza della ragazza senza pensarci due volte. Entro velocemente aprendo la porta e la trovo a fissarmi e fare qualche passo indietro.

*Isabella

Mi sveglio di colpo sentendo una superficie morbida sotto di me. Inizio a tossire e a respirare velocemente finché non riesco a calmare i miei battiti. Mi guardo attorno ma tutto intorno a me è buio. Cerco di muovermi ma sento una forte pressione sia nelle caviglie che del freddo nei polsi. Non riesco a pensare a niente, mi sento solo stonata e con un mal di testa infernale. Non riesco neanche a proferire parola e quando provo ad aprire bocca sento una forte sensazione di bruciore nella gola. È come se tutto intorno a me fosse circondato dal caos e il buio e il silenzio tombale non aiuta per niente. All'improvviso sento dei passi farsi sempre più vicini fino a fermarsi e la porta si spalanca del tutto. Chiudo gli occhi per la luce abbagliante e vedo un ragazzo avvicinarsi a me ed istintivamente vado indietro. Si ferma a qualche passo da me e appena si avvicina al mio corpo faccio qualche passo indietro mentre le lacrime continuando a scorrere dai miei occhi come un fiume copioso che non finisce mai. 

"Non voglio farti del male, suppongo tu abbia sete" dice avvicinando la bottiglia alle mie labbra ma mi allontano di colpo non dicendo niente e guardandolo spaventata dritto negli occhi.

"Non è avvelenata" dice portandosela alla bocca e bevendo.

"Visto" dice e subito dopo la riporta alle mie labbra e bevo quell'acqua che mi provoca una sensazione di freschezza e piacere su tutto il corpo. Appena ho finito di bere la leva dalle mie labbra e ci bagna un panno per poi avvicinarsi cautamente al mio viso e lo appoggia sulla mia fronte provocandomi dei gemiti di dolore.

"So che fa male ma un po' deve essere pulita la ferita" 

"D-dove sono?"

Crudele destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora