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*Ares
Per tutto il continuo del viaggio in macchina nessuno osa parlare e dopo poco arriviamo a destinazione. La festa si terrà alla casa di Endriew Pikani, il boss spagnolo. Scendo dall'auto e un mio uomo apre lo sportello a Isabella. Subito dopo gli porgo il mio braccio e si avvolge ad esso con un braccio.
"Ricordati ciò che ho detto" dico freddo nel suo orecchio e la guardo dritta negli occhi.


*Isabella
Dopo che Ares mi guarda dritta negli occhi riprende il passo e camminiamo percorrendo la navata e arriviamo al portone che ci viene aperto da degli uomini della sicurezza. Guardo per un momento dietro di me e vedo un fantastico giardino. Il verde del prato è messo in risalto dalle luci puntata verso di esso e si può notare a distanza un maestoso cancello sui toni dell'oro. La casa intorno a me sembra una di quelle costruite anticamente: due scalinate ai lato e davanti a noi un salotto pieno di persone. Tutti gli sguardi sono fissi su di noi e non posso fare a meno di provare vergogna e timore ma non posso!

"Zar che piacere averla qui con noi" dice un uomo a me sconosciuto che indosso un cardigan blu seguito da una ragazza che potrà avere circa sui 20 anni. La ragazza indossa un vestito color oro tutto brillantinato con varie trasparenze e che non lascia niente all'immaginazione. Noto subito il suo sguardo su Ares e non riesco a capire perchè sia così intendo.
"Salve Endriew, Sasha lei è la mia futura moglie Isabella"
"Che piacere averla qui signorina Volkov, spero che la serata sia di suo gradimento" dice il signore davanti a me e guardo per un secondo Ares prima di rispondere.
"Si è tutto incantevole grazie" dico con un leggero sorriso e subito dopo se ne vanno ma non prima che la biondina Sasha credo si chiama faccia un occhiolino ad Ares.
"Adesso io devo andare, tu starai con le donne mentre noi parliamo di affari"
"Meglio" dico fredda e lascio la presa di Ares andando a sedermi in un divano pieno di donne accompagnata da una sua guardia. Effettivamente con Ares mi sentivo più protetta in questa serata piena di boss mafiosi ma preferisco che lui mi stia alla larga.
"Tu devi essere la moglie dello Zar?"
"Si piacere Isabella"
"Io sono Katherine, la moglie del boss inglese e loro sono i miei figli Jasmine e Carlos"
"Sono veramente bellissimi congratulazioni" dico sorridendo.
"Sò che chiedo molto ma potresti aiutarmi a tenerli, non riesco insieme"
"Oh em certo" dico e mi da la femminuccia. La tengo per il corpicino e la faccio mettere all'impiedi sulle mia gambe e lei saltella leggermente.
"Sono davvero stupendi veramente"
"Grazie...lei invece non ha figli?"
"No"
"Beh io credo che li avrà molto presto e sarebbe un'ottima madre"
"Grazie lo spero anche io...sono gemelli?"
"Si esatto ma il primogenito è il maschietto menomale"
"Scusi perchè menomale?"
"Oh cara sei nuova in questo ambiente vero?"
"Si"
"Quanti anni hai?"
"16"
"Sei piccolissima ancora...sai devi sapere che se la donna non riesce a dare un bambino maschio che sia primogenito la linea di sangue e il suo regime cadrà perchè solo il maschietto potrà prendere il potere" dice e alzo gli occhi guardando verso Ares che lo noto a fissarmi.

*Ares
"Quella deve essere la sua futura moglie?" Dice Jack Wilson.
"Esatto...si chiama Isabella"
"È davvero una donna stupenda...quella accanto è mia moglie Katherine e quelli sono i miei figli"
"A cosa vuole arrivare signor Wilson"
"Io non mi fido di lei e di nessun altro, sappiamo entrambi che nel nostro mondo non esiste la fiducia...però guardando sua moglie posso vedere che la ragazza si fida di lei. È davvero così stupida o di leo si fida perchè sa che la sua fiducia è ben riposta"
"Non parli di mia moglie" dico freddo guardandolo.
"Come ho detto la sua fiducia è ben riposta ed io per i miei figli voglio il meglio...accetto l'alleanza"
"Sà che non aveva altra scelta vero?" Dico guardandolo freddo negli occhi.
"Lo so ma voglio comunque esprimere i miei pareri" dice e si inginocchia davanti a tutti baciandomi l'anello e ripetendo la frase

"io giuro fedeltà allo Zar Ares Volkov e ripongo a lui tutti la mia fiducia e il mio operato"

Subito dopo la sala viene invasa da fischi e urla e tutti iniziano a bere.

"Un'ultima cosa Zar...si tenga stretta quella ragazza, è un gioiello prezioso e qui molti vorrebbero averla"
Sto con gli uomini a bere fin quando non mi allontano per avvicinarmi ad Isabella che è fuori in giardino a guardare degli alberi un po' lontani dalla sua posizione.
"Cosa ci fai qui sola? Avrebbero potuto farti del male" dico prendendo la mia giacca e mettendogliela sulle spalle dato che il vento si è alzato. Rimaniamo in silenzio e noto che guarda un punto specifico facendo qualche passo indietro istintivamente.
"L'hai visto anche tu?" Chiede.

"Cosa?"
"Là in mezzo agli alberi si è mosso qualcosa"
"Sarà stato qualche animale, adesso entriamo" dico freddo guardando verso gli alberi ed entro immediatamente prima che non sia stato un animale a far muovere i cespugli. Rimango in allerta ma la serata procede tranquillamente e a fine serata ritorniamo a casa e dopo esserci cambiati e lavati andiamo a dormire e stringo al mio petto Isabella che già si è caduta in un sonno profondo.

*Isabella
Tutto intorno a me è buio, non riesco a vedere niente. Non so dove cammino, cosa si trova intorno a me ma sò solo che devo continuare a camminare... Mi fermo di colpo davanti ad una casa, la casa di Ares e tutto intorno a me inizia a farsi più chiaro, sì, sono sicura sia la sua villa. Percorro il corridoio fino ad arrivare alla cucina dove lo trovo seduto in una delle tante sedie a fissare il vuoto.
"A-ares" dico e si gira verso la mia direzione.
"Tu che ci fai qui, ti avevo detto di andartene"
"Cosa è successo Ares?" Dico guardando la mia pelle ripiena di lividi.
"Ancora non hai capito vero?"
"Non ho capito cosa Ares?"
"NON HAI IL DIRITTO DI CHIAMARMI COSÌ TU NON SEI MIA MOGLIE E NON VOGLIO UNA DONNA MALATA AL MIO FIANCO. VATTENE SUBITO O TI STRANGOLO CON LE MIE MANI"
"C-come l'hai s-scoperto?" Dico con voce tremante mentre si alza dalla sedia velocemente e arriva a due passi da me.
"Ares che vuoi fare?" Dico con un filo di voce e sento una forte presa per il collo e sbattermi violentemente contro la parete della cucina.
"NON CHIAMARMI CON IL MIO NOME CAZZO, TU NON SEI NESSUNO PER ME. SEI MALATA E IO NON TI VOGLIO QUI" dice continuando a stringere la presa sul mio collo facendomi boccheggiare in cerca di aria.
"A-ares"
"Pensavi davvero che mi avresti cambiato? Che avresti represso il mostro che c'è in me con la dolcezza e l'amore? Ti sbagli di grosso tesoro, non siamo nelle favole. Ahahaha che illusa pensavi che ti avrei amato? Sul serio? Non ti facevo così stupida, per me sei solo una palla al piede e non sono un cagnolino che puoi cambiare a tuo piacimento"
"I-io..."
"STA ZITTAAAA! DA QUANDO SEI QUA NON FAI ALTRO CHE ROVINARE TUTTO" dice me ormai non riesco a sentire più niente se non la mia gola farsi sempre più piccola e la mia pelle bruciare come fuoco ardente.
"Addio ragazzina, vai all'inferno".

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