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"Entra forza"

"Emm no"        

"Hai paura piccola Bella?"

"Non chiamarmi piccola Bella e non ho paura"

"Allora buttati" dice freddo.

"Girati"

"Sai che ti vedrò nuda prima o poi vero?"

"Spero poi che prima. Girati"

"No"

"Per favore?"

"Ok, muoviti" dice e si gira. Mi spoglio velocemente rimanendo in intimo e prendo la camicia di Ares e la indosso.

"Hai finito?"

"Puoi girarti" dico e appena mi vede con la sua camicia fa un mezzo sorriso.

"Di certo non entro nuda con lo Zar spietato accanto"

"Come sei melodrammatica" dice e subito dopo entrò in acqua ma subito inizia a salirmi un po' di paura. Fin da piccola ero terrorizzata a mare quando non vedevo il fondo. Andavo con la mia famiglia in posto dove il mare era cristallino, così da poter guardare il fondo senza problemi. Non so in realtà cosa mi facesse paura veramente, forse le alghe dal colore nero. Quelle erano le più spaventose, non sapevo cosa si nascondesse al loro interno e questa costante paura di non sapere cosa ci selasse dietro si è trasformata in una specie di fobia.


"L'ego e un bastardo non credi ragazzina?"

"Non so di cosa parli"

"Tra poco sembra che stai per avere in infarto, vieni tieniti a me"

"No grazie"

"Ok l'hai voluto tu" dice e subito mi prende dalle gambe e le fa aderire al suo bacino.

"Lasciami subito che sento il tuo cosino vicino a me"

"Cosino? Ahahah, di cosa hai paura?"

"Delle alghe, c'è soprattutto di quando il fondale non si vede, fin da piccola ho avuto questa fobia"

"Tieniti a me e non guardare sotto ok?" Dice ed annuisco.

"Come mai sei così gentile ora?"

"Sei vuoi non lo posso essere più?"

"No no grazie ma ti preferisco così"

"Così, come?"

"Gentile, o almeno un po'. Di solito sei sempre arrogante, egocentrico e tutto il resto ma secondo me tu ti nascondi in questi comportamenti"

"Spiegati"

"Secondo me utilizzi quei comportamenti per non aprirti con gli altri, per essere solitario perchè sai che se ti apri le persone ti ferirebbero e ti vedrebbero debole...ma a volta è ok essere debole"

"Quindi è bello essere debole?"

"In questo diciamo "mondo" no perchè i primi a morire sono i deboli ma al di fuori da tutto questo sì. Una volta io utilizzavo un metodo. In classe tutti si volevano superare e chi non ci riusciva e vedeva l'altra con voti superiori gli venivano dette cose del tipo "sicuro hai copiato" o cose così. Allora io mi facevo vedere debole, del tipo che non sapevo le cose e poi ero la prima a sapere tutto. Utilizzavo questo metodo soprattutto per manipolare o una cosa del genere. Gli altri si credevano più intelligenti o più importanti di te e poi sul momento tu batti tutti"

"Ti piaceva gareggiare?"

"Volevo essere la prima in tutto e se non lo ero mi infuriavo e facevo di tutto pur di essere la prima"

"Eri una che ti piaceva stare al centro dell'attenzione?"

"In realtà no, cercavo di essere nella parte più buia, non mi piace essere al centro dell'attenzione"

"E perchè?"
"

In realtà non lo so ma credo per non avere gli occhi puntati addosso...ma adesso basta parlare di me, dimmi un po' di te Ares Volkov?"
"Cosa vuoi sapere ragazzina?"
"Perchè non mi hai ucciso dopo che ho visto il cadavere del dottore?"
"Forse perchè ho rivisto me attraverso te"
"Spiegati meglio"
"Ho visto una bambina spaventata e quando può sembrare brutale, in altri casi ti avrei mandato o in un night club o ti avrei venduta"
"E-e perchè non l-l'hai fatto?"
"Perchè a differenza delle altre ragazze sembravi diversa, non so di cosa ma c'era qualcosa di strano in te, di unico, diverso dalle altre"
"E cosa?"
"Ancora devo scoprirlo ed è strano che mi affascina qualcuno così tanto da non ammazzarlo subito"
"Invece la tua famiglia?" Dico e il suo sguardo cambia subito in un misto tra rabbia e tristezza. Mi allontano leggermente fa lui rimanendo sembra seduta su di lui, dato che mi tiene con le sue mani. Le sue mani affondano nella carne delle mie cosce e butto un gemito di dolore.
 
"Mi dispiace non avrei dovuto farti quella domanda, i-io mi d-dispiace" dico e appena guarda i miei occhi leggermente impauriti cerca di rilassarsi facendo un gran respiro e prende parola.
"Io sono figlio unico, mia madre era una donna bellissima, capelli castani e occhi celesti, sembrava su molti tratti un angelo ma dato che quando sono nato ero il futuro Zar, colui a capo della mafia russa non potevo permettermi di avere affetto. Mia madre ha cercato di darmelo all'insaputa di mio padre ma questa l'ha resa un bersaglio, era andata contro l'educazione che mi era stata imposta da mio padre così lui la uccise. Ero ancora piccolo, potevo avere 6 o 7 anni ma a lui non importava. Ero una macchina da guerra e come tale non dovevo avere sentimentinti. I sentimenti rendono deboli e non potevo permettermi una cosa simile.
 
"È morto?"
"Quel bastardo ha avuto quello che meritava, rimpiango soltanto di non averlo ucciso con le mie stesse mani"
"E tu lo odi?"
"Mio padre mi ha cresciuto, ha fatto di me quello che sono. Eh mi chiedi se lo odi, beh è dura odiare la persona che ti ha reso quello che sei, alla fine odi solo te stesso. La verità è che vorrei odiarlo davvero, renderebbe tutto più facile...ma non puoi odiare una persona alla quale hai voluto bene, anche solo per qualche secondo" dice e poggio la testa sulla spalla mettendo le braccia intorno al suo collo.
 
"Tu non sei cattivo Ares"


Crudele destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora