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"M-mi fai male" dico ma non sembra sentirlo dato la forte musica attorno a noi. Se devo essere sincera, ho 16 anni e non sono mai stata in una discoteca, beh questo è un bordello ma è un altro discorso. Apepna sono entrare l'odore di fumo, alcol, sudore è entrato dritto nelle mie narici e per non parlare della musica che rimbomba fortissima in tutto il locale. Nel locale ci sono donne nude, se non fosse per un misero tessuto che le copre, ma che praticamente non copre niente. Alcune ballano sensuali sui pali mentre gli uomini gli fanno apprezzamenti, le toccano e le fissano. Ci sono uomini di ogni età  dai più giovani ai più vecchi. Altre ragazze baciano sconosciuti che le toccano in ogni parte del loro corpo mentre altre vanno con uomini non so dove. I miei occhi vagano per il locale, insieme ai miei pensieri, che vengono fermati da una voce maschile.

"Salve Zar"

"Kovar"

"Gli uomini sono arrivati"

"Ok perfetto"

"Lei deve essere la sua futura moglie"

"Esatto" dice freddo.

"Con permesso" dice il quale ho capito chiamarsi Kovar e se ne va.

"Vladimir portala nel mio ufficio e guai a te se esce"

"Ok capo, vieni" dice freddo Vladimir prendendomi per il braccio facendomi strada verso una meta a me sconosciuta.


"Che ci faccio qua? Non potevo essere a casa...tanto non cambia essere reclusa qui o a casa"

"Sei qui perchè il capo vuole che tu sia qui"

"E chi è lui per darmi ordini?"

"Il tuo futuro marito" dice e per un secondo sento mancarmi l'aria sotto ai piedi.

"C-cos'è questo posto?" Dico camminando per tutta la stanza osservando ogni minima cosa.

"Questo è l'ufficio del signor Volkov...ora se non ti dispiace devo andare"

"E mi lasci qui da sola?"

"Saprai cavartela...stai attenta" dice un po' meno freddo e escedalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle.


*Ares

"Ares"

"Vladimir, l'hai portata nel mio studio?"

"Si capo"

"Perfetto, andiamo" dico freddo e ci spostiamo verso la sala chiusa al pubblico. Vladimir mi apre la porta e appena entro tutti i boss abbassano la testa. Cammino sicuro di me nella grande sala e mi siedo a capo del tavolo. Si siedo tutti e Vladimir rimane alzato dietro di me.

"Salve Zar"

"Salve Zar"

"Salve signor Volkov"

"Come procedono gli affari?"

"Tutto bene Zar, per il momento i giapponesi non si stanno intromettendo, i carichi di droga sono arrivati in Spagna con successo. Tra qualche giorno gli arriveranno i soldi" dice Endriew Pagani, boss spagnolo.

"Tutto bene anche da noi capo, i carichi di droga e le armi sono arrivati senza intoppi" dice Dylan Rockel, boss francese.

"La stessa cosa vale per noi, la droga e le puttane sono arrivati, il traffico di essere umani procede molto velocemente" dice Alessandro Rossi, boss italiano.

"Come va la questione con Wilson?"

"Jack Wilson è un buon alleato, l'ho invitato alla mia festa questo sabato così avremo modo di parlarci"

"Avrà scusi" dice corregendosi Endriew Pagani.


"Qui siete i benvenuti...godetevi la permanenza con le mie ballerine" dico freddo ed entrano 10 ragazze con costumi che non lasciano all'immaginazione dato che sono esposte del tutto. Lascio la stanza accompagnato da Vladimir e mi reco nel mio ufficio ma appena apro la porta non trovo la ragazzina.


"Dove diamine è?" Urlo ed esco fuori dall'ufficio alla ricerca di quella mocciosa. Finalmente la trovo e lo scenario davanti a me mi fa uscire pazzo.

 
*Isabella

Esco dall'ufficio cercando di non dare nell'occhio e percorro il lungo corridoio buio fino ad arrivare alla sala piena di persone ubriache che ballano e scopano in ogni angolo. Mi fermo ad osservare questo scenario disgustoso. Uomini vecchi che palpano ragazze all'incirca della mia età, ragazze che ballano nude sui pali o sui cubi nella sala mentre gli uomini stanno sotto come dei bavosi che ammirano le prede prima di ucciderle. La puzza di alcol, sudore misto a fumo riempie le mie narici e mi sposto cercando di abbandonare quell'odore rivoltante finché non arrivo in un corridoio buio dove si sente solo la musica ovattata rimbombare e le luci fioche che rendono l'atmosfera da brividi. Sento una forte presa per il braccio emi giro di colpo trovandomi davanti un uomo a me sconosciuto.

"Lasciami" dico cercando di levare la presa sul mio braccio.

"Lasciami" dico urlando e mi prende e sbatte al muro cercando di baciarmi.

"Lasciami" dico con un filo di voce mentre il mio corpo e scosso da fortissimi brividi di paura e le lacrime cominciano a scendere ininterrottamente sul mio volto mentre quest'uomo mi bacia con violenza il collo mentre con le mani cerca di alzarmi il vestito che indosso per toccare ogni singola cellula dei mio corpo mentre io mi rimango immobile incapace di reagire. Tutto d'un tratto con la vista offuscata dalle mie lacrime non sento più la pressione del suo corpo contro il mio e tutto intorno a me diventa a schizzi, come se non riuscissi a mettere a fuoco le cose, vedo tutto sfocato. Guardo a terra e vedo del sangue, almeno credo sia quello, un liquido rosso su tutto il pavimento che pian piano diventa sempre di più. Delle forti braccia mi cingono i fianchi ma non riesco più a capire niente, tutto troppo incasinato.

"Ragazzina guardami"

"Ragazzina"

"Isabella" dice smuovendomi leggermente e finalmente cerco di parlare però tutte le mie forze sono svanite e non riesco più a reggermi impiedi.

"Ci sono io con te" sento la voce ovattata di Ares nel mio orecchio e mi lascio trasportare nelle sue braccia.


Crudele destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora