"Capo ci ha fatto chiamare"
"Si, Simone e Andrea partirete per l'America del Nord, precisamente in Canada per dare supporto a Stephan Gallagher il boss americano contro la mafia giapponese"
"Con tutto il rispetto boss ma preferirei rimanere qua a proteggere lei che andare in una guerra non mia"
"Andrea la guerra è di tutti noi"
"No invece, la mafia giapponese mentre noi saremo in Canada ci saranno uomini in meno a proteggere questa mafia"
"Lo so, cercate di sconfiggerli"
"Siamo ai suoi ordini capo ma secondi noi sta facendo uno sbaglio" dice Simone.
"Quando partiremo?"
"Stasera, preparate i bagagli" dico freddo e li congedo.
*Isabella
Mi sveglio di colpo e mi guardo intorno, in una stanza non mia e in un letto sconosciuto. Ho un mal di testa terribile, vedo la stanza sfocata e mi gira la testa. Mi cerco di tenere la testa per farla smettere di girare, cosa inutile. I ricordi di ieri si fanno spazio nella mia mente ma non ho paura, si potrei essere uccisa da un momento all'altro o di peggio ma tanto devo morire. Apro la porta e mi trovo davanti un uomo, salto in aria dalla paura e sembra notarlo.
"Il capo ti vuole vedere, seguimi" dice e lo seguo in silenzio. Quando ci troviamo davanti una porta si ferma di colpo e si gira verso di me.
"Non fare niente di avventato, non mancargli di rispetto e non turbarlo in qualsiasi modo. Se sei viva è grazie a lui e sa essere molto suscettibile a volte"
"Chi sarebbe?"
"Lo chiamerai zar e non parlare mai se non vieni interpellata" dice e bussa.
"Avanti" dice una voce dura ma allo stesso tempo soave.
"Capo la ragazza"
"Puoi andare Vladimir" dice l'uomo e quello a quanto ho capito che si chiama Vladimir esce e chiude la porta alle sue spalle.
"Vieni siediti, non ti mangio" dice freddo osservando ogni minimo mio movimento.
"Perchè non mi hai ucciso?"
"Secondo te?"
"Adotta misure estreme per non far parlare le persone"
"Non hai paura?"
"Per niente"
"L'avevo notato, come ti chiami?"
"Isabella"
"Il nome ti dona, Bella"
"Lei come si chiama?"
"Ares Volkov, lo zar della Russia"
"C-cosa mi farà?"
"Questo ti spaventa?"
"Affatto però della voci si dice che sia un uomo crudele" dico a bassa voce e abbasso la testa. Sento dei passi e una mano che mi alza lievemente a testa ed i miei occhi si scontrano con degli occhi color ghiaccio freddi.
"Tu credi nelle voci mia piccola Bella?"
"I-io non so a cosa credere"
"Hai paura Bella?"
"N-no"
"Chi mi mente fa una brutta fine, vuoi questo Bella?" Dice e faccio no con la testa.
"Hai paura bella?"
"Devo averne?"
"Rispindi a domande con altre domande? Mi irrita"
"Si"
"Si cosa piccola Bel"
"Ho paura"
"Quanti anni hai?"
"16" dico e si avvicina ancora di più al mio corpo.
"Stai tremando piccola Bel"
"No"
"Non era una domanda...ты мой (tu sei mia)
"Cosa vuol dire?"
"Cercalo"
"Cosa mi farai?"
"Hai paura che possa far del male al tuo piccolo corpicino?"
"Perchè fai così?"
"Così come? Sono normale"
"Non è vero, ho visto un cadavere eppure mi lasci in vita, non capisco"
"Vuoi morire?"
"In base a quello che si sente in televisione alle ragazze fate brutte cose e i-io non voglio essere la prossima"
"Ti terrorizza il pensiero eppure da quando sei arrivata non fai altro che tremare, eppure non hai paura...sei eccitata piccola Bel" dice e abbasso lo sguardo rosso di vergogna. Si avvicina ancora di più e ci guardiamo negli occhi. Abbiamo gli sguardi fissi uno sull'altro e sto cercando di decifrare i suoi occhi incomprensibili.
"Inutile che cerchi di decifrarmi ragazzina...troverai solo oscurità, sei pronta a correre questo rischio?"
"Si"
"Mi piaci ragazzina ma questo atteggiamento ti farà ammazzare"
"Tu che se sai se è quello che voglio?"
"Cosa vuoi ragazzina?" Dice mentre con due dita mi segna il contorno del viso.
"Cosa vuoi ragazzina?" Dice con voce fioca vicino al mio orecchio. Posso sentire il suo fiato caldo nel mio collo, cosa che mi fa rabbrividire. Gira di colpo la sedia verso di lui e sobbalzo dallo spavento. Le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie. Posso sentire il suo fiato caldo...stiamo respirando la stessa aria.
"Cosa vuoi ragazzina e non mentirmi" dice con voce soave ma rimanendo sempre in tono freddo. Mi alzo di colpo e mi allontano
"Voglio tornare a casa"
"Non tornerai più a casa tua, ora questa è la tua casa finché io non deciderò cosa fare di te. Posso essere gentile ma posso essere anche il tuo inferno"
"Qual è il tuo gioco?" Dico alzando il tono.
"Abbassa la cresta ragazzina, non sto giocando a niente" dice calmo ma allo stesso tempo con quell'aura di pericolo. Mi avvicino finché non sono davanti a lui e abbassa la testa per guardarmi, data la sua altezza.
"Non starò al tuo stupido gioco"
"A che pensi stai giocando?"
"Non sarò una di quelle che ti porti a letto quando hai voglia, se vuoi una puttana valla a cercare, non sarò di certo io" dico ed esco dall'ufficio ma quando sto per varcare la porta sento una forte presa sul mio braccio e subito dopo sbatto contro qualcosa di duro, il suo petto."Non provare a parlarmi così perchè non ci vuole niente a piantarti una pallottola su quel tuo bel visino"
"Fallo allora" dico sfidandolo con lo sguardo.
"Ancora non capisci che sei un trappola? Un mio ordine e verrai sbranta dai miei uomini. Non giocare con me, hai perso già fin dall'inizio"
"Chi ti fa credere che voglia giocare?"
"Attenta...questa lingua posso tagliartela" dice e lo guardo un po' spaventata.
"Adesso vai e abbassa i toni con me. Non ti farò niente finché non mi desidererai ma non mancarmi di rispetto...non so essere gentile" dice freddo e lascia la presa. Faccio dei passi indietro e lo guardo con gli occhi lucidi cercando di non piangere.
"P-posso andare adesso?" Dico con voce quasi spezzata dalle lacrime che sto cercando di trattenere. Annuisce e corro fuori dalla stanza. Continuo a correre fino ad arrivare nella stanza dov'ero prima. In realtà non ho neanche fatto caso al percorso ma ho una buona memoria. Entro dentro la stanza e sbatto la porta alle mie spalle. Mi siedo sul letto e lascio uscire tutte le mie lacrime. Prendo un foglio di carta e scrivo mentre piango, serve a far uscire tutto per non tenerlo dentro.
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Crudele destino
RomanceIn un piccolo paesino della Sicilia una madre racconta alla figlia una favola della buonanotte: la favola delle anime gemelle. Due anime unite da un filo e quando si troveranno a vicenda quel filo scomparirà e saranno unite da un amore profondo. Tal...