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Quarto giorno di reclusione, credo di poter impazzire se questa cosa persistesse per più di un mese.

L'unico a cui mio padre ha permesso di venire a trovarmi è stato Adrien, che viene ogni giorno dopo le lezioni.

Anika, Ladis e Jonatan mi chiamano a ogni ora praticamente, invece Dasy ogni sera perché di giorno lavora.

Sono contenta di ricevere le loro chiamate perché mi fanno sentire meno sola, ma non mi calmano dal pensiero che potrei venire rapita da una psicopatica in qualsiasi momento.

Nelle ore di cambio, quando gli armadi cambiano il turno, sarebbe più facile rapirmi, ma fino ad ora Amber non si è fatta viva ed ho paura che se lo facesse non finirebbe bene per me.

Comunque ora mi ritrovo sul letto a fissare l'orologio, aspettando con ansia l'unica visita delle mie giornate.
Mi sono autoimposta di andare a vedere tutti gli articoli che riguardano la fuga di Amber, perché so benissimo che la maggior parte parlano di me, e alcuni dipingono me come la cattiva.

Forse non sono la cattiva, ma hanno ragione quando dicono che merito tutto questo, se fossi stata più attenta in questo momento lei non sarebbe rinchiusa in un ospedale psichiatrico e starebbe tranquillamente conversando con suo figlio.
Ma così non è stato.

<< Maelle ti sta chiamando Anika! >> urla uno degli scimmioni dall'altra stanza.

Mi alzo di scatto e raggiungo il telefono che stava squillando sul tavolo.

<< Anika! Grazie a dio hai chiamato, non ce la faccio più a stare rinchiusa qui dentro >> incastro il telefono tra la spalla e l'orecchio e torno in camera chiudendomi la porta alle spalle.

<< Mell, il professore di design sta facendo domande a tutti gli studenti sulle tue assenze, il preside non vuole dirgli nulla.
Quell'uomo ha una vera ossessione nei tuoi confronti >> nell'udire quelle parole, la mia faccia passa dal sollievo al ribrezzo
<< cosa gli avete detto? >> una guardia apre la porta e mi fa segno che in questo momento loro stanno andando via, e tra due minuti entreranno quelli dell'altro turno
<< niente, abbiamo detto che non lo sapevamo. Lui non ci ha creduto, però Adrien è riuscito a farlo stare zitto >> sento delle voci di sottofondo, il che significa che è appena uscita in cortile
<< a proposito, dov'è quel coglione? Dovrebbe essere qui tra due minuti >> dico controllando l'ora
<< è stato trattenuto dal preside, dovrebbe uscire a momenti.
Come mai non sento la tv accesa? Le guardie hanno smesso di soggiornare nel tuo salotto? >> chiede
<< no, è il momento del cambio >> rispondo sbuffando dalla noia
<< ah okay. Comunque appena torno a casa devo assolutamente parlarti di una cosa, ho bisogno di un consiglio >> un boato si innalza dall'altro capo del telefono, e sento Anika allontanarsi dal fracasso
<< come mai quando torni a casa? È qualcosa di importante, tipo un ragazzo? >> chiedo ironica
<< si, ma ne parliamo dopo >> la sua risposta mi spiazza, non pensavo fosse davvero un ragazzo
<< va bene >> proprio nel momento in cui pronuncio quelle parole sento un forte rumore provenire dall'ingresso.

Allontano leggermente il telefono dall'orecchio nell'udire un'altro botto, e un'altro ancora.

<< Maelle va tutto bene? >> chiede Anika allarmata, ma io sono come pietrificata dalla paura, solo dopo vari secondi riesco a trovare la forza di rispondere, solo dopo aver udito la sua voce cercarmi.

Mi chiudo in bagno a chiave, facendo attenzione a non fare nessun rumore.

<< Anika ascoltami, devi chiamare mio padre, digli che Amber è qui, sono chiusa in bagno e non posso uscire. Le guardie si sono date il cambio quindi non possono intervenire, lascio il telefono acceso e me lo metto da qualche parte nella speranza che, in caso dovesse succedermi qualcosa potrete rintracciarmi, sempre se non lo spenge lei. >> la mia voce è un sussurro impercettibile, ma lei capisce perché mi risponde subito
<< va bene, tu cerca di tenerla lontana da te >> dice allarmata prima di attaccare la chiamata per chiamare mio padre.

𝐼𝑛 𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑐𝑒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora