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Non avendo cenato ieri sera, per ovvie ragioni, scendo in cucina e preparo la colazione.
Anche perché devo dimostrare ad Adrien di saper cucinare, e comunque non sarei riuscita a dormire di più.

Ho avuto qualche difficoltà a sgusciare via da letto, Adrien mi aveva circondato il petto con entrambe le braccia e mi stringeva a sé.
E poi ho avuto difficoltà anche a ritrovare i vestiti, perciò alla fine mi sono messa solo un intimo in pizzo nero, preso a caso dalla valigia.

Prendo due tracci, apro il forno, e facendo attenzione a non bruciarmi tolgo la teglia ormai pronta.
Poi riprendo a dedicarmi ai pancake, girando quelli sulla padella e sistemando quelli pronto su due piatti.

Fischietto tranquillamente mentre preparo tutto il necessario: burro, fette, latte, sciroppo d'acero e caffè.

È da tanto che non mi sento così spensierata, ma da quando sono qui è come se non stessi più vivendo la mia vita ma quella di un'altra persona.

<< se ogni mio risveglio fosse così potrei essere di buon umore tutti i giorni >> Adrien entra in cucina con indosso solo i boxer bianchi, che gli slanciano la figura facendolo sembrare molto più alto.

I muscoli dell'addome ben in vista, i pettorali gonfi e la spalla destra appoggiata all'entrata della cucina.

<< davvero? E come mai? >> chiedo ironica spengendo i fornelli per togliere gli ultimi pancake dalla padella.

<< ovviamente per la colazione, guarda quanta roba c'è >> scherza aggirando il bancone e posizionandosi alle mie spalle.

Mi circonda il ventre con entrambe le braccia e appoggia le sue labbra sulla mia spalla, aspirando rumorosamente il mio profumo.

<< buongiorno >> il suo tono di voce mi provoca un fremito al basso ventre, e lui sembra notarlo perché sorride lasciando tanti bacetti lungo la mia spalla nuda.

<< ancora non sei stanca? >> i suoi polpastrelli sfiorano l'estremità dei miei slip, facendomi genere flebilmente.

<< come si fa a stancarsi di te Adrien? >> chiedo retorica appoggiando la testa al suo petto caldo.
<< non si può, ieri ti avevo avvertita; da quel momento ne vorrai sempre di più >> sussurra racchiudendo il mio lobo tra le sue labbra tiepide.

<< non conoscevo questa parte di te, ma devo dire che è molto eccitante...>> mugugno quando le sue labbra si spostano sul mio collo lasciandoci, al contrario di ieri, dei piccoli e dolci baci.
<< neanche io conoscevo questa parte di te, e ti assicuro che anche la tua è molto eccitante. Talmente eccitante che potrei prenderti qui, sul bancone della cucina e aprirti in due.
Potrei continuare all'infinto, venire almeno una decina di volte prima di stancarmi e crollare insieme a te. >> le sue mani si posano ferme sui miei fianchi e mi voltano verso di lui.

Scendono sempre di più, fino a stringermi le natiche e tirarmi su, per farmi sedere sul bancone.

<< e allora perché non lo fai? Perché non mi prendi qui, subito, e godere di prima mattina? >> chiedo sorridendo in modo malizioso.

Con una mano mi allarga le gambe e ci si posiziona nel mezzo, avvicinandomi di più al suo corpo.

<< perché...>> quella stessa mano che prima mi ha separato le gambe, si insinua fra di esse, percorrendo il mio interno coscia con i polpastrelli, e poi fermarsi all'estremità dello slip.

<< dobbiamo andare al centro commerciale >> completa la frase lasciando una mano a stringermi l'interno coscia e l'altra la natica.

<< stai rifiutando ad una scopata, per il centro commerciale? >> chiedo sconvolta dalla sua resistenza.

<< credimi, scoperei con te tutto il giorno, ma oggi abbiamo altri programmi >> lo guardo incuriosita
<< che programmi? >> chiedo subito mettendogli le braccia attorno al collo.
<< stavo pensando... noi non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento, perciò questa sera ti porterò al mio ristorante preferito qui in Alaska. Quindi ora andiamo al centro commerciale, prendi qualcosa di pesante perché non puoi continuare ad uscire così, e cerchiamo insieme dei vestiti per questa sera. >> dice sorridendomi dolcemente.

<< ma la colazione? >> chiedo indicandogli il bancone pieno di cose
<< che dici se la mangiamo per merenda? Se andiamo troppo tardi poi troviamo tutto pieno di gente >> dice, tiro un sospiro di sollievo perché noto che effettivamente avevo fatto troppe cose.
<< per fortuna, non avevo fame >> mi sorride e mi bacia delicatamente, al contrario di ieri sera.

Il fatto che sappia essere dolce, e allo stesso tempo eccitante e stronzo, è la cosa più bella di tutte.

<< devo richiamare papà, ieri sera mi ha videochiamato ma non ho risposto perché avevamo altro da fare >> dice alludendo alla serata passata
<< chiamalo, io mi devo cambiare a meno che tu non voglia farmi uscire così >> mi indico il corpo mezzo nudo e lo vedo indurire la mascella
<< no, così ti ci vedrò solo io. Vai a vestirti >> mi fa scendere delicatamente dal bancone, e prima di lasciarmi andare del tutto mi schiaffeggia una natica.
<< ehi! >>
<< sbrigati, prendo un biscotto e arrivo. Probabilmente papà vorrà sapere di te e non credo di sopportare uno dei suoi discorsi, perciò ti farai vedere >> dice lasciandomi la mano
<< e non posso farmi vedere così? >> considerando lo sguardo che mi lancia lo prendo come un no.

Salgo al piano di sopra, entro in bagno e prendo un leggins con una maglia termica è una felpa.
Me lo infilo velocemente, proprio in tempo quando Adrien entra e prende il suo telefono.

<< Buongiorno Adrien! >> esclama il signor Harris dopo neanche uno squillo.
<< giorno papà, scusa se ieri non ho risposto ma eravamo...occupati >> si siede sul letto e inclina leggermente l'inquadratura in modo che mi veda anche io, che in questo momento sto togliendo il completo che mi è stato regalato da Ladis da per terra.
<< immagino in cosa eravate impegnati, ciao Maelle! >> esclama vedendomi, saluto con la mano e lui sorride.
<< almeno vi siete divertiti? >> chiede ridendo
<< si, direi di sì >> rispondo Adrien convinto, non so come faccia a non sentirsi a disagio in questo momento.
<< allora Maelle, com'è mio figlio? >> mi avvicino ad Adrien per poter parlare più tranquillamente invece di gridare dall'altra parte della stanza
<< tuo figlio è molto dotato Amedeo >> rispondo tranquillamente
<< papà smettila di fare domande del genere >> dice Adrien credendo che il discorso possa infastidirmi
<< perché dovrei? Maelle è la tua ragazza, è più che normale che facciate certe cose. Un'altra domanda: come c'è arrivato lì quel reggiseno? >> ci voltiamo contemporaneamente e scoppiamo a ridere, ecco dov'era.
Sulla maniglia della finestra.

<< questi sono i misteri della vita papà >> sentiamo la voce ancora addormentata di Ladis in lontananza.
<< che programmi avete per oggi? >> chiede mentre sorseggia un caffè
<< la porto da Nanalil >> risponde Adrien
<< ah quel posto è bellissimo, dopo mandami le foto dei vestiti >> dice entusiasta
<< anch'io voglio vedere i vestiti! >> Ladis appare nell'inquadratura con addosso solo i pantaloncini.

<< e vorrei vedere anche come ti sta il mio regalo, Adrien dopo mi mandi la foto della tua ragazza con il mio regalo? >> che sfacciato, sta provando a farlo ingelosire
<< non te la manderei neanche sotto tortura >> risponde stringendo gli occhi
<< peccato, vorrà dire che andrò dalla sorella >> per poco non mi va di traverso la mia stessa saliva.

Ladis scompare dalla nostra inquadratura e ricompare il signor Harris.
<< beh ragazzi vi auguro una buona giornata, e godetevi l'evento di questa sera, sono cose che capitano molto raramente al Nanalil >>
<< ciao papà >> Adrien attacca prima che suo padre possa dire qualcos'altro.

È stato...strano.

<< se ti metti qualcosa addosso magari usciamo >> si alza sbuffando e afferra una maglietta nera e un pantalone bianco dall'armadio.

Si veste velocemente, e dopo aver preso le nostre cose usciamo.

𝐼𝑛 𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑐𝑒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora