31

358 15 0
                                    

Adrien
È sorprendente come una semplice foto possa riportarti indietro nel tempo, come possa farti soffrire e far riaffiorare i ricordi.
È soprattutto doloroso ricordare; ovviamente sono presenti anche ricordi positivi nella mia mente, ma come sempre vengono oscurati da quelli negativi, sono stati cancellati dal trauma che tutt'ora mi perseguita, che mi perseguiterà sempre.

La mia mente è sempre in funzione, non c'è mai un attimo di tregua.
Passo le mie giornate a farmi mille paranoie, costruisco scenari che potrebbero accadere in caso dovessi fare passi falsi.
Ho sempre paura di soffrire, ma nonostante questa paura non riesco mai a evitarlo.

Mi allontano dalle cose buone, da ciò che mi fa stare bene, per paura.
Evito Maelle da una settimana, per paura.
Perché quei ricordi fanno dannatamente male.

Lei mi fa ancora del male.

17 anni prima
*Adrien: 3 anni*

La paura di venire punito per la cavolata che ho appena commesso è tanta; ho rotto il vado preferito di mamma, quello che le ha regalato mia nonna prima di morire.

So che non reagirà bene; sicuramente non alzerà le mani, non lo fa mai con me. Però potrebbe prendere tutti i libri che ho in libreria e dargli fuoco, come ha fatto l'ultima volta.

E poi litigherebbe di nuovo con mio padre, io dovrei chiudermi in camera mia e mettere la musica a palla, e uscire di lì soltanto il giorno dopo. I loro litigi sono sempre pericolosi, e sebbene su di me mia madre non alzi le mani, con mio padre lo fa eccome.

A volte ho provato a mettermi in mezzo nelle loro litigate, ma dopo che mamma mia ha ferito papà mi ha proibito di uscire dalla stanza fino al giorno seguente.

Il giorno dopo, solitamente, papà esce per ricomprare tutti gli oggetti che mamma ha rotto lanciandoli contro la parete, o contro papà. Invece mamma sparisce e torna il giorno dopo ancora.
Nessuno sa dove vada, ma delle volte spero solo che lei rimanga lì.

Lei ha dei comportamenti molto strani, litiga spesso con le persone, non ha più amiche, spesso dimentica le cose e da quel che so ha anche una specie di disturbo chiamato "borderline". Non so cosa significhi, ma so che la fa stare male.

Quando sento la porta d'ingresso sbattere salto giù dal letto e mi nascondo in bagno, se non mi vede non può neanche sgridarmi.

<< Adrien dove sei? >> urla dal piano di sotto
<< ti ho comprato la crostata al cioccolato, quella che ti piace tanto! >> la sua voce si sta avvicinando al luogo del delitto.
<< eccoti! >> esclama entrando e aggrottando le sopracciglia
<< perché eri qui? >> chiede confusa
<< di solito perché si è in bagno? >> lei fa un mezzo sorriso ed esce dal bagno, bloccandosi poi di fronte al piedistallo dove c'è, o meglio c'era, il vaso.

Noto subito come serra la mascella, come le si chiudono le mani e le stringe con forza, il suo corpo che trema dalla rabbia.
Piega il capo verso destra, e si volta leggermente in mia direzione. L'ho vista poche volte così arrabbiata, è persino rossa in viso.

<< dov'è il vaso di mia madre? >> la sua voce è fin troppo calma ora
<< per sbaglio l'ho rotto >> ricaccio indietro le lacrime perché lei mi dice sempre che non devo mostrarmi debole
<< tu...hai rotto il vaso? >> trema sempre di più. Annuisco flebilmente e lei socchiude gli occhi.

Si avvicina lentamente a me, cosa che non fa mai, e in questo momento ho una paura tremenda.

Quando arriva a pochi centimetri di distanza mi tira uno schiaffo, non è come quelli che da a papà; quelli sono più forti, ma fa comunque male.

𝐼𝑛 𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑐𝑒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora