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Dopo aver preso entrambi i vestiti siamo tornati a casa per mangiare, e riposarci un po' dato che si erano fatte le tre di pomeriggio.

Adrien ha preso un completo simile al mio abito, nero con ai lati un motivo floreale d'orato.

C'era anche bianco, ma Lucy ha proposto quello nero perché sarebbe stato meglio al mio fianco, dato che io ho i capelli neri e il vestito bianco, mentre lui il contrario; capelli bianchi e completo nero.
Solo la cravatta è bianca.

Ho scoperto che ogni abito del negozio aveva un completo da uomo complementare, ma per qualche motivo nessuno ha mai preso questi nonostante siano in vendita da anni.

Ora sono quasi pronta per uscire, devo soltanto mettere gli orecchini abbinati alla collana oro a cui ho agganciato, mesi fa, la chiave che mi ha regalato Adrien.

I capelli li ho lasciati sciolti, ma ho fatto delle onde per renderli più voluminosi.
Al negozio ho comprato anche le scarpe, ovviamente a insaputa di Adrien perché avrebbe voluto pagare anche quelle.
Ho usato la scusa del bagno per allontanarmi.

Esco dalla stanza e scendo al piano di sotto, vedendo Adrien farsi il nodo alla cravatta davanti allo specchio.

Gli circondo il busto da dietro e appoggio il mento sulla sua spalla.
Lui volta la testa e posa le sue labbra sulla mia fronte.

<< sei pronta? >> chiede voltandosi del tutto.

Posa le mani sui miei fianchi e mi avvicina a lui.
<< si >> rispondo sorridendo
<< Adrien hai fatto il nodo storto >> gli sistemo la cravatta mentre lui ridacchia e mi porta i capelli dietro le spalle.

<< ora va meglio >> affermo mettendogli le mani al collo
<< comunque prima non ti ho detto una cosa >> lo guardo confusa, cosa avrebbe dovuto dirmi?
<< cosa? >> chiedo
<< sei bellissima >> sussurra prima di baciarmi.

Se ripenso ora a quando ci siamo conosciuti, mi rendo conto che nonostante lo nascondessi, io sono sempre stata attratta da lui.
Dalla prima volta in cui l'ho visto, in mezzo all'orchestra. Era completamente diverso dagli altri e l'ho capito senza conoscerlo.
Ora ne ho la conferma.
E mi sembra surreale che, dopo tre mesi, siamo riusciti finalmente a metterci insieme.
Mi sembra surreale che, nonostante sappia della mia malattia, lui continui a stare con me.

<< andiamo? >> chiede staccandosi
<< si, andiamo >>

Con un po' di difficoltà riesco a non sporcare il vestito nel tragitto per arrivare alla macchina.

Ci mettiamo più o meno mezz'ora per arrivare al Nanalil, che si rivela essere un Hotel-Ristorante, allestito ogni anno il ventisette dicembre per la serata gala.

Quando scendiamo dall'auto Adrien dice il suo nome ai due bodyguard, che controllano se è in lista e poi ci fanno passare.

L'ingresso è in un ampia sala circolare, al centro c'è una pista da ballo e disposti a semicerchio ci sono i tavoli dove sarà servita la cena. Nell'unica zona in cui non ci sono i tavoli c'è un palco scenico, dove dei musicisti stanno suonando della musica classica.

Uno dei camerieri si avvicina a noi e ci chiede il nome di prenotazione, Adrien risponde con il suo cognome e questo ci guida fino ad arrivare al nostro tavolo.

Da quel che ho capito non dobbiamo ordinare, c'è un menù apposito per la serata gala, perciò appena arriviamo al tavolo il cameriere si dilegua.

C'è un secondo piano, che è più una specie di balconata che da sulla pista da ballo, e lì ci sono per la maggior parte uomini e donne avanti con l'età.

𝐼𝑛 𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑐𝑒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora