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5 anni dopo

Quando ti tolgono quell'unica cosa che ti fa sentire viva, il tuo obbiettivo non è più vivere, ma sopravvivere.

Sopravvivo da cinque anni, non vivo da cinque anni.

Non sempre si riesce ad ottenere ciò che si vuole, con gli anni l'ho imparato. Le cose materiali magari si, è più semplice raggiungerle, ma una persona...non si può.

<< Maelle? >> sento la voce di Ladis chiamarmi da dietro la porta della mia stanza
<< se vuoi ti aspetto e ti accompagno a lavoro, sono ancora in anticipo per la prima lezione della giornata >> apro la porta e gli sorrido, da quando frequenta l'università si propone sempre di accompagnarmi a lavoro dato che sono vicini.

<< non preoccuparti, devo ancora recuperare la chiavetta. Tu vai a scuola. >> questa mattina era passato da me per fare colazione prima di andare a scuola, doveva esserci anche Anika ma sembra che non si sia svegliata.

Entro nel mio studio, sistemandomi i polsini del mio blazer nero, e nascondendo la collana sotto la canottiera bianca.
Prendo la chiavetta, in cui ci sono i file da consegnare a Kameron che è diventato il vicerettore dell'azienda di mio padre.

E poi infilo i tacchi prima di uscire di casa.

Prendo la macchina e parto per andare a lavoro, ma la fortuna è dalla mia parte come sempre e trovo traffico.
Ferma nel traffico mi guardo un po' intorno, soffermandomi su un palazzo in particolare.
C'è proiettato in grande una foto di Amedeo, che ha acquistato un bellissimo edificio con l'intento di aprire un ristorante.

Il traffico si sblocca, e finalmente posso premere l'acceleratore.

Appena arrivo in ufficio trovo Anika ad aspettarmi alla sua scrivania.
<< so che dovevo venire, ma non sono riuscita a svegliarmi perciò sono venuta direttamente a lavoro >> dice appena mi fermo davanti a lei
<< non preoccuparti. Potresti far arrivare questa a Kameron? Oggi sono impegnata e non posso andare in ufficio. >> le passo la chiavetta che lei si mette subito in borsa
<< giusto...domani è il grande giorno >> mormora accennando un sorriso
<< sei sicura di volerlo fare? Sicuramente Kay non sarebbe contrario se gli chiedessi di trovare un'altra opzione >> dice la stessa cosa da più di cinque mesi, non fa che ripeterlo
<< papà mi ha chiesto un favore, e glielo sto facendo. Ora vado, oggi non ho appuntamenti o riunioni perciò mi concentro sul progetto >> faccio per andare ma lei mi richiama
<< in realtà hai un appuntamento >> mi volto di nuovo verso di lei
<< ieri avevi detto che non ne avevo >> dico confusa
<< si, beh mi sono sbagliata. Il signore è già lì, è arrivato in anticipo e ti sta aspettando nel tuo ufficio >> la fulmino con lo sguardo
<< almeno mi sai dire chi è? >> nega con il capo.

Oggi non c'è con la testa, di solito non dimentica nulla.

<< va bene, grazie Anika >> mi dirigo velocemente nel mio ufficio, e quando entrò neanche mi soffermo a guardare chi sia.

<< mi scusi il ritardo, non ero stata avvisata di un appuntamento >> dico posando la borsa sul mobile.

Ed è quando mi soffermo a guardarlo da dietro che lo riconosco, non ci sono altre persone con i capelli del colore della neve qui a Miami.

<< Adrien? >> non riesco a nascondere lo stupore nella mia voce, e lui lo percepisce, per questo non si volta.

Vado a sedermi dall'altra parte della scrivania, e dopo anni posso guardarlo dal vivo. Non dai poster in giro per la città, non dalle foto.
È di fronte a me.

<< ci rivediamo, Biancaneve >> cerco di nascondere i brividi che mi percorrono la schiena solo sentendo il suono della sua voce, per la prima volta dopo cinque anni.

<< perché sei qui? >> chiedo stupita
<< mi serviva il miglior architetto degli Stati Uniti per la costruzione della- >> continuo la frase al suo posto
<< tua azienda >> dico rammentando il momento in cui mi ha parlato dei suoi progetti.

Prendo il quaderno in cui di solito appunto tutti i dettagli di ogni progetto e poi alzo lo sguardo su di lui.

<< come lo vorresti? >> chiedo curiosa
<< un po' in stile tempio greco >> scrivo ciò che mi dice
<< anfiprostilo e periptero >> quindi quattro colonne sul davanti e sul retro, con un giro di colonne intorno.
Bella scelta.

<< colonne? >> chiedo scrivendo ciò che ha detto fin ora
<< corinzie, trovo che siano più dettagliate degli altri >> alzo lo sguardo stupita dalle sue parole, si ricorda della nostra conversazione? È successo cinque anni fa, mi sembra strano che se lo ricordi.

<< credi che ci starebbe meglio una copia del Doriforo o di Hermes con Dioniso bambino? Intendo nel mio ufficio >> prosegue tranquillamente come se non avesse notato che non sto più scrivendo.

Ma l'ha notato eccome, lo sta facendo apposta.

<< quale preferisci? >> chiedo sarcastica, so già cosa risponderà.
Hermes con Dioniso bambino, ne sono sicura.

<< Hermes con suo fratello Dioniso ovviamente, la storia che c'è dietro quest'opera è fantastica >> non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere.
Non lo facevo da troppo.

<< alla fine hai ottenuto il brevetto come miglior architetto di tutto il mondo, complimenti >> dice sorridendo
<< e tu sei riuscito ad aprire la libreria più bella degli Stati Uniti e confortevole, complimenti >> dico anch'io sorridendo
<< si in effetti si, ho raggiunto tutti i miei obbiettivi >> afferma.

Avrei tante cose da domandargli, ma poi mi torna in mente il suo discorso di cinque anni fa.

<< se non sei qui per il progetto dato che lo hai già realizzato, perché sei qui? >> domando lentamente
<< non è ovvio? Sono venuto per te >> sorrido involontariamente.

<< ho saputo che domani ti sposerai >> oh cazzo, me ne ero dimenticata anche io.
<< lo ami? >> ci penso su, ma non posso dire di sì. Kay non mi è mai piaciuto in realtà.
<< lo...apprezzo >> è l'unica parola che mi viene in mente
<< quindi non lo ami >> deduce
<< è uno dei pochi che sopporto >> rispondo.

<< perché vi sposate allora? >> chiede
<< perché gli serviva aiuto economico per la sua azienda, e papà mi ha chiesto un favore >> rispondo
<< e il favore sarebbe sposarlo? È una richiesta assurda! >> esclama
<< non avevo intenzione di fidanzarmi, e neanche lui. Perciò non mi sembra male, non vivremo insieme o roba del genere. Semplicemente saremo sposati sulla carta ma non davvero. >> spiego
<< e tu sei d'accordo? >> i suoi occhi color ghiaccio mi scrutano, cerca di capire la mia risposta dal mio sguardo
<< per me non è un problema >> rispondo rimettendo i fogli al loro posto.

<< quindi hai smesso di aspettare? >> mi blocco di colpo, non può davvero pensare una cosa del genere.

<< sei serio Adrien? >> chiedo alzandomi dalla sedia, e stessa cosa fa lui.

<< si sono serio, ti stai per sposare e questo mi fa pensare che tu abbia perso le speranze.
Lilith è morta. A qualche anno di distanza è stata ripagata dal Karma; morta in un incidente stradale.
Ora sono qui per te, ora che finalmente sei al sicuro. Ma tu stai per sposarti perciò forse è meglio che io mi tolga dalle palle. >> fa per andarsene, ma io non posso fargli davvero credere tutto questo.

<< Adrien! >> si blocca di fronte alla porta, senza girarsi in mia direzione.

<< non ho smesso di aspettarti, ho solo pensato che ti fossi fatto una vita.
Tu ora puoi anche uscire da quella stanza e non tornare mai più, ma dovevi sapere che in realtà ti ho sempre aspettato, e se anche tu uscissi continuerò a farlo. >> i nostri sguardi si incrociano per qualche secondo, ma lui se ne va.

Esce dalla stanza a passo svelto.

𝐼𝑛 𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑐𝑒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora