La carrozza era in viaggio da appena un'ora, eppure il nobile seduto al suo interno non vedeva l'ora di arrivare.
Dopotutto, erano anni che aspettava quel momento: anni in cui la sua famiglia aveva fatto di tutto per metterlo in mostra, anni di rapporti, contratti, feste, lezioni, conoscenze, lavoro.
Tutti per un unico scopo: mostrare che il nobile degno di entrare a fare parte della famiglia reale era proprio lui.
Hajime Kokonoi non era interessato al potere in sé; a lui essere un nobile andava bene, e questo perché a lui interessava la ricchezza.
Gli importava avere i soldi per poter fare quello che voleva.
Certo, comandando il regno avrebbe potuto comunque raggiungere quello scopo; ma lui sapeva di non essere adatto a regnare
Non gli interessava farlo perché in questo modo avrebbe dovuto pensare innanzitutto al regno, e lui non era certo portato per utilizzare le sue capacità per gli altri: preferiva tenerle per sé stesso.
Il potere era qualcosa che, in qualche modo, ti costringeva a portare benefici a chi ne ha meno di te, era un concetto che serviva per fare sì che qualcuno di abbastanza forte riuscisse a giovare al loro regno.
A lui, un concetto così astratto non interessava.
A lui interessavano le ricchezze materiali, i soldi; quelli si che poteva usarli a suo piacimento, gestirli come preferiva, senza essere obbligato a rendere conto agli altri.
Eppure, quando il re e la regina si Tokyo erano morti, i coniugi Kokonoi, da sempre in buoni rapporti con la famiglia reale, non avevano esitato a proporre il figlio in sposo alla principessa che sarebbe di lì a poco salita al trono.
Ad Hajime non dispiaceva così tanto: sapeva bene che il suo sarebbe stato solo un ruolo di facciata, per mostrare che la regina non era sola e che avrebbe potuto avere un erede.
Ma da ciò che aveva sentito sulla principessa Akane, dubitava gli avrebbe lasciato troppa voce in capitolo: era una ragazza forte che aveva perfettamente in mano il comando, non le serviva un uomo al suo fianco.
Così, lui sarebbe stato libero di esercitare la sua influenza ed usare i propri soldi come più voleva, senza avere troppe rotture governative.
O almeno, era ciò che sperava.
Non voleva essere infelice per il resto della sua vita, e se avesse dovuto governare sapeva che sarebbe stato così.
- Signore, siamo arrivati- annunciò il cocchiere.
Hajime guardò fuori dalla carrozza: era davanti ai cancelli del palazzo imperiale.
- Purtroppo, la nostra carrozza non può entrare per questioni di sicurezza: ma se vuole la accompagno dentro- aggiunse l'uomo.
- Non serve: hanno mandato qualcuno a prendermi- affermó il moro, osservando il ragazzo biondo che si era appena avvicinato ai cancelli.
Dato il modo in cui era vestito e la spada che portava al fianco, doveva essere una delle guardie.
Non riuscì però a vederlo bene in volto, dato che aveva un cappello che gli copriva metà viso... Cosa che il conte trovò alquanto singolare, ma non commentò.
Insieme a lui c'erano altre due guardie, che si posizionarono ai lati del cancello.
- Va bene: le faremo portare dentro i suoi bagagli- dichiara l'uomo, scendendo per aprire la portiera al nobile.
Il ragazzo scese dalla carrozza.
- Grazie- disse, prima di dirigersi verso l'enorme cancello che lo separava dall'ancora più grande palazzo, circondato da un giardino così immenso che Hajime dubitava di riuscire a vederlo tutto nel resto della sua vita.
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KOKONUI-MIO PRINCIPE
Fanfiction- Sono consapevole che siate due persone diverse, non ho intenzione di confondervi: ma il fatto che io sposerò lei non vuol dire che tu per me sia solo un ornamento-. Hajime Kokonoi, uno dei conti più potenti di Japan, sta per coronare il sogno di m...