CAPITOLO V.

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Kakucho sapeva bene di essere un semplice umano; in un luogo popolato da creature magiche, per lui era pericoloso andare in giro da solo, armato solamente con una spada.

Eppure, si sentiva molto più al sicuro lì che fuori da quelle mura.

Dopotutto, era il fidato compagno di Izana Kurokawa, del lupo che stava accogliendo e riunendo in quel palazzo tutti gli esseri non umani con un unico grande scopo: riportarli al potere.

A Izana non interessava la corona di per sé, ma voleva che le bestie magiche potessero tornare a vivere libere come un tempo.

Anche a costo di scatenare un'altra guerra: a lui importava solo poter tornare a fare ciò che gli pareva.

E anche a costo di morire, Kakucho avrebbe aiutato Izana a compiere il suo scopo.

Lui, che era un semplice umano, era stato accolto dal discendente di una delle più grandi famiglie di lupi del mondo.

Lui, che non era nessuno, aveva l'onore di poter vivere al fianco del ragazzo che avrebbe riportato la magia in quel mondo.

Per mostrargli quanto gli fosse grato di questo, avrebbe anche dato la vita per lui.

Però, sapeva che morendo non gli sarebbe stato di alcuna utilità: per cui, sfoderò la spada e si voltò di scatto, parlando il colpo diretto a lui.

Lo sapeva, era stato avvisato: qualcuno avrebbe attentato alla sua vita, quel giorno.

Si era diretto apposta in un luogo isolato del castello, in modo che, se fosse stato vero, avrebbe potuto affrontare l'assassino senza problemi.

Il ragazzo che lo aveva attaccato sorrise e spiccò un salto all'indietro, allontanandosi da lui.

- I miei complimenti: sei la guardia del corpo di Izana per un motivo- commentò.

- Non sono solo la sua guardia del corpo: sono il suo compagno. Tu invece chi sei?-.

La figura indossava un mantello che gli copriva anche il volto, per cui Kakucho non riuscì a comprendere se lo conoscesse.

- Conoscere il volto di un sicario equivale alla morte: sicuro di voler sapere la mia identità?-.

- Non mi interessa particolarmente: in ogni caso, la scoprirò dopo averti ucciso- si lanciò all'attacco.

Il sicario non ebbe alcuna difficoltà a parare i suoi colpi e a contrattaccare.

Kakucho si era allenato per anni con Izana, un lupo mannaro, e i suoi sensi si erano parecchio sviluppati; contro un normale spadaccino, non poteva trovarsi in difficoltà.

Per questo capì subito che il sicario che avevano mandato ad ucciderlo non poteva essere una persona normale: era sicuramente umano, ma non era normale.

- Chi ti manda? Kisaki? La principessa?- chiese, mentre parava l'ennesimo colpo.

- Quante chiacchiere! Non possiamo semplicemente goderci il duello?- ribatté il sicario, attaccandolo nuovamente.

Kakucho paró e provó a contrattaccare, ma l'altro si spostò velocemente alle sue spalle.

Caló la spada su lui, ma Kakucho prontamente si voltò e sollevò la spada, parando il fendente.

Il sicario sorrise: dal mantello, tiró fuori un'altra spada con cui trapassò il petto di Kakucho.

Izana si portò una mano al petto, mentre l'odore si faceva più forte.

- Stai bene? Scusami, non volevo criticare il tuo umano: dopotutto, siamo deboli, ma anche combattivi- commentò Tetta.

Dovette trattenere un sorriso: era fatta.

KOKONUI-MIO PRINCIPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora