CAPITOLO XXIV.

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- Il giorno in cui il sigillo si romperà, solo l'amore riuscirà a spegnere il fuoco e a riportare la pace-.

Il bambino si alzò di scatto e si guardò intorno: da dove venivano quei rumori?

Scese dal letto e si diresse verso la porta della sua stanza; provò ad aprirla, ma sembrava bloccata.

Sbarró gli occhi: era in trappola.

Valutó l'idea di chiamare qualcuno, ma a quell'ora della notte probabilmente non c'era nessuno in giro per casa.

Si guardò intorno e i suoi occhi si possono sulla finestra; se fosse riuscito ad aprirla, sarebbe potuto scappare.

Fece per avvicinarsi, ma in quel momento la finestra si spalancò e due figure comparvero di fronte a lui.

- È lui il ragazzino, Mucho?-.

- Si. Ci pensi tu a ucciderlo, Madarame?-.

- Certo-.

Hajime sbarró gli occhi: ucciderlo? Perché?

Uno dei due ragazzi gli si avvicinò.

- Non prenderla sul personale; ma quella profezia può diventare pericolosa. Non possiamo lasciarti in vita- dichiarò.

La profezia?

- Non c'è nessuna profezia! Lasciatemi in pace!- esclamò, guardandosi freneticamente intorno alla ricerca di un modo per sfuggire loro.

- Sappiamo che la strega ti ha fatto visita- affermò Mucho.

Una strega? Hajime non ricordava di aver mai conosciuto alcuna strega.

Sapeva solo che, qualche giorno prima, mentre era in città, una bambina dai capelli bianchi gli si era avvicinata e gli aveva detto una strana frase.

I suoi genitori l'avevano portato via subito, ma lui aveva continuato a sentire quella frase nella sua testa.

Però...

- Non so di cosa parlate, ma se mi lasciate in pace posso pagarvi: quanto volete? Dovreste sapere che la mia famiglia è ricca- affermò il bambino.

Aveva appena sette anni, ma già sapeva cosa significasse essere un conte.

- Pensi che la magia possa essere spezzata con dei soldi?- commentò Mucho.

- I soldi sono più importanti dell'amore: mamma e papà lo dicono sempre- dichiarò Hajime.

Se fosse stato abbastanza convincente, sarebbe sopravvissuto.

Però... Capí subito che a quelle persone i soldi non interessavano.

- Ti sbagli: a governare è il potere- Shion afferrò il collo del bambino e lo sollevò in aria.

Hajime iniziò a dimenarsi, ma la presa era troppo forte.

- Però hai ragione su una cosa: l'amore non esiste. Non salva nessuno-.

Hajime si sentiva mancare il respiro, gli girava la testa e vedeva appannato.

Però in fondo... Non faceva neanche così tanto male.

Ad un certo punto, vide una figura entrare dalla finestra.

Per un attimo pensò di aver visto male per via del poco ossigeno: dopotutto, perché un lupo bianco sarebbe dovuto entrare in casa sua?

KOKONUI-MIO PRINCIPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora