CAPITOLO XXVI.

128 8 41
                                    

Il ragazzo crollò in ginocchio e si portò le mani alle orecchie, cercando di ignorare le voci che rimbombavano nella sua testa.

"Uccidili tutti".

"Hanno fatto del male alla tua famiglia".

"È colpa loro".

Ken di solito cercava di rimanere calmo, ma impiegava poco a scattare.

E da quando la sua famiglia era stata uccisa, faceva ancora più fatica a contenersi.

Alzò lo sguardo sul villaggio di fronte a lui: forse, se lo avesse distrutto, si sarebbe sentito meglio, forse gli sarebbe bastato.

Sentì già il suo corpo cambiare e strinse i pugni: doveva farlo.

Mentre stava per trasformarsi però, un dolore improvviso lo bloccò: qualcuno gli aveva appena dato uno schiaffo.

Alzò di scatto lo sguardo: davanti a lui c'era un ragazzo piuttosto basso, biondo, con un sorriso in volto.

- Tu sei un drago!- esclamò.

- Eh?! Che diamine fai? Perché mi hai dato uno schiaffo?- Ken si alzò e lo guardò male.

- Perché stavi per distruggere il villaggio no? Mica posso lasciartelo fare: lì si è rifugiato mio fratelli- dichiarò.

- Rifugiato? Cosa siete, criminali?-.

- Per il mondo sì. Sono Manjiro Sano-.

Ken sbarró gli occhi.

- No aspetta, e tu vai in giro a dire al primo che trovi di essere il lupo erede al trono del paese? Ma sei pazzo?-.

- Posso farlo perché sei un drago. Seguimi- gli ordinò.

- Eh? Perché dovrei farlo?- sbuffò Ken.

- Tu seguimi e basta- Mikey iniziò a camminare, diretto verso il villaggio.

Ken non ne sapeva il motivo, ma decise di seguirlo ed entrò in quel villaggio che un attimo prima stava per distruggere.

Evitò di guardarsi intorno, sapeva già cos'avrebbe visto: alcune famiglie felici, magari anche qualche creatura magica che si mimetizzava, bambini che giocavano e genitori che lavoravano per le loro famiglie

Alla sua parte di drago non importava poi molto; ma le creature magiche nei decenni avevano sviluppato una forma umana proprio per sentirsi più vicini agli umani.

Quegli stessi umani che li avevano attaccati senza motivo, distruggendo intere famiglie magiche solo un paio di decenni prima.

Perché? Non riusciva a soiegarselo.

Come non riusciva a spiegarsi come facesse quel ragazzo ad essere così tranquillo in compagnia di un drago sconosciuto e in mezzo agli stessi umani che l'avevano quasi ucciso.

Tra le creature magiche si mormorava che i figli della famiglia reale fossero sopravvissuti, ma non credeva ne avrebbe mai incontrato uno.

- Eccoci, siamo arrivati- il lupo si fermò davanti ad una casa e ci entrò.

- Mikey, hai fatto tardi!- disse una voce dall'interno.

- Perché l'ho trovato- rispose il ragazzo.

- Ehm... Permesso?- disse Ken, seguendolo in casa.

Due persone entrarono nella stanza mentre Mikey chiudeva la porta: un ragazzo moro ed un altro con i capelli biondi striati di viola .

KOKONUI-MIO PRINCIPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora