CAPITOLO XXVIII.

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- Non riesci a rilassarti?- chiese Hakkai, raggiungendo il maggiore davanti alla finestra.

Takashi scosse la testa.

- Tra due giorni ci sarà il matrimonio, e domani sera dovranno fare le prove. E ancora il conte non ha parlato con Seishu... Lui pensa che fuggiranno prima del matrimonio- mormoró.

Hakkai gli circondó il collo con le braccia in una specie di abbraccio.

- A Seishu non sembra sospetto che non si siano ancora organizzati?-.

Takashi appoggiò la testa al suo petto.

- Lo conosci: non sa praticamente niente del mondo fuori dal castello, ed è troppo assuefatto dai suoi sentimenti per rendersi conto dei pericoli. L'unica scelta di Hajime è parlargli prima che sia troppo tardi-.

Hajime lo sapeva, sapeva bene di non avere più tempo.

L'aveva capito dopo quella frase: Seishu era veramente convinto che il matrimonio non sarebbe avvenuto.

Questo significava che ancora credeva che sarebbero scappati, o che avrebbero trovato un modo per bloccare tutto.

Aveva provato in quei giorni a parlarci, ma ogni volta che incrociava il suo sguardo gioioso non riusciva a dirglielo.

Alzò lo sguardo: ormai, un altro giorno stava per finire, il sole stava per tramontare.

Serró le labbra: non poteva più aspettare.

- Inupi ascolta...-.

- Dimmi- il ragazzo si voltò verso di lui.

Erano seduti entrambi contro il tronco di un albero, nel boschetto presente nel giardino del palazzo; sarebbero voluti andare al radura, ma Akane aveva chiesto loro di rimanere in zona in caso ci fosse bisogno di qualcosa per i preparativi.

Questo ovviamente non aveva fatto piacere a Seishu... Altro motivo per cui, fin'ora, Hajime aveva evitato di parlarci.

Però ormai...

Hajime fece un respiro profondo.

- Koko, qualsiasi cosa sia sai che puoi contare su di me- affermó Seishu, allungando la mano e poggiandola su quella del conte.

Il moro la strinse appena: probabilmente, dopo quello che stava per dirgli, non l'avrebbe presa così bene.

- Stavo pensando al... Matrimonio. È tra tre giorni- mormorò.

Avrebbe voluto guardarlo negli occhi, ma non ci riusciva; sapeva che all'inizio non avrebbe capito.

Sperava solo che comprendesse che era la cosa giusta.

- Vero. Stai pensando a quando ce ne andremo? Preferirei farlo stanotte... Non voglio dover assistere alle prove. Non credo riuscirei a vederti ballare con mia sorella- ammise Seishu.

Hajime serrò le labbra.

- Non penso sia una buona idea...- mormorò.

- Dici che abbiamo troppo poco tempo per prepararci?- chiese Seishu.

- Non è questo. Non penso che dovremo partire affatto-.

Ecco, l'aveva detto.

Hajime poteva sentire lo sguardo di Seishu su di sé, ma non riusciva a voltarsi.

- Non capisco. Pensavo che tu... Volessi stare con me- mormorò Seishu.

Hajime si voltò di scatto verso il principe, che però non lo stava più guardando.

- È così Inupi. E lo dico proprio perché voglio rimanere con te-.

- E pensi di rimanere con me... Sposandoti con mia sorella?- Seishu non riusciva ad alzare lo sguardo.

KOKONUI-MIO PRINCIPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora