Capitolo 4

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Durante la notte la sento sgattaiolare via dal nostro letto e poi la porta principale chiudersi, guardo l'ora.. le due del mattino.

Scuoto la testa e so che adesso non riuscirei più a dormire. Indosso la mia vestaglia e scendo giù sul divano. Mi prendo un bicchiere dal carrello bar e lo riempio di scotch con ghiaccio, mi siedo sul divano e osservo la porta d'ingresso di legno massello intagliato a mano.

Penso..

Come siamo finite qui?

Un matrimonio da favola
Un amore incredibile
Una chimica pazzesca

Tutto è sfumato a causa di bugie e promesse mai mantenute.

Io la conosco e conosco me.

Il rapimento di Lucia mia ha cambiata molto, ho perso il mio sangue freddo e ho avuto bisogno di molto tempo per superare il trauma. Il mio non è un capriccio.. non riesco a vivere così.. sembra che lei sia ancorata al passato mentre io e Lucía vogliamo andare avanti. Siamo su due binari totalmente diversi e penso che lei sia l'unica in grado di poter scegliere da che parte stare.

Penso che il divorzio sia inevitabile se continuerà così e la cosa mi spaventa perché so di amarla.

La amo.

È la mia più grande condanna.

Alle sette e un quarto la chiave gira nella toppa e lei entra quatta quatta in casa nei buio del nostro ingresso. Accendo la lampadina che ho accanto e mi vede, seduta sul divano con quello che credo sia il terzo bicchiere da quando se n'è andata.

Mi guarda sorpresa e incerta su come giustificare la cosa, stanca delle sue bugie parlo io "Io.. non voglio litigare" mi alzo e verso lo stesso per lei, le porgo il bicchiere "Non voglio urlare.." finisco il mio bicchiere e lo appoggio sul tavolino davanti al divano "So già che tu reputi tutto ciò che dico una montagna di cazzate e le mie minaccie solitamente sono a vuoto ma mi conosco.. fin troppo bene.." la guardo negli occhi stringendomi nella mia vestaglia
"Zulema, sono arrivata quasi al limite.. ieri è stato pesante e con stanotte hai davvero esagerato. Te ne vai in giro senza avvisare nemmeno adesso? Che cazzo sarebbe successo se non fossi tornata? Cosa dovevo dire a Lucìa?"

Lei posa tutto ciò che ha in mano e mi viene davanti, beve un sorso e mi guarda negli occhi "Io sono ciò che sono"

"Questa è la tua scusa?" Le chiedo mettendomi una mano sul viso e sorridendo incredula "Il giorno che non mi troverai qui a chiederti spiegazioni, a farti la morale e a stare sveglia tutta la notte aspettando che ritorni... Sarà il giorno in cui non troverò più la forza di lottare per la nostra famiglia.. e ti chiederò il divorzio" dico semplicemente, con una calma disarmante "Voglio solo che tu ti renda conto che io non posso continuare così. Vado a dormire" dico semplicemente e la spiazzo perché sono sicura che si aspettava l'ennesima piazzata ma è quello che dovrebbe più spaventarla.. sto perdendo la voglia di lottare per entrambe, credo che alla prossima io non avrò più voglia nemmeno di ascoltarla.

Vado in camera a dormire un paio d'ore, la sento entrare ma dopo ciò che è successo sa perfettamente che non la voglio accanto. Prende il suo cuscino ed esce dalla camera.

Ecco la nostra storia: La moglie che non lottava per la famiglia e quella che invece lo faceva troppo. È la ricetta perfetta per un fallimento.

Due ore dopo io e Lucia facciamo colazione in cucina, Zulema ci raggiunge ancora un po' assonnata saluta la bambina lasciandole un bacio sulla testa "Che combini oggi, Mini Rubia?"

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