Capitolo 18

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Sono passate due settimane da quella discussione. Zulema non l'avevo più vista, si è trovata un piccolo appartamento per conto suo già da un po' di tempo. Lucía rientra e esce da sola, sua madre la aspetta in macchina a bordo strada e parte senza nemmeno guardare la porta d'ingresso. Zulema ha mantenuto la sua promessa. Mi ha lasciata andare.

Dopo due settimane di totale silenzio, mi sento vuota.

Senza di lei non sono nulla.

Solo un corpo senza anima.

So di aver preso la scelta giusta, tornassi indietro direi e farei tutto quanto ma è lo stesso molto difficile.

Spero soltanto che quando tutto questo sarà finito, ci sarà ancora spazio per me nella sua vita.

Stasera Lucia è con Zulema e io me approfitto per salutare una vecchia amica "Claire"

"Maca.. che sorpresa!" Mi abbraccia forte e mi fa entrare.

"Scusa.. forse dovevo avvisarti" Dico e poi vedo un bambinetto di sei anni corrermi incontro "Questo è il giovanotto! Come sei cresciuto, Dylan!" Dico prendendolo in braccio.

"Grazie zia Maca!" Mi abbraccia forte.

"Sentiva la mancanza della sua madrina" commenta Claire guardandoci con amore.

"È sempre più somigliante a.." penso ad alta voce.

"..suo padre" conclude il pensiero al posto mio e non posso evitare di notare un'espressione tremendamente triste sul suo viso.

"Come stai?" Le chiedo posando il bimbo.

"Sto" mi risponde "Ho fatto la scelta giusta.. ne sono convinta.. ma.."

"Ti manca" annuisco appena, capendo perfettamente come si sente.

"Da morire" conferma mentre andiamo in cucina, ci prepara due caffè "Lui.. non è adatto a fare il padre casalingo.. l'ho sempre saputo, è solo che volevo credere.."

"Che il vostro amore fosse più forte del suo bisogno di lavorare" dico semplicemente, è esattamente quello che speravo io con Zulema. Inutile dire che è stata una speranza sfumata.

"Con Zulema come va?" Mi chiede sedendosi accanto a me.

"Tu cosa pensi?" Le dico semplicemente, capisce che non c'è tanta differenza con loro.. è sempre stato così.

Sto per parlare quando mi squilla il telefono "Scusa è mia figlia.." prendo la chiamata "Lucia dimmi"

"La mamma è uscita e non è più tornata.. credo che sia al bar all'angolo sulla ventiquattresima"

Corrugo la fronte "Cosa te lo fa pensare?"

"Il fatto che me lo abbia scritto su un foglietto"

Conosco Zulema, fin troppo bene, mi passo una mano sul viso "Ci penso io, stai tranquilla" chiudo la telefonata e guardo Claire "Devo andare.. Zulema è in un bar.. scommetto ubriaca.. e mia figlia è preoccupata per lei"

Lei ridacchia incredula "Proprio belle le nostre vite"

Indosso la mia giacca di pelle "Non me ne parlare.." la abbraccio forte "Stammi bene, Claire.. ciao ometto!" Gli mando un bacio da lontano e poi salgo in auto.

Mi ci vogliono venti minuti per arrivare davanti al bar. Quando entro vedo una gran confusione e un sacco di persone. Sono solo le sei del pomeriggio ma qui dentro sono già tutti ubriachi.

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