Nel cuore della notte sento il campanello suonare insistentemente. Mi sveglio di colpo e mi capicollo giù dalle scale e quando finalmente arrivò alla porta me la vedo lì in piedi preoccupata e straordinaria bella mentre io sono in pigiama. Il che non sarebbe nemmeno il problema perché il solo fatto che si sia presentata mi fa incazzare "Che cosa vuoi?"
"Fammi entrare" non me lo chiede e un ordine.
La guardo malissimo e poi sposto lo sguardo sull'orologio a pendolo nell'ingresso "Sono le tre del mattino" nell' esatto momento in cui lo dico mi sembra una situazione ancora più assurda.
"Dai, spostati" dice entrando, è nervosa e sicuramente a contrario mio non riusciva assolutamente a prendere sonno.
"Che cosa vuoi, Zulema?" Le ripeto la domanda chiudendo la porta "E soprattutto cosa devi dirmi di così importante?"
"Zitta. Parlo io.." mi impone, sgrano lo sguardo e rido appena in modo isterico.
"Splendido.. non voglio ascoltare, me ne vado a dormire" dico salendo un paio di gradini.
"Mi dispiace" sento dire alle mie spalle, non lo dice spesso per questo cattura la mia attenzione, mi volto per incontrare il suo sguardo "..mi dispiace per ciò che è successo nello studio"
"Ah.." dico scendendo di nuovo i gradini, incrocio le braccia al petto e resto ad ascoltarla.
"Tu eri.." si blocca e mi indica "..sei bellissima e io.." i suoi occhi mi vedono sempre nello stesso modo, è amore sicuramente perché in questo momento sono tutto tranne che tenuta bene.
"Non puoi prenderti quello che vuoi quando vuoi, quei tempi sono finiti" le dico semplicemente.
"Non posso cambiare ciò che sono" usa un tono rammaricato.
Mi passo una mano sul viso "Che grande cazzata"
"Dico davvero" fa un passo nella mia direzione e cerca un contatto che le nego.
"Ascoltami molto attentamente perché sarà l'ultima volta che lo dirò.." mi schiarisco la voce "..io sono cambiata dopo il rapimento di Lucía" mi vengono subito gli occhi umidi perché quell'episodio mi ha devastata "Cazzo! Ho perso due dei miei quella notte, ho ucciso mio marito, mi hanno quasi violentata, ho sfregiato mio fratello, ho bruciato la mia casa!" Le urlo perché sono marcia dentro a causa di quello che è successo "Voglio stare tranquilla. Voglio vivere una cazzo di vita normale, Zulema! Ho smesso di lavorare perché non riuscivo più a mantenere il sangue freddo. Tu sei rimasta la stessa. E credo che se non avessi vissuto quell'esperienza.. probabilmente non ci sarebbe questo problema perché lavoreremmo insieme" lo penso davvero, è un problema mio.. un mio blocco "Ma è successo.. è successo" abbasso il tono e divento più ferma, punto lo sguardo nel suo e resto irremovibile perché il punto della questione è sempre un altro "La domanda è sempre la stessa ed è la domanda che continuo a porti da sei anni: me o il lavoro?"
"Non.." si blocca senza aggiungere un cazzo.
Le sorrido rassegnata "Ed ecco la risposta" vado al carrello bar lì accanto e mi verso un whiskey. Lo bevo dandole la schiena, ormai non ho più sonno.
"Macarena, tu mi odi?" Mi chiede con un filo di voce.
"Credimi.. sarebbe tutto più facile.." commento senza guardarla e poi mi incazzo perché sembra sempre che non ci arrivi, punto lo sguardo nel suo "Sai cosa si prova ad essere continuamente respinti dalla persona che si ama?"
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Mentiras
Fanfiction2. sequel di "No tener miedo" Zulema e Macarena, ormai felicemente sposate, convivono con la loro bambina Lucìa. Dopo sei anni dal "sì lo voglio" l'entusiasmo della vita coniugale viene messo a dura prova da alcune divergenze. Il ritorno di Román...