MACARENA
Un mese dopoÈ passato un mese da quando ho chiuso con lei.
Mi manca da morire, specialmente la notte quando niente mi permette di chiudere occhio, ma continuo a credere di aver fatto la scelta giusta.Oggi è mercoledì, Lucia va a stare da lei e torna domani come ogni settimana ma ovviamente come una classica sedicenne è in ritardo così quando sentiamo suonare il campanello vado ad aprire io.
"Ehi" la saluto e lei mi regala il solito sorriso di circostanze ma so perfettamente che soffre quanto me. Non abbiamo più accennato all'argomento, semplicemente le cose stanno così punto "Lucia è.."
"In ritardo" risponde sorridendo più sinceramente "Come mai non sono sorpresa?"
Rido appena "Forse perché la nostra figlia adolescente non è famosa per essere puntuale.. ma forse eh"
Si fa più seria "Ho parlato con tuo fratello.."
Annuisco interessata, il fatto che non stiamo insieme non significa che non mi importa di lei "Ah bene, che ti ha detto?"
"Mi ha dato tutte le informazioni di cui avevo bisogno.. l'ho chiamata e mi ha chiesto di incontrarci" mi spiega molto brevemente con un sorriso tra l'imbarazzo e il disagio. Terreno totalmente nuovo e inesplorato, è chiaro perché si sente così.
"Bene! Sono contenta per te" le dico molto sinceramente ma mi basta uno sguardo più attento per capire a cosa sta pensando "Zulema.." abbasso lo sguardo a disagio.
"Non ci voglio andare da sola, Macarena" ed è esattamente quello che pensavo che pensasse.
"Io in che veste dovrei venire a parlare con voi? Non sono più niente" le dico totalmente sincera, mi sentirei di troppo e non voglio. È un momento importante per loro ma io che ruolo avrei?
"Non è vero.." scuote la testa e poi molla subito "..ok niente fai conto che non avessi parlato" dice richiudendosi nelle sue barriere.
Mi dispiace vederla così a disagio "Quando?" Le chiedo spontaneamente.
"Domani pomeriggio al bar Blues sulla quinta in centro.. alle 4" mi spiega velocemente con un sorriso speranzoso sul viso.
"Non ti prometto nulla" l'avverto mentre finalmente Lucía ci raggiunge
"Ok.. ciao amore" Lucía mi schiocca un bacio sulla guancia e poi abbraccia forte Zulema.
"Ciao mamma" mi saluta, le guardo mentre salgono in auto e vanno via.
Passo il resto della giornata a valutare se sia o meno il caso di andarci, convinta che forse non dovrei ma il cuore mi sta supplicando di andarci perché Zulema ha bisogno di me.
Ed è per questa ragione che alla fine mi ritrovo davanti a quel maledetto bar tutta agitata, una mano mi tocca la spalla e voltandomi vedo il suo sguardo sorpreso. Mi abbraccia "Sei venuta!" Mi stringe a sé e io mi irrigidisco da morire.
"Resto per poco" l'avverto sciogliendomi dall'abbraccio.
"Puoi scioglierti leggermente? Sono in ansia e non mi aiuti" mi supplica e vedo quanto è tesa.
Alzo le spalle e indico la mia auto "Posso sempre andare via.."
"Macarena.." usa quel tono e quello sguardo da rimprovero.
Annuisco e capisco che devo smettere di fare la stronza "Andrà bene" le dico ma non mi crede affatto perciò le prendo il viso tra le mani e le accarezzo piano le guance "Okay? Tu.. sii semplicemente te stessa e lei ti amerà" mi perdo nel suo sguardo mentre si rilassa "È impossibile che non ti ami" ci perdiamo nei nostri sguardi qualche secondo prima di allontanarmi "Dai.. un respiro profondo e via"
Quando entriamo nel bar ci accorgiamo che lei è già lì seduta al tavolo così mando Zulema avanti "Ciao" la saluta, in questo momento mi sembra un uccellino bagnato.
"Ciao" la saluta la ragazza, molto più decisa. Un altro modo per nascondere la sua tensione. È uguale a Zulema, non solo nell'aspetto fisico.
"Lei è Macarena" mi presenta Zulema mente ci sediamo.
"Piacere Fatima" lei mi tende la mano e io gliela stringo forte.
"Sono contenta di conoscerti" accenno un sorriso sincero che lei non ricambia.
Sposta lo sguardo su Zulema "E quindi tu saresti mia madre.." non glielo chiede, è un'affermazione. L'atteggiamento passivo aggressivo ce l'ha proprio nel DNA.
"Se avrai un po' di pazienza ti racconterò tutto.." le spiega Zulema a disagio.
"Sono qui apposta" le risponde la ragazza incrociando le braccia al petto.
Vedo la gamba di Zulema tremare dal nervoso come una trivella, così le appoggio la mano a l'accarezzo dolcemente senza alcuna malizia, si calma immediatamente "Bene, allora.. probabilmente non è la favola che ti sarai immaginata.. ti chiedo scusa in anticipo per questo ma forse è meglio che tu sappia la verità.. tu sei nata in Egitto ventiquattro anni fa.. avevo diciassette anni quando ti ho avuta, tuo padre ne aveva sessantadue il nostro era un matrimonio combinato.. ti ho tenuta per nove mesi e sei stata la cosa più importante della mia vita, il più grande rimpianto è non averti cresciuta.. non appena ti diedi alla luce tua nonna ti strappò via da me e non ho avuto più tue notizie fino a qualche mese fa. Ti ho cercata.. ma le ricerche mi hanno portato a dei vicoli ciechi. Ti credevo morta.. o dispersa.." dice tutto d'un fiato. Tantissime informazioni toste da gestire per una ragazza che conosce per la prima volta la madre naturale.
Resta in silenzio a osservarci, ci guarda arrogante e svogliata, come se ci credesse ma non le importasse. Ma so perfettamente che è soltanto una facciata perché se non le importasse davvero non sarebbe mai venuta "Le tue ricerche non sono state così accurate.." risponde mentre si indica, sottolineando il fatto che è viva e vegeta "..grazie per la storiella, Zulema" si alza "Ci si vede eh" esce dal locale lasciandoci senza parole.
Zulema abbassa lo sguardo distrutta, non oso nemmeno immaginare quanto sia difficile per lei così le accarezzo piano la gamba e le lascio un bacio sulla guancia indugiando appena sulla sua pelle liscia, lei si volta e mi sorride nonostante gli occhi lucidi. Ricambio il suo sorriso e le faccio l'occhiolino "Ci penso io"
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Mentiras
Fanfiction2. sequel di "No tener miedo" Zulema e Macarena, ormai felicemente sposate, convivono con la loro bambina Lucìa. Dopo sei anni dal "sì lo voglio" l'entusiasmo della vita coniugale viene messo a dura prova da alcune divergenze. Il ritorno di Román...