Capitolo 36

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La vita è un percorso tortuoso ad ostacoli.

È composta da momenti che non tornano più.

Ogni momento è unico, irripetibile.

Non si torna nello stesso punto due volte.

Perché tutto è soggetto a evoluzione, noi siamo soggetti a continui cambiamenti e tutto il mondo che ci circonda.. cambia.

Non ho mai avuto una vita facile, ho sempre dovuto lottare per ottenere qualcosa e combattere per riuscire a non perdere quello che con enorme fatica ho conquistato.

Ci sono momenti in cui ringrazio che sia stato così.

Perché solo in questo modo ho capito il vero valore delle cose, solo così sono riuscita a capire quanto importasse riuscire a vivere appieno ogni secondo.

Ho capito che esiste solo il presente.

Che il passato purtroppo non si può cancellare tanto meno cambiare e il futuro.. a volte mi è sembrato così incerto da non credere nemmeno di averlo.

Essere felice è qualcosa che mi spaventa nel profondo perché ogni volta che sembrava che tutto fosse finito, che finalmente la tormenta fosse passata, mi sono dovuta ricredere.

Quindi nonostante abbia capito che è fondamentale vivere il presente non posso mentire a me stessa: ho paura.

La ignoro.
La gestisco.
La annego e la nascondo in angoli remoti del mio essere.

Ma ho paura.

Il fatto è che molti fei problemi e degli ostacoli che abbiamo avuto sono spuntati all'improvviso camuffati da semplici imprevisti e solo quando stavamo per incombere si sono mostrati per la loro vera natura: guai seri.

Zulema rientra dalla cena con Fatima "Ehi com'è andata?" Le chiedo sovrappensiero.

"Non lo so.. chiediglielo tu" mi risponde catturando la mia attenzione.

Alzo lo sguardo e dietro di lei vedo Fatima "Ciao!" Dico in un sorriso "Scusa è che non mi aspettavo.." Zulema mi ha colto totalmente alla sprovvista "Vuoi qualcosa? The, Acqua.. caffè?"

"Sono a posto, grazie" mi risponde cortesemente.

"Vi siete divertite?" Chiedo ad entrambe e poi sposto lo sguardo su Zulema.

"Abbastanza! Abbiamo molte cose in comune.. al poligono è eccellente!" Spiega Zulema andando a prendersi un bicchiere d'acqua in cucina.

"Poligono? Avevo capito cena.." dico non capendo che cosa mi sia sfuggito.

Zulema ride e poi guarda sua figlia "Sì ma la cosa ci è sfuggita di mano" per quanto riesca a mascherare bene non può mentirmi.

Sospiro "Hai bevuto"

Alza le spalle "Non tanto"

"Zulema lo sai che tu non puoi bere" incrocio le braccia al petto, ne avevamo parlato.. non sa gestirlo e poi fa danni, specialmente a parole.

"E infatti non l'ho fatto.. tanto" ride buttando giù l'acqua nel bicchiere.

"Sei sicura che non sia tua madre?" Le chiede sua figlia con un tono così cinico e arrogante che mi irrita.

"A volte mi confondo lo ammetto" le risponde Zulema ignorando totalmente il fatto che sono qui con loro e che, sfortunatamente, le sento.

"Mamma!" Entra in casa Lucía, una Lucia che non conosce assolutamente la questione Fatima. Entro in panico, per quanto riesco a mascherarlo benissimo.

"Tesoro" l'abbraccio forte.

Zulema le schiocca un bacio sulla guancia "Ciao piccola"

Lucía guarda Fátima e poi si rivolge a me "Chi è?"

"Lei è Fatima.. la figlia di Zulema" spiego come se fosse una cosa da tutti i giorni, normale come lo siamo noi d'altronde.

"E tu sei chiaramente la figlia di Macarena.. sei la sua esatta fotocopia" commenta Fatima, dal suo tono non capisco se voleva essere un complimento.

"Già.. non sapevo che mamma avesse una figlia...cioè un'altra" mi dice Lucia sentendosi un po' a disagio in questa situazione, non la biasimo perché mi sento nella stessa maniera.

"Paura che ti rubi il trono, piccoletta?" Questa battuta di Fatima non mi piace per niente, per tanti motivi diversi.

Lucía la guarda un po'perplessa "No, non proprio"

"Avevi bisogno?" Chiedo a mia figlia accarezzandole i capelli.

"Non trovo la giacca rossa" mi informa guardandomi negli occhi e mi sorride.

"Ti aiuto a cercarla.." le dico avviandomi verso la porta e ringraziandola mentalmente per darmi la possibilità di uscire da questa situazione "..ci vediamo Fatima"

"Lei resta a dormire" la frase di Zulema mi ghiaccia sul posto.

"Cosa?" Le chiedo voltandomi a guardarla.

"Non ha un posto in cui stare, quindi sarà qui a casa mia" mi dice semplicemente come se fosse già tutto deciso.

"Nostra" la correggo in un sorriso così finto che sembra una paralisi.

Alza le spalle totalmente indifferente "È la stessa"

Le vado vicino guardandola negli occhi "E non hai pensato di parlarne con me?" Faccio una pausa "Magari prima di portarla a casa.. Lucia non sapeva ancora nulla!"

"È andato tutto bene" le indica non vedendo chiaramente la tensione che si è creata "Parlartene? ..Lo sto facendo adesso"

Annuisco piano "Fatti un caffè" mi giro verso Fatima, ormai la cosa è fatta e ho le mani legate "C'è una camera per gli ospiti al piano di sopra terza porta a destra.. usa pure quella"

Lei annuisce "Grazie Maca"

"Benvenuta" le sorrido di cortesia e poi prendo mia figlia "Vieni Lucía.. cerchiamo sta giacca"

Sistemo Lucia e poi vado in camera mia, non mi piace assolutamente il modo con cui Zulema ha gestito la faccenda. Mi infilo sotto le coperte senza aspettarla, non è nemmeno nelle condizioni per reggere una discussione.

Non ho idea di quanto tempo passa ma la porta si apre e la sento entrare, sono girata di schiena "So che non stai dormendo" mi dice "Ne possiamo parlare?"

"Ah adesso ne vuoi parlare? Quando avrai smaltito l'alcol" le rispondo "Così non dovrò ripetere due volte le cose"

"Non vedo dove stia il problema comunque" mi dice mentre la sento farsi spazio nel letto accanto a me.

"Già.. forse è proprio questo il problema" commento a voce bassa, lei non mi sente e va benissimo così.

Come ho già detto.. i problemi di presentano camuffati da imprevisti che poi si rivelano guai seri.

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