Capitolo 10

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ZULEMA

Posteggio l'auto accanto al chioschetto dei gelati preferito di mia figlia. Ordiniamo due coni e poi facciamo una passeggiata nel parco, lei è accanto a me. Un po' troppo silenziosa e pensierosa del solito "Avete litigato" dico senza nemmeno chiederle cosa le passi per la testa.

"Non è niente" si affretta a rispondermi, confermando ingenuamente che ho colto nel segno.

"Perché?" Le chiedo facendo molta attenzione a non entrare nel discorso a gamba tesa.

"Perché si comporta come un adolescente!" Esclama irritata.

"Disse l'adolescente.." commento io ridacchiando, le metto un braccio intorno alle spalle "..vuoi spiegarmi?"

Alza lo sguardo nel mio e poi lo riabbassa subito come quando è a disagio "Non so se posso dirtelo"

Non serve una scienza per unire i punti che mancano "Della persona che frequenta?"

Rialza lo sguardo nel mio sgranandolo appena, è chiaro che l'ho colta di sorpresa "Lo sai quindi"

"Lo so.." guardo altrove, tasto dolente ma lei è mia figlia "..la domanda è: come lo sai tu?"

Alza leggermente le spalle "L'ho capito.." risponde semplicemente "..si tira a lucido e sta fuori tante ore.. non sono più una bambina"

Evidentemente Maca non ha assolutamente fatto attenzione a mascherare i suoi atteggiamenti "Certo che no"

Lei si ferma di colpo e mi guarda "Come stai?"

"Bene.. sto bene" rispondo sicurissima ma è chiaro dal suo sguardo che non la convinco per niente "Solo che non sono sicura di quello che sta succedendo, ecco"

"L'hai vista?" Mi chiede curiosa e un po' dispiaciuta.

Sorrido un po' rassegnata perché nella testa ho le immagini chiare di quello che ho vissuto "Oh sì.. sì che l'ho visto"

Annuisce piano "Quindi è un lui"

Sgrano appena lo sguardo "Beh sì.. pensavi fosse una lei?" Le chiedo interessata all'argomento e anche un po' preoccupata su come affrontarlo, lei mi annuisce appena "Tua mamma è bisessuale, sai che significa no?"

Lei annuisce tornando a camminare "Me lo hanno detto a scuola e comunque anche quello era facile da intuire.. Tu sei donna.. John era uomo.." semplifica il tutto in questo modo ed è adorabile "..tu, mamma, cosa sei?"

"Anche io bisessuale" rispondo sicura e anche abbastanza serena, bisogna in qualche modo sensibilizzare l'argomento senza renderlo un problema perché di fatto non lo è.

"Quindi siete attratte da chiunque?" Mi chiede ingenua e io scoppio a ridere.

"No, non da chiunque" rispondo continuando a ridere e poi cerco di trovare le parole giuste "Semplicemente da alcune persone.. indipendentemente dal loro sesso"

"E le amate?" Mi chiede un po' confusa, io vedo oltre questa domanda e so bene cosa vuole che le risponda.

"In un certo senso.. ci sono tante forme di amore.. l'amore che proviamo per te, l'amore che proviamo per un'amica, l'amore che proviamo per un partner e l'amore che proviamo io e tua madre" mi soffermo sottolineando questa ultima frase perché è fondamentale che lei lo capisca "Sono tutte forme diverse di amore"

"Quando vi ho viste la prima volta insieme a cena ho pensato che eravate fatte per stare insieme" mi confessa con uno sguardo sognante rivolto a un punto indefinito, è chiaro che se lo ricorda.

Guardo altrove, questo è un tasto ancora più dolente "Tra me e tua madre.. è decisamente complicato" come spiegare il nostro problema a una ragazzina di sedici anni che non ci conosce nemmeno?

"Complicato.. voi lo rendete complicato" commenta sottovoce ma la sento ugualmente.

"Non mi hai detto perché avete discusso.." le ricordo, questione che mi interessa maggiormente.

"Non vuole parlarmi di lui, dice che non è importante e che non lo conoscerò" spiega brevemente.

"Beh forse è davvero come dice lei.." commento e mi appresto a spiegare "..tua madre ti vuole molto bene, sono sicura che quando conoscerà una persona valida te la farà conoscere.. fino ad allora è inutile che ti presenti persone che non resteranno"

Pare che questa spiegazione possa bastare e poi mi ricorda "Non mi hai detto come è andata quando lo hai conosciuto"

Rido appena, un po' in imbarazzo "Dovresti chiederlo a zia Saray, sono convinta che sarebbe più divertita nel raccontartelo"

"C'era anche lei" mi chiede divertita.

"Ha assistito all'intera scena" confermo annuendo appena.

"C'era da ridere?" Mi chiede curiosa e divertita allo stesso tempo.

"Per chi guardava? Assolutamente sì.. Per noi che lo vivevamo? No, assolutamente no" scuoto la testa convinta, quel ceffone me lo ricorderò per il resto della vita.

Ci sediamo su una panchina e lei mi guarda come se volesse farmi una domanda ma non fosse sicura di quali parole usare "Ti dispiace vederla con un'altra persona?"

"Sì" rispondo sinceramente e poi abbasso lo sguardo "Ma la voglio vedere felice. Mi basterebbe questo.. il problema è che con questo.. io non la vedo felice"

"Dovremmo mettere su un piano per farle cambiare idea" mi dice con uno sguardo calcolatore e sono sicura che l'abbia preso da me.

Rido mentre me l'abbraccio "Che mente diabolica.. ma non penso che sarà necessario, piccolo terremoto!"

Mentre ce la ridiamo, mi suona il cellulare "Posso?" Le domando.

"Sì, intanto vado a vedere quelli giocare" mi indica un gruppo di ragazzi e ragazze che giocano a calcio, lei e la femminilità.. tutta sua madre. Le do il consenso quando prendo la telefonata "Dimmi Saray"

"Pulito.. laureato con il massimo, studente modello, giovane imprenditore, si è fatto le ossa lavorando per la sua famiglia, ottenendo grandi risultati.. ha ottenuto il titolo e si è trasferito qui. Fascicolo immacolato. Nemmeno una multa"

Tengo lo sguardo su mia figlia "Pensi a quello che penso io?"

"Che se è troppo bello per essere vero allora deve esserci per forza qualcosa che non va"

"Per mia esperienza, chi sostiene di non nascondere nulla alla fine è più marcio degli altri" dico molto seriamente.

"Scavo più affondo"

"Tienimi aggiornata" le ordino prima di chiudere la comunicazione "In che cosa ti stai cacciando, Macarena?"

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