Capitolo 26

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Mi sveglio con un raggio di sole che mi colpisce il viso, sono distesa sulla sdraio del mio balcone completamente nuda. Ho la vestaglia che mi copre come una coperta, sicuramente me l'ha messa Zulema. Zulema?

Mi guardo intorno e niente. Il nostro letto matrimoniale è completamente rifatto.

Di solito ci svegliamo insieme o comunque mi aspetta, non mi è chiara la motivazione di questa scelta fredda nei miei confronti.

Ma poi mi è più chiaro appena i ricordi della notte passata insieme si vanno più vivi: ho detto ultima notte. Svegliarsi insieme sarebbe stato troppo anche per me.

Non facciamo altro che ferirci, se vogliamo mettere un punto dobbiamo allontanarci poco a poco.

Lo ha fatto anche per me.

C'è un po' di malinconia e sofferenza in questi pensieri che scaccio via convincendomi che sia l'unica cosa giusta da fare.

Decido di vestirmi, una camicia e un paio di pantaloni aderenti. Molto casual-formale. Adatto a quello che dovremmo affrontare.

Scendo giù le scale e, come promesso, sta preparando la colazione per poi parlare di lavoro.

Mi affaccio in cucina e la vedo spadellare i suoi fantastici pancakes, anche lei si è totalmente vestita.. rubandomi delle cose dall'armadio.

"Quella camicia ti sta davvero bene" le dico in un sorriso, mi appoggio allo stipite della porta e la osservo in tutta la sua bellezza mozzafiato alla quale mai riuscirò ad abituarmi.

"Penso che te la ruberò" mi risponde mettendo l'ultimo pancakes sulla pila alta già posizionata su un piatto, lo mette sulla penisola della cucina, proprio in mezzo a noi e mi guarda nello stesso modo.

Ora arriva la parte più difficile: scindere ciò che vorrei fare da quello che devo fare.

Vorrei saltarle addosso riempiendola di baci incredibili.

Devo sedermi allo sgabello a due passi da me e parlare di una persona che odio che vuole la terza guerra mondiale.

Ce la posso fare.

Mi sforzo e mi siedo, la guardo pochissime volte in faccia perché per me è difficile, tanti difficile, avere un contatto visivo e mantenere anche il controllo delle mie azioni. Mi servo e inizio a mangiare, lei fa lo stesso dell'altra parte "Hai un piano?"

"Io ho sempre un piano" risponde strafottente sorridendomi in maniera arrogante.

"E intendi condividerlo con me?" Le chiedo prima di mettere in bocca un pazzo di pancake.

"Come sono?" Mi chiede a sua volta.

"Buonissimi come sempre" rispondo sinceramente "Quindi?" Lei non ha alcuna voglia di parlare di quello, esattamente come me "Zulema.."

Distoglie lo sguardo da me e sospira come se quello che sta per dirmi le pesasse troppo "Devi andare da lui.. sedurlo.." abbassa lo sguardo e serra la mascella in una morsa "Tenerlo occupato mentre io recupero un campione di nitroglicerina liquida" è un piano di merda.

"No" rispondo seriamente alzandomi in piedi "Io non andrò a letto con lui per distrarlo.. non lo farò"

"Dove va lui, vanno anche i suoi uomini.. se lui sarà distratto.. mi lascerai il tempo di entrare e uscire senza troppi problemi" mi spiega senza alcun tono nella voce, è completamente rigida e di ghiaccio.

"Hai idea di quello che mi stai chiedendo?" Le chiedo con un tono incrinato dal panico ma lei non reagisce. Dal momento che lei sembra impassibile a questo, mi irrigidisco e mi calmo almeno esteriormente "E poi Zulema? Che facciamo con il container?" Le chiedo incrociando le braccia al petto.

"Non è compito nostro fermarlo.. L'accordo con Román prevede solo un campione di arma.. non distruggere il carico" mi spiega senza nemmeno guardarmi.

"No" dico seria e ferma "Non lasceremo che un carico esplosivo e incontrollato vaghi per il mondo.. soprattutto perché tu continuerai a lavorare e un giorno ti ritroverai davanti a questo problema e abbiamo una figlia.. una figlia che non sa un cazzo di noi e che va protetta maggiormente proprio per questo motivo" inizio a camminare per la stanza "Dobbiamo eliminare il carico prima che parta dall'azienda e uccidere il Dottore, l'unico a conoscenza della formula chimica"

"E come pensi di farlo?" Mi chiede irritata da una situazione che è complessa "Possibilmente senza finire ammazzate" alza le spalle "Perché onestamente non trovo soluzioni.. siamo solo noi due"

"Va bene Zulema.. Lo terrò impegnato e tu ti occuperai del campione e ucciderai quel cazzo di scienziato pazzo. Poi troverò il modo di raggiungerti per eliminare ogni traccia.." dico semplicemente, sapendo già che conosce perfettamente le planimetrie di quel posto.. si tratta solo di farlo.

"Perfetto" mi risponde prima di tornare a mangiare.

"Perfetto" ripeto guardandola con estrema delusione "Sì.. perfetto.. è proprio la parola giusta"

Sbatte la forchetta sul tavolo "Che ti aspetti che faccia, eh?"

"Che cosa mi as.." ripeto incredula della sua domanda e poi ci esco di testa "Che tu mi dica che non ti sta bene!" Le punto il dita con le lacrime agli occhi "Che tu mi dica che non vuoi che lo faccia.. soprattutto dopo stanotte! Non puoi propormi una cosa del genere! Come puoi pens.."

Corre da me e mi prende tra le braccia, mi bacia zittendomi. Sente che le lacrime iniziano a scendere sul mio viso perché il bacio si fa più salato "Non pensare nemmeno per un cazzo di secondo che io voglia che tu vada con un'altra persona" mi sibila seria mentre incastra lo sguardo nel mio "Macarena.. È ovvio che non mi sta bene. Non mi sta bene per niente! Vorrei che tu non lo facessi ma.. non c'è miglior modo di tenerlo occupato e distratto. Abbiamo bisogno che lui sia distratto, Macarena" appoggia la fronte contro la mia e mi accorgo che anche lei sta piangendo "Cazzo! Non mi sta bene.. non potrà mai starmi bene una cosa del genere!"

"Levati questa maschera da agente e dimmi che cosa vuoi che faccia. Troviamo un altro modo perché io questo non lo faccio" dico con voce spezzata dalle lacrime e poi mi incazzo da morire con lei "Non trattarmi mai più come una cazzo di pedina!" Uso il mio tono da capo, un tono che non ho mai perso.

"No, Signora!" mi risponde e scoppio a ridere tra le sue braccia.

"Tu sei una cazzo di cretina" commento e lei ride a sua volta "Dio santo che nervi che mi fai venire"

"Non ero sicura che tu ti ribellassi.. sai bene che quella era la strategia migliore come agente" lo so perfettamente ma non posso farlo, non più. Certe cose non si possono fare senza sangue freddo.

"Non mi importa se non sono una professionista in questo momento.. non lo sono più da anni.." scuoto la testa semplicemente "Non posso più fare questo lavoro, te l'ho già detto un milione di volte"

Mi guarda nel nostro modo, è chiaro che non riusciremo mai a chiudere per davvero. La porta tra di noi resterà sempre socchiusa "Posso baciarti? Lo voglio fare da quando sei entrata in cucina"

"Anche io" lego le braccia dietro a suo collo e ci baciamo.

Non lo prolunghiamo troppo, semplicemente restiamo insieme mentre tutto il resto scompare per un secondo "Potremmo non stare mai più insieme.. ma io ti amo" mi sussurra appoggiando la fronte contro la mia "Non ti rendevo felice ma ti amavo, non riuscirò mai a voltare pagina.. tu sei troppo importante"

"Tu.. sei la mia costante" commento piano "Ci amiamo ma non riusciamo a stare insieme.. ha tutta l'aria di essere una maledizione" dico mentre scivolo via da lei "Ora basta, dimmi qual'è il piano"

MentirasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora