Capitolo XV

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Merlino la guidò attraverso un dedalo di corridoi, fino a che non emersero in un ampio salone di pietra. Due camini accesi riascaldavano l'ambiente austero, e cinque persone li attendevano dentro, tre giovani uomini e due donne nel fiore degli anni.


Uno dei tre uomini, il più massiccio, che sedeva a un tavolo pieno di pergamene e frammenti di legno, si alzò e si avvicinò loro, dicendo qualcosa di intelleggibile.

Lily lo guardò a disagio e confusa, e Merlino intervenne.

"Giussto" disse, estraendo la propria bacchetta, e mormorando un incantesimo in una lingua antica e sconosciuta.

"Adesso non dovresti avere nessun problema a comprenderci" aggiuse, non in Serpentese "E noi a capire te. Parla normalmente".

Lily rimase un attimo spiazzata. Riusciva ancora a sentire le parole in quell'inglese che non le era famigliare, ma il significato si traduceva in automatico nella sua testa.

"Ah... Grazie" mormorò.

"Dicevo, benvenuta nella casa del nostro Maestro" intervenne di nuovo l'uomo muscoloso. Era alto e portava corti capelli neri. Aveva tratti severi, il naso importante e due meravigliosi occhi verdi "Sono Antioch Peverell, piacere".

Lily sbatté gli occhi, confusa e meravigliata e terrorizzata insieme.

Conosceva quel nome...

"... Lady Liliana" rispose quindi, cercando di mantenersi impassibile.

Le due ragazze si scambiarono uno sguardo, poi scoppiarono a ridere.

Erano molto simili, entrambe con una fluente chioma rossa - sebbene più scura di quella di Lily Luna, molto più tendente al rosso Evas - e solo il colore degli occhi a distinguerle.

Colei che sedeva sola su una poltrona, con un libro abbandonato in grembo, li aveva scuri come una foresta ombrosa.

L'altra ragazza che, invece, divideva un piccolo divanetto con uno degli uomini, e aveva i piedi poggiati nel suo grembo ed era visibilmente incinta, aveva gli occhi chiari e limpidi come il cielo d'estate.

"Di grazia, padre, ci porti un'altra sorella perduta?" esclamò quella in poltrona, scostando il libro ed alzandosi per venire incontro.

"Vero è che la ragazza ha sangue atlantideo nelle vene" rispose Merlino, sorridendo "Ma vi assicuro che non è il mio".

"Sono Viviana, piacere" si presentò quindi la donna che si era avvicinata "E lei, là seduta con Cadmus, è mia sorella Morgana. Siamo le figlie di Merlino".

"... Oh" riuscì solo a dire Lily, sempre più confusa e meravigliata.

Non sapeva che Merlino avesse avuto delle figlie.

E adesso capiva perché l'avesse chiamata Liliana... Oh, dio. Vivana, Morgana, Liliana, tutte e tre giovani donne dai capelli rossi.

Lily sorrise, arrossendo appena.

"Il piacere è mio" rispose infine, recuperando un minimo di contegno.

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora