Capitolo LXXV

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I M.A.G.O. erano iniziati.


Luna non era troppo preoccupata della pratica, ma la teoria... Sapeva che in alcune materie, come Erbologia e Pozioni, era utile se non fondamentale, ma per altre materie... Senza pensare che alcuni concetti intrinsechi di Incantesimi e Trasfigurazione erano sbagliati. Eppure era costretta a sostenerli.

Nonostante la poca voglia, quindi, la sua essenza Corvonero era emersa e Luna aveva messo in pausa persino le pomiciate con Severus per dedicarsi completamente allo studio. Si sentiva, pensava, abbastanza pronta per affrontare gli esami. Il nervosismo era solo dettato dall'attesa: non vedeva l'ora che finisse tutto.

Fu quindi quasi con sollievo che vide il presidente della commissione voltare la clessidra che stabiliva l'inizio della prima prova scritta - Incantesimi - e le parole rivelarsi sulla pergamena.

Luna iniziò a rispondere ai quesiti.

A circa mezz'ora dall'inizio un leggero senso di sbandamento la fece fermare con la piuma a mezz'aria. Era... Strano. Come se per un secondo si fosse dimenticata di abitare il proprio corpo. Come se, per un attimo, qualcun altro si fosse intrufolato nei suoi occhi...

"Ma questo è barare" sussurrò, quasi senza parlare, solo muovendo le labbra.

Dietro di lei sentì una risatina soffocata e il colpo di tosse del presidente della commissione che dava un avvertimento, ripristinando il silenzio assoluto.

Luna era meravigliata. Non aveva mai pensato di provare a fare una cosa del genere; eppure, lo sapeva, era già successo... A suo padre. Per Godric, suo padre era stato pure ingannato da Voldemort con quel trucchetto...

Sorridendo a trentadue denti Luna chiuse gli occhi, e provò a cadere dentro Severus, sfruttando l'Horcrux di lui che viveva dentro di lei, cercando i suoi occhi con un sesto senso che non era magia pura, ma l'essenza stessa delle loro anime interconnesse... E trovando la strada per fissare la sua pergamena d'esame, dove Severus aveva vergato con eleganza le risposte alle domande, la sua calligrafia piccola e stretta che Luna avrebbe riconosciuto ovunque.

'Chi è che sta barando, adesso?' sentì lui chiedere, nella mente.

'Oh, cazzo, possiamo parlare'

'Se possiamo sognare gli stessi sogni, non vedo perché non dovremmo poter parlare' rispose Severus, divertito.

Luna tornò ai propri occhi e alla propria pergamena, ma questo non interruppe la connessione mentale.

'Da quanto ci pensavi?'

'... Da un po'. Lieto di vedere che funziona, mi ero scordato il teorema di Fleamount...'

'Ma proprio durante i M.A.G.O. ti metti a giocare con l'Horcrux?'

'Sei tu che mi sta ignorando da due settimane per studiare'.

'E tu hai ben pensato di schivarti il lavoro ideando un modo per barare?!'

'Ehy! ... Sono un Serpeverde, dopotutto'.

Luna dovette premersi una mano sulle labbra per impedirsi di scoppiare a ridere.

'... Ti amo, lo sai?' gli chiese alla fine, ancora meravigliata. Era strano: fino a pochi minuti prima ancora pensava che loro due fossero in qualche modo distanti, disallineati e disaccoppiati in questa linea temporale, e poi... E poi succedevano cose come queste, che le confermavano in primis che Severus era veramente molto più intelligente di quanto chiunque altro gli desse credito, e poi che esistevano ancora modi per sentirlo sempre di più legato, parte di lei.

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora