Capitolo LVII

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La radio era ormai stata da tempo rotta, le casse altoparlanti sfasciate con un incantesimi di taglio potente, per evitare che venissero rimesse insieme facilmente.


I cognugi Greengrass stavano per copulare dietro una della grandi tende, pensando forse di essere discreti ma non riuscendo a modulare il volume dei gemiti. Buona parte degli ospiti era già sparito, appartato nelle varie stanze del Manor.

Pandora Prewett e Theodore Scamander stavano molestando uno dei poveri Elfi Domestici, pretendendo di carezzare le lunghe orecchie pelose e lanciando gridolini elettrizzati.

Chi era rimasto e sopravvissuto fino a quel momento stava mezzo collassato sui divanetti, la mente annebbiata dall'alcool.

"Che noia" disse Luna "Facciamo qualcosa. Vi proporrei strip poker, ma penso che nessuno abbia la testa per tenere in mano delle carte..."

"Strip che?" chiese Sirius, alzando la testa dalla gamba di James.

"È un gioco babbano..." rispose Luna "Era un must nelle feste di Teddy, ho sentito dire..."

"Ci sono" intervenne Mary, rianimandosi "Facciamo il gioco della bottiglia".

Anche Luna alzò la testa a quella proposta.

"Solo baci con la lingua, sia chiaro!" esclamò.

"Andata" rispose Mary, appellando una delle bottiglie vuote di Vino Elfico.

"Volete, uhm, spiegare?" chiese Lucius, lo sguardo perso. Quantomeno aveva abbandonato il sorriso falso e affabile.

"Sedetevi tutti in circolo, iniziamo" comandò Mary, e iniziò a spiegare le regole del gioco.


***


Mulciber stava barcollando di ritorno dal bagno, quando vide tutto il gruppetto di ragazzi rimasti seduti stranamente in circolo, su uno dei pregiati tappeti persiani.

"Vai, Mary! Primo giro, a te l'onore" sentì esclamare Luna Rid... Potter, e la sua voce come al solito gli diede un brivido.

Si avvicinò ad Avery, posandogli una mano sulla spalla e sedendosi accanto a lui.

"Che succede?" chiese, perplesso, proprio mentre una bottiglia di Vino Elfico vuota smetteva di girare, il collo puntato inequivocabilmente verso di lui.

Calò un silenzio tombale, teso.

"... Fanculo" esclamò infine Mary, e Mulciber vide la ragazza avanzare verso di lui a carponi velocissima. Ebbe solo il tempo di guardare il suo trucco babbano osceno prima che lei gli afferrasse il viso e, con uno sguardo incazzato, gli ficcasse la lingua in gola.

Totalmente sotto shock Mulciber riuscì solo ad arretrare puntellandosi con il palmo delle mani sul pavimento, mentre Mary McDonandl continuava a baciarlo con rabbia, i pensieri invasi da mille punti interrogativi, nessuno spazio per il disgusto che si era abituato a ricercare ogni qualvolta doveva incrociare la Sanguemarcio nei corridoi - così preziosamente costruito negli anni, le urla di lei ancora impresse nella mente in quella lunga notte fuori dal quel maledetto bagno, gli occhi che continuavano a correre sulle sue unghie spezzate e sanguinanti nei giorni seguenti, lontani dal suo volto, lontani dal suo corpo tentatore, lontani dai desideri proibiti che l'avevano fatto rivoltare contro se stesso -, solo la sensazione di cadere, di affondare nel desiderio improvviso che gli stava togliendo il fiato, la prontezza mentale solo di sollevare appena un ginocchio a tendere la stoffa della sua veste da mago per nascondere, per non far vedere, per non far notare l'immensità del proprio peccato...

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora