Capitolo LV

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Remus aveva passato un tranquillo Natale a casa con i suoi genitori, godendosi finalmente un po' di pace dopo il mese e passa di attenzioni moleste da parte di Sirius.

Non capiva proprio perché il ragazzo non lo lasciasse in pace come aveva richiesto; cioè, sapeva che sulla carta era uno dei suoi migliori amici, ma dopo il discorso che gli aveva fatto...

Remus sospirò, al ricordo. Non poteva fare a meno di provare nuovamente fitte di rabbia miste a cocente delusione ogni qual volta pensava alla loro piccola chiacchierata.

Rabbia, perché ciò che aveva accumulato da un anno e mezzo a quella parte era ancora forte e potente. La sensazione di perdita di controllo, il viso di Piton in lontananza, lui che non riusciva a fermarsi... Solo l'intervento di James l'aveva salvato da una vita ad Azkaban o, peggio, dal Bacio, e di questo gli sarebbe stato sempre grato. Era la faccia da schiaffi di Sirius a farlo incazzare, che si era risolto ad evitarlo e basta, a non guardarlo neanche in faccia, per tutto questo tempo, e a continuare la sua vita come se niente fosse.

A privarlo dei suoi occhi grigi, della compagnia di un amico, delle scuse sincere.

E la delusione...

Perché quando il confronto era arrivato, quando Remus aveva potuto sfogare tutta la pressione che aveva accumulato contro di lui, il risultato non era stato quello sperato. Si sentiva vuoto, ma non in pace, e insoddisfatto della propria vita, e incapace di riflettere e pensare a come agire - come andare avanti - fintantoché Sirius continuava a cercare di passare con lui tutto il tempo possibile.

Fintantoché cadeva preda di quegli stupidi occhi imploranti e doveva sforzarsi per mantenere il punto, per capire; doveva sforzarsi per ricordare tutto il male che lui era stato prossimo a fargli.

Quindi Remus aveva assaporato la pace, nella sua piccola camera in casa propria, laddove i Malandrini non potevano raggiungerlo.

E questo non gli era servito proprio a niente.

Fu quindi con la solita aria mesta che Remus si preparò, il giorno dopo Natale, per raggiungere tutti gli altri alla festa a Malfoy Manor. Ringraziò solo che la luna piena fosse ben lontana, il che significava che aveva abbastanza energie per sopportare un evento di quella portata...

Remus osservò i vestiti che aveva messo nel letto. Evento informale, eh... Quanto informale, per gli standard Malfoy?

Alla fine si risolse ad indossare un paio di pantaloni scuri - la migliore invenzione babbana da secoli - sotto a una veste marrone e corta da mago. Amava la moda ibrida, si sarebbe buttato da un ponte piuttosto che passare il resto dei suoi giorni in tuniche lunghe e sgargianti.

"Io esco!" annunciò così pronto ai suoi genitori, completando il look con un semplice mantello nero, mentre attraversava il salotto.

"Divertiti" gli disse sua madre, il sorriso che non riusciva a raggiungere gli occhi.

Ecco perché odiava tornarsene a casa... Non poteva sopportare lo sguardo di commiserazione dei suoi genitori. Era tutto così forzatamente falso.

Ecco perché era stato così grato di aver trovato i Malandrini, i primi amici sinceri a cui non doveva nascondere nulla di se stesso, che l'avevano accettato senza un battito di ciglia, che non lo guardavano mai così...

E poi Sirius aveva dovuto rovinare tutto.

Remus sbuffò e, fissando la bacchetta alla cintura, si Smaterializzò.

Apparve davanti a un'enorme cancellata, e chiuse gli occhi per ricacciare indietro la nausea che l'aveva colto.

Odiava, odiava sentirsi così debole, odiava Smaterializzarsi, odiava la spossatezza che permeava ogni suo gesto...

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora