Capitolo XVI

13 1 0
                                    

Luna non iniziò subito ad aiutare Merlino con il suo incantesimo. Il mago, infatti, decise che per prima cosa dovesse essere istruita in modo migliore sulle arti magiche, soprattutto su branche della magia che in quel secolo non erano ancora andare perdute e a cui lei non aveva ancora avuto accesso, né nell'epoca in cui era nata né nell'epoca di Salzar. Soprattutto si trattava dell'arte della magia senza bacchetta, in cui lei pensava di sapersela cavare, cosa della quale fu presto smentita dai fratelli Peverell e dalle figlie di Merlino, che si alternavano nel suo addestramento.


Un giorno, esausta e frustrata dopo l'ennesimo fallimento, Antioch smise con la dimostrazione pratica della creazione di acqua e fuoco dalle mani e le chiese di seguirla. La portò in una stanza piccola e piena del castello, dove un lungo tavolo era ricoperto da libri, pergamene e pezzi di legno semilavorati. Antioch, aggirando una poltrona e una credenza, si aviccinò alla scrivania e prese quella che, a tutti gli effetti, era una bacchetta.

"Sai a cosa serve una bacchetta magica, cosa significa per un mago?"

Lily sbatté gli occhi, confusa. La risposta... Non era immediata. Per istinto strinse la propria, di bacchetta. Non era abituata a separarsene mai e, di fatto, la sua bacchetta magica era l'unico oggetto che fosse riuscito mai a portare attraverso il Tempo... Assieme ai vestiti che aveva addosso al momento del salto. Nient'altro - gioielli, borse, fiori, piante, ninnoli ecc - sembrava in grado di seguira.

"È un'estensione del mago" rispose infine "La bacchetta sceglie il mago, gli dona la sua lealtà..."

Antioch sospirò, interrompendola.

"Sì" disse infine "È indubbio che una bacchetta abbia una sua personalità, un'anima se così si può dire, e che la sua vita si intrecci strettamente con quella del mago a cui appartiene. Nondimeno..." aggiunse, riponendo la bacchetta sul tavolo "È uno strumento".

Si girò di nuovo a guardarlo.

"Mio padre, Ambrose, era un Maestro nell'arte delle bacchette, così come suo padre prima di lui. Io ho ereditato la sua arte".

Un brivido corse lungo la schiena di Lily, mentre si ricordava per l'ennesima volta di avere di fronte a sé l'inventore della Bacchetta di Sambuco.

"I primi atlantidei non utilizzavano le bacchette" continuò Antinoch "E questo, forse, fu il motivo della loro rovina, nel loro precedente mondo. La magia è una forza selvaggia e libera, e gli studiosi e storici sono abbastanza convinti che appartenga ad un altro mondo, a cui il mago, per un qualsiasi motivo, riesce ad avere accesso".

Lily aprì la bocca, e poi la richiuse, confusa. Non aveva mai pensato alla magia come... Qualcosa di esterno da lei, di distaccato dalla realtà di cui faceva parte.

"È anche possibile che gli atlantidei non la conoscessero affatto, fino a che non fu inventato o trovato lo Specchio delle Brame, ed esso creò un collegamento con una realtà fatta di sola magia... Ma sto divagando" Antioch sorrise leggermente, stemperando per un attimo i tratti duri del suo viso "La bacchetta, in realtà, è una delle altre creazioni atlantidee per cercare di arginare la fine del mondo. Vedi, è uno strumento" continuò, alzando la mano e puntando un dito, facendo emergere una piccola scia di luce da esso "Uno strumento fatto per controllare e incanalare la magia, e costruito in modo tale da ottenere precisione in cambio di potenza".

"... Non capisco" commentò sinceramente Lily, confusa da tutto il ragionamento.

Antioch alzò lo sguardo, pensieroso, cercando le parole.

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora