Capitolo LIV

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Dicembre stava ormai giungendo al termine.

Dopo la settimana delirante che aveva seguito la caduta di Colui-che-non-deve-essere-nominato la vita era tornata alla realtiva tranquillità e routine per tutti... Tranne che per Sirius, che negli ultimi tempi aveva preso a fissare la lettera ricevuta da sua madre ormai un mese prima, preda dell'indecisione.

Tornare, o non tornare...?

James l'aveva trovato così, sdraiato nel letto con quel pezzo di pergamena davanti al volto, a rileggere le frasi brevi e secche con cui Walburga gli chiedeva di tornare a casa per Natale. Senza una parola si infilò nel suo letto, aggirando il baule mezzo pieno e il caos che con i preparativi per il rientro lui e gli altri avevano seminato nel dormitorio.

"... Puoi sempre andare una volta sceso dal treno, saremo a Londra. E se... Non va... Ti Smaterializzi a casa".

Casa.

Sirius sospirò, trasformando la pergamena in un areoplanino di carta con un pigro gesto della bacchetta e lanciandola. Atterrò fra un paio di mutande pulite e un diario, nel bel mezzo del baule.

Sirius si girò verso James, che lo osservava tranquillo con la sua solita faccia da schiaffi.

"Ti troverò ancora o scapperai a casa Evans ad ogni occasione?"

James ridacchiò.

"Se non resto per Natale i miei mi uccidono... Tra l'altro ci sarà anche Luna, mamma le ha preparato una stanza... Ha persino osato comprarle uno stemma Serpeverde! In casa Potter!" rispose James, facendo il finto indignato "E poi il giorno dopo saremo dai Malfoy..."

Sirius grugní di disgusto. Ancora non sapeva perché James l'avesse costretto ad accettare quel ridicolo e pidocchioso invito.

"Inoltre, sto aspettando che Lily mi chieda di passare una giornata tutti insieme" concluse James.

In effetti la Evans, dopo mille scene, non aveva ancora presentato richiesta ufficiale di adempiere al loro piccolo accordo. James, ormai, passava tutte le sere libere dal Quidditch e dai doveri di Caposcuola con lei e lei soltanto, cosa che Sirius si faceva andar bene solo perché stava ancora insistendo nei patetici tentativi di far pace con Remus, e solo perché le notti... Beh, le notti erano tutte per loro.

"Comunque, mi pare che tu non ti stia lamentando ultimamente... No?" lo incalzò James, carezzandogli una guancia. Si sporse verso di lui, a lasciargli un bacio sulle labbra... E in quel momento Peter spalancò la porta del dormitorio.

James si staccò subito da lui e Sirius si puntellò sui gomiti, osservando l'amico in modo spaventato.

Peter era rimasto a bocca aperta, lo sguardo sospeso a metà, come se fosse rimasto bloccato in un pensiero che la scena a cui aveva assistito aveva interrotto.

Infine si riscosse, e richiuse la porta senza una parola, lasciandoli soli.

"... Doveva succedere prima o poi" commentò Sirius, troppo colto di sorpresa per essere irritato.

"Uhm... Pensi che dovremo parlargli?"

Sirius si rifece cadere sul letto, sospirando.

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora