Capitolo XXIV

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Luna si svegliò con un enorme mal di testa. Sbuffando e trascinandosi riuscì a lavarsi e vestirsi... Notando per la prima volta l'assenza delle compagne di stanza. Un'occhiata veloce all'orologio le fece capire che era tardissimo e quindi pensò, ingenuamente, che le amiche fossero ormai a far colazione.


Fu mettendo piede nella sala comune che il mal di testa sparì e lei si rese conto della situazione.

La sala era deserta, con la sola eccezione di Narcissa Black, che sedeva a schiena dritta in mezzo ad uno dei divani.

Era pallida, e gli occhi azzurri erano cerchiati da occhiaie viola scuro.

"Luna" la salutò, con un sussurro, stringendo in grembo le mani.

Luna fu subito da lei, seduta al suo fianco.

"... Mia sorella è morta. Mio padre è stato arrestato, così come i genitori di Helena" disse lei, in un sussurro.

Solo in quel momento a Luna colpì la realizzazione che buona parte dei suoi compagni di casa probabilmente avevano parenti fra i nemici. Con Mulciber e Avery, certo, era facile, e lei sperava che patissero le pene dell'inferno. Ma Narcissa... Sapeva che Bellatrix era letteralmente sua sorella. Lo sapeva, razionalmente. Ma la ragazza giovane e delicata che le sedeva accanto non poteva essere più diversa dalla pazza invasata braccio destro di Voldemort, tanto che Luna non riusciva a far concliare le due cose.

"Mi dispiace" disse solo, posando una mano sulla sua.

Gli occhi di Narcissa si riempirono di lacrime, e lei impallidì ulteriormente.

"S-sapevo delle idee d-dei miei" disse infine, cercando di resistere ai singhiozzi "M-ma pensavo che B-Bella fosse l'eccezione. Che non f-fosse coinvolto anche m-mio padre, e invece... Ce n'erano così tanti. C-così tanti. M-mio padre, mio zio, b-buona parte della mia famiglia e di t-tutte le altre famiglie Purosangue. P-persone con i voti al W-Wizengamot che..."

Luna spostò la mano dalle sue e iniziò ad accarezzarle la schiena.

Narcissa chiuse gli occhi, mentre le lacrime iniziarono a scorrere, e inspirò profondamente più volte, cercando di riacquistare la calma.

"Sono cresciuta con l'idea che noi Purosangue fossimo superiori" sussurrò infine "Ma non per il nostro sangue... Per via della nostra eredità. Incantesimi tramandati di famiglia in famiglia, tradizioni, segreti tolti dalla Storia e conservati fra di noi. I diari dei nostri avi, i cimeli di famiglia" Narcissa riaprì gli occhi e la fissò negli occhi "Credevo che a definirci superiori, Purosangue fra i Purosangue se vogliamo dirla così, diversi da, ad esempio, I Weasley e i Lovegood...  Fossero i voti al Wizengamot, il fatto di essere ascoltati, il fatto di essere ricchi, di essere educati, di avere classe, di contare qualcosa. E invece..."

L'espressione di Narcissa si spezzò di nuovo, e la ragazza si portò le mani al viso.

"Buona parte delle persone che conosco si sono rivelate peggio della feccia che dicevano di disprezzare. A-animali" Luna la abbracciò, stringendola forte, mentre lei si lasciava andare finalmente ai singhiozzi "I-Il mio s-stesso p-padre, un a-animale" continuò a sussurrare.

In quel momento Severus apparve dalle scale che portavano ai dormitori. Sembrava anche lui preda di un forte mal di testa e abbastanza disorientato ma, quando le vide, confuso e preoccupato, si avvicinò e si sedette dall'altro lato di Narcissa.

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora