Luna stava aspettando la fine della lezione di Incantesimi dei Grifondoro con impazienza, tamburellando con il piede sul pavimento.
Aveva riflettuto, sia negli anni passati con Merlino ma soprattutto la sera prima, su come affrontare i sospetti di James. Sapeva che li aveva, perché erano nati ben prima della linea temporale che aveva cancellato, e non aveva potuto far niente per evitarlo.
Manomettere il Mantello non era un'opzione, anche se aveva assistito personalmente alla creazione dell'incantesimo aggiuntivo di Ignotus che avrebbe decretato il sistema di riconoscimento sia genetico che meritevole del passaggio di proprietà del sigillo atlantideo. Ignotus si era assicurato che solo suoi discendenti diretti e, all'interno di essi, solo i più puri di cuore, potessero essere riconosciuti dal Mantello come veri padroni. Solo loro, infatti, avrebbero potuto ascoltare la melodia arcana e atlantidea, e in questo modo Ignotus si sarebbe assicurato che, anche se la storia fosse andata perduta, la sua famiglia non avrebbe mai rinunciato al Mantello, ritenendolo giustamente un oggetto di immenso potere e l'eredità dei loro avi; un cimelio che non sarebbe mai stato ceduto, venduto, alterato o corrotto nei secoli dei secoli, e che avrebbe anche potuto essere utilizzato in casi eccezionali visto il suo potere d'invisibilità.
Mettere mano alla protezione di Ignotus era fuori discussione.
L'unica alternativa, quindi, rimaneva parlare con James Potter.
La campanella suonò e gli studenti iniziarono a scemare fuori dall'aula.
Potter, assieme ai suoi amici, fu tra gli ultimi a uscire. Teneva una mano sulla spalla di Sirius e confabulbava divertito con l'amico.
"Potter!" lo chiamò Luna, attirando la sua attenzione.
"So che hai un'ora buca... Possiamo parlare un attimo? In privato?"
James, dopo uno sguardo perplesso a Sirius, si staccò da lui con una pacca sulla spalla. Luna girò i tacchi e iniziò a marciare nel corridoio, senza prestare attenzione a che lui la seguisse. Alla fine trovò un'aula vuota e, assicuratasi di essere sola, lanciò diversi incantesimi di protezione e riservatezza. Vide l'espressione di Potter accigliarsi, preoccupato.
Infine si girò verso di lui.
"So che lo sai".
Potter sbatté le palpebre.
"Di cosa...?" iniziò, cercando di fare il finto tonto.
"So che sai chi sono. So che il Mantello mi riconosce".
Un altro secondo di pausa incredula e poi...
"Sì! Sì, cazzo, non sono pazzo! Il Mantello e la Mappa..."
Luna si sbatté una mano sulla fronte, presa in contropiede.
"Quella cazzo di Mappa! Cristo! Me la dimentico sempre! Dimmi che nessun altro l'ha vista!"
James si interruppe, perplesso.
"Ah... No, la porto sempre con me, la uso io..."
"Mostra il mio vero nome?!"
Potter sorrise, mentre Luna inizava a camminare in circolo.
"Ma certamente mostra il mio vero nome, come ho anche solo pensato di poter ingannare uno dei sistemi di sicurezza creato dai Fondatori..."
Il sorriso di Potter si congelò.
"Cosa?!" esclamò, stupito.
Luna gli lanciò un'occhiataccia, fermandosi.
Ovviamente la Mappa conteneva una magia troppo avanzata e perduta in quell'epoca, non poteva essere stata creata da quattro ragazzini contemporanei. E poi Salazar gliel'aveva confermato.
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Until the end of the world
Fanfiction"Io sono l'uomo dell'amore, Lily" le disse "E se c'è un modo per far viaggiare quell'amore con te, lo troverò, e ti seguirò ovunque andrai. Fino all'inizio del mondo, se serve, visto che già mi hai trovato alla fine". Lily singhiozzò ancora più fort...