13.

5.1K 247 41
                                    

Ricapitoliamo: Ronan è lo zio di Spencer, il bambino a cui faccio da babysitter e Anita, sua madre, è la sorella di Ronan. Su un sito ampio come quello, la sorella della mia super cotta ha beccato proprio me. Da non crederci. E adesso, visto che Spencer è tanto affezionato allo zio, Ronan Maxwell è nel mio appartamento, seduto sul mio divano, e si prepara a una partita a Scarabeo insieme al nipote.

«Lay, posso aprire la scatola?» domanda Spencer, voltandosi nella mia direzione.

Non sembra disorientato dall'ambiente e credo sia a causa del fatto che più o meno gli appartamenti si somiglino tutti; dunque, essendo stato in quello di Ronan, è già abituato. Buon per me, temevo che potesse andare male e invece...

Apro il frigo e mi volto in direzione dei due. «Certo. Ti ho preso i biscotti e il succo di mela. Lo vuoi?»

«No, preferisco aspettare ancora un po'» risponde, già intento a sistemare tutto quanto.

«Tu prepara tutto, io ti raggiungo tra un secondo» dice Ronan a Spencer, poi si alza e mi raggiunge.

«Ehi. Sicura non sia un problema avermi qui?» domanda.

Sposto lo sguardo dal frigo – visto che l'appartamento assomiglia molto a un grande open space che comprende cucina e soggiorno – e gli rivolgo un piccolo sorriso. «Certo che no. Vuoi un drink?»

«Solo dell'acqua, grazie» risponde.

Annuisco e tiro fuori una bottiglia dal frigo. Mi piace tenerne un paio al fresco perché, nonostante inizi già a fare freddo e l'acqua a temperatura ambiente va bene, la trovo più dissetante.

Gli riempio il bicchiere e glielo cedo. Lui mi ringrazia e se lo porta alle labbra. Non resto a fissarlo come una stupida, compio le stesse azioni e mi rinfresco la bocca asciutta, poi mi avvicino al piano cottura e accendo il fuoco in modo da far cuocere ancora un po' la cena.

«Domani passo a prenderti io?» chiede, posando il bicchiere sul bancone.

«Eh?» sbatto le palpebre, confusa.

«La tua assistente, Darla, mi ha inviato un'e-mail lunedì per dirmi che domani ci sarà l'incontro con la squadra e io ti avevo detto che ci sarei stato. Perciò, ho pensato che sarei potuto passare io a prenderti? Praticamente abitiamo nello stesso palazzo e a proposito, mi scuso anche di questo, perché non ne avevo idea» un lieve rossore gli abbellisce il viso spigoloso, colto dall'imbarazzo della cosa.

«Non è che non ci sia abituata» scocco l'ennesima freccia che il mio arco possiede. Poi, capendo che il mio piano per funzionare deve partire da qualcosa – pensavo sarebbe stata la mostra, ma a questo punto meglio così – ritiro l'arco e sospiro piano. «Non ricordavo che Darla ti avesse scritto e va bene per il passaggio ma dovremmo andare per le nove e mezza. So che l'appuntamento è alle dieci e trenta, solo che il traffico mi dà sui nervi e non voglio arrivare in ritardo.»

Ronan non ribatte a proposito della mia frecciatina, si limita ad annuire in accordo. «La penso allo stesso modo. Dopo aver finito devo fare un salto in ufficio per recuperare due cartelle. Ti va bene fermarci per qualche minuto o preferisci che ti porti dritta a casa?» domanda.

Lo raggiungo dall'altro lato del bancone e mi disfo dei tacchi, ciò mi porta ad essere all'altezza del suo petto. «Non c'è problema» ribatto, sistemando le scarpe all'interno della piccola scarpiera che ho fatto installare vicino all'attaccapanni.

È un bene che me l'abbia detto adesso, almeno avrò tutta la notte per prepararmi mentalmente al fatto che condivideremo uno spazio ristretto per un paio di minuti. Da soli. Stavolta non ci sarà alcun Dylan in mezzo, come quella volta in ascensore, o nessun'altro componente della mia famiglia a poterci interrompere.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora