Capisco che l'impresa edile di Ronan non si trova al centro di Boston quando lo lasciamo e ci immettiamo nell'I-90. Guardo il paesaggio scorrere dal finestrino oscurato e giocherello con il cellulare che tengo sul grembo.
«Dov'è di preciso la tua azienda?» domando voltandomi nella sua direzione.
«Allston. Ci vogliono solo quindici-venti minuti per arrivare» risponde non distogliendo lo sguardo dalla strada.
«Come mai hai scelto proprio Allston? Vivi al centro di Boston, non sarebbe stato meglio aprire l'impresa lì?» chiedo, curiosa di sapere qualcosa in più.
Ronan prende l'uscita 17 e mi rivolge uno sguardo veloce. «Ho un ufficio a Boston. In realtà, è più una stanza alla MFA che ho chiesto a Harry. All'inizio dovevo cercarmi un posto mio, ma mi hanno chiamato da Allston per una serie di progetti e ho preferito piantare radici lì. Mi piace un sacco e ad essere sincero, ci sto facendo un pensierino. Sai, come permanenza.»
Il mio cuore perde due, tre, non so quanti battiti alla notizia. Vuole lasciare Boston e trasferirsi ad Allston? Ma... «Perché?» chiedo, mascherando lo shock nella mia voce.
«Nulla in particolare. Mi piace. La mia impresa è lì. È un posto che ha tutto quanto e... mi piace.»
L'ho capito che ti piace, ma cazzo. «Anche Boston ha tutto» gli faccio notare, entrando sulla difensiva.
«Già, ma il centro sta diventando troppo caotico e anche Allston lo è, certo, ma di sicuro non come la capitale.»
«Quindi hai intenzione di mollare la tua famiglia appena trasferita e la nostra per un posto meno caotico di un pelo?» incrocio le braccia al petto.
Il mio tono infastidito non gli sfugge, tant'è che mi rivolge un'occhiata e poi svolta a sinistra, poco dopo a destra.
«Non ho intenzione di mollare nessuno, Morgana. Ho solo detto che ci sto pensando. E poi, non è così distante, sono solo quindici minuti.»
«Si tratta comunque di un altro posto.»
«Sei molto attaccata alla tua città, eh?» mi punzecchia.
Entrati ad Allston, mi guardo intorno alla ricerca di difetti. «I palazzi sono troppo marroni» ribatto, ignorando la sua domanda.
«Sono palazzi.»
«E guarda quel murales, è troppo grande» punto l'indice verso un murales che ricopre il retro di un intero palazzo.
Ronan ridacchia. «È artistico.»
Non aggiungo altro. Ronan guida fino a un ampio spiazzale interamente piastrellato con un materiale di cui non conosco il nome, tutt'intorno il verde degli alberi. Noto subito la grande struttura, a due piani, credo. Sulla destra ci sono alcuni pick-up e auto parcheggiati. Noto anche un paio di camion e una catasta di legno ammucchiato sul retro di uno di essi. Sulla sinistra – non scherzo – c'è una fontanella in marmo, dei piccoli delfini che fanno zampillare l'acqua dalla bocca.
«Vieni, ti presento la mia umilissima dimora» apre lo sportello dell'auto e attende che io faccia lo stesso.
Sollevo gli occhiali da sole sulla testa e scruto ogni dettaglio possibile. Merda. Persino l'esterno esprime lusso, lusso, lusso.
Ronan mi guida all'interno, dove veniamo accolti da un bancone parecchio alto, dietro di esso una donna sui cinquanta dalla capigliatura perfettamente ordinata ci accoglie con un sorriso. O meglio, accoglie il moro. «Ronan! Finalmente ti rivedo. Come stai, tesoro?» supera il bancone per abbracciarlo.
Ronan si china con un sorriso e le lascia un bacio dolce sulla guancia. «Molto bene, Mati. E tu? Hai passato delle belle vacanze?»
Beata tu, Mati, beata tu.
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𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]
ChickLit𝐐𝐮𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐞 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐯𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐬𝐩𝐢𝐧-𝐨𝐟𝐟. 𝐏𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐝𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲, 𝐀𝐮𝐫𝐨𝐫𝐚 𝐞 𝐖𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫...