«Layla? Che cazzo sta succedendo?»
La voce di Ronan mi arriva lontana, sento solo il rumore dei singhiozzi che mi scuotono il petto e il sapore delle lacrime che giungono alla bocca.
Si ferma al mio fianco. «Cazzo» sbotta, sconvolto da ciò che vede. Poi si volta nella mia direzione e mi stringe in un abbraccio. «Ehi, adesso chiamiamo la polizia, okay? Stai tranquilla, andrà tutto bene.»
«No» gracchio. «Non... non farlo. Non ancora.»
«Ma che stai dicendo? Layla, qualcuno ti ha derubato, dobbiamo chiamare-»
«Nessuno mi ha derubato, Ronan» scatto e mi scosto dalla sua presa.
«Spiegami, perché davvero non sto capendo un accidente» ringhia seguendomi in casa.
Non ribatto, mi avvicino al pacco regalo e, dopo essermi messa in inginocchio, sollevo il coperchio in cartone. Dentro c'è il volantino di un'impresa funebre. Non lo tocco, rimango solo gelata sul posto. Stavolta non ci sono bigliettini, ma è abbastanza chiaro quale sia il messaggio che vuole recapitarmi.
«Layla. Parla. Adesso. O giuro che chiamo la polizia» sibila Ronan.
«Ho bisogno di uscire» singhiozzo.
Ronan non commenta, mi aiuta ad alzarmi e mi trascina fuori casa. Chiudo la porta e osservo la tessera magnetica per qualche attimo. Come ha fatto ad entrare? E l'allarme non è suonato visto che sicuramente avrà forzato la mano?
Rientriamo in ascensore e il moro preme il pulsante dov'è inciso il numero 15. Non sono mai stata a casa sua, ma al momento non ho nessuna voglia di ispezionare l'attico; perciò, lascerò l'esplorazione approfondita per quando sarò più sobria.
Le porte si aprono e ben presto mi ritrovo davanti un ampio open space con immense vetrate fino al soffitto e il marmo grigio scuro a fare da padrone alla scena. Persino il pavimento è in marmo. Sulla destra, proprio di fronte al caminetto ci sono due divani che circondano un tavolo in vetro, quadrato. Ci sono due scalini allungati che si prolungano su tutta la zona, dato che noi ci troviamo su un piano rialzato.
«Siediti, ti preparo una camomilla e ti do qualcosa per cambiarti. Dopo mi racconterai cosa diamine sta succedendo perché non c'è verso che tu stia zitta» dice.
Lo vedo sparire all'interno di un corridoio, spazioso anche questo, e poco dopo ritornare con degli indumenti in mano. Io non mi sono ancora mossa da dove mi trovo.
«Layla, per favore» sospira avvicinandosi. «Ascolta, la prima porta sulla sinistra è il bagno. Cambiati e poi mi raggiungi, va bene?» mi porge ciò che tiene in mano.
«Grazie» mormoro.
Gli lancio un'occhiata e l'osservo mentre si sposta in cucina, anch'essa enorme, in marmo e con elettrodomestici in acciaio inox. C'è un'isola su cui sono sistemati ulteriori oggetti e poi, accanto ad essa, un tavolo abbastanza ampio da ospitare dieci, dodici persone. Mi volto e apro la porta che mi ha indicato. Il bagno è divino, anche qui a dominare è il marmo, solo in bianco con striature grigiastro chiaro. Ci sono sia la doccia che la vasca, sistemate vicine.
Analizzo gli indumenti che ho in mano e noto che si tratta di una maglietta bianca semplice e un paio di pantaloncini neri che, vista la differenza d'altezza e peso, dovrò arrotolare sui fianchi o quanto meno stringere al massimo i laccetti per non lasciare che scivolino. Mi disfo della tuta e indosso l'outfit. Stringo i capelli in una coda veloce e sciacquo il viso. Elimino la maggior parte del make-up ma per una pulizia più approfondita utilizzerò il mio struccante domani. Utilizzo della carta igienica per togliere i grumi di mascara sotto agli occhi e quando mi reputo abbastanza soddisfatta del risultato, sciolgo la coda e ritorno in sala.
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𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]
ChickLit𝐐𝐮𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐞 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐯𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐬𝐩𝐢𝐧-𝐨𝐟𝐟. 𝐏𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐝𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲, 𝐀𝐮𝐫𝐨𝐫𝐚 𝐞 𝐖𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫...