12.

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Un'altra settimana vola via e con essa il mese di settembre, dando ufficialmente il via all'autunno. È sempre stato così per me: uno ottobre uguale autunno, fine della storia. Tra il lavoro e l'imminente mostra di beneficenza organizzata dal signor Harris, non ho avuto modo di partecipare alle cene improvvisate della mia famiglia, compresa quella della domenica, ecco perché dovrò farmi perdonare. Mamma è furibonda. Inoltre, io e Alec dobbiamo ancora pensare a cosa regalare a lei e zia Molly per il loro quarantanovesimo compleanno. Non posso credere che la mia mammina abbia quasi raggiunto l'età corrispondente a mezzo secolo, mi sconvolge e allo stesso tempo mi scalda il cuore. La amo così tanto, cazzo. È inspiegabile.

Certo è, però, che gli impegni non mi hanno tenuta impegnata abbastanza da non pensare alle parole di Ronan. So che è stupido, perché come ho già detto, lui non ha colpe ma... ci sono rimasta male comunque. Io non voglio essere la sorella di Alec o la cugina di Luna, io voglio essere Layla e basta.

Il giorno dopo mi sono detta che lo avrei messo ai miei piedi perché adesso è davvero arrivato il momento di agire. Poi il lavoro si è messo in mezzo e così ho dovuto rimandare. Questo fino alla prossima settimana, quando lo incontrerò alla mostra del signor Harris. Jeremy è un uomo di trentasei anni che possiede otto fondazioni e due aziende, in poche parole: è ricco sfondato. Adopera gran parte dei suoi soldi per ospitare molti eventi di beneficenza e nelle scorse settimane, lavorando con lui, ho potuto constatare che è un uomo davvero simpatico e dal cuore grande. Ovviamente le nostre interazioni si sono limitate al campo lavorativo ma non nego che si sia dimostrato interessato alla mia persona anche al di fuori di esso. Harry, Aurora e Ronan sono segnati in lista e la cosa che ho subito notato e che mi ha tranquillizzata è stata l'assenza di un'accompagnatrice per Ronan; non so se loro quattro siano amici o meno, ma saranno presenti e questo basta per mettere in atto il mio piano, sul serio. Voglio capire se gli sono indifferente o no, se gli suscito una qualsiasi reazione e da lì proseguire.

Adesso si fa sul serio.

«Layla, ti mando per e-mail le due bozze degli inviti e se le approvi le mando all'ufficio della Latimer» dice Jack.

Annuisco e afferro la borsa. «Perfetto. Domani ho l'incontro con la squadra e da lì vedremo cosa aggiungere o eliminare.»

«D'accordo. Concludo con questo e vado. Ci pensa Darla a chiudere, dice che deve stampare un paio di scartoffie e poi va» mi informa il mio collega.

In effetti, Darla non è alla sua scrivania e il rumore di carta stampata mi fa capire che al momento si trova nella sala fotocopie. Certo, sala è un parolone visto che si trattava di un vecchio sgabuzzino che noi abbiamo allestito nel modo migliore, ma è comunque un ulteriore luogo di lavoro e ci teniamo.

«Okay, io scappo. Anita porta Spencer da me per la prima volta e non voglio fare tardi» saluto Jack e urlo un 'ciao!' a Darla, poi filo dritta in macchina.

Ecco. Le ultime parole famose.

Rimango bloccata nel traffico di punta e impreco come una scaricatrice di porto contro le auto davanti a me. Non voglio risultare un'incompetente la prima volta che Spencer trascorre il pomeriggio a casa mia.

«Ma chi cazzo ve l'ha data la patente, eh?! Chi?!» sbatto la mano sul volante, lanciando uno sguardo alla fila. «Il semaforo è verde! Amico, muovi il culo, c'è gente che ha da fare!» strillo, la testa fuori dal finestrino.

Pian piano la fila sembra muoversi e finalmente, finalmente risco a vedere Hanover Street. Oggi non ho il tempo materiale di cercarmi un parcheggio, perciò, aziono il sistema di apertura e il cancello appartenente al nostro palazzo si apre. Lancio uno sguardo all'ora e lancio un'altra imprecazione. Sono più agitata del solito e ciò significa solo una cosa: il mio ciclo è in arrivo. Lo sento. Lo percepisco.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora