34.

5.6K 263 64
                                    

La centrale di polizia gronda di agenti indaffarati, ma per fortuna riesco subito ad essere indirizzata verso l'agente Bracet dalla segreteria. La donna, una bionda dal fisico stratosferico, mi fa accomodare nel suo ufficio, Ronan proprio dietro di noi. Lo ammetto: gli lancio un'occhiata per vedere se ha notato la donna ma i suoi occhi sono già su di me di me quando lo guardo.

Mi accomodo sulla sedia e rilascio un profondo respiro prima di iniziare a raccontare dall'inizio la storia che ho già narrato alla mia famiglia poco fa. L'agente non sembra battere ciglio durante il racconto ma si annota qualcosa e questo mi fa sentire un tantino meglio.

«Adesso stanno portando la scatola. Dovrebbe essere qui a minuti» concludo il racconto.

«Beh, signorina Morgan, concorderà con me che se non dovessimo trovare nulla all'interno dell'appartamento del signor Kendric sarà escluso dalle indagini.»

Annuisco. «Non accuserei nessuno se non fossi certa che si tratta di lui. Mi rendo conto del rischio, ma ha minacciato la mia famiglia ed è entrato in casa mia. Ho atteso abbastanza.»

«Paige è arrivata» prende parola Ronan. «Vi porto subito la scatola» aggiunge poco prima di uscire dall'ufficio.

«Un agente in borghese verrà nel suo appartamento per esaminare la situazione. Non ha toccato niente che possa contaminare qualsiasi traccia di DNA presente nei tessuti, giusto?»

«No, ho lasciato tutto come l'ho trovato ieri sera.»

Ronan entra l'attimo dopo seguito dai miei genitori e Alec, una scatola in mano che posiziona sulla scrivania dell'agente Bracet. «Prego.»

La donna apre la scatola e tira fuori una serie di fogli.

«Quella non la tocchi» indico subito la busta. «L'ho messa lì usando dei tovagliolini. Me l'ha lasciata la scorsa settimana, ero... ero appena tornata da un evento di lavoro e mi stavo cambiando quando è scivolata dalla fessura della porta. Era... era lì, a pochi passi da me... mi sono spaventata a morte» deglutisco. Non oso guardare la mia famiglia, so già che sono lividi.

La donna apre il cassetto e tira fuori un paio di guanti, poi inserisce la busta all'interno di una bustina trasparente. «Questi sono i messaggi che gli ha inviato la persona che la tormenta?»

«Sì. Mancano gli ultimi perché non li ho stampati ma ho tutto sul cellulare che ho lasciato a casa. Temevo che potesse aver installato un microfono o qualcosa del genere all'interno. Ho controllato per casa a proposito di telecamere e microfoni ma non ho trovato nulla.»

«Provvederemo ad una perquisizione approfondita dell'appartamento. Al momento, però» continua a sfogliare i fogli. «Non c'è molto che possiamo fare.»

«Voglio richiedere un ordine restrittivo. Si può fare, no?» chiedo preoccupata.

«Possiamo basarci sulle molestie sul luogo di lavoro e ciò che è accaduto all'appartamento ma se consideriamo che è già passato più di un anno, ecco, è un po' più complicato. Ci vorranno delle prove solide.»

«Ciò vuol dire che non ci sarà nessun'ingiunzione restrittiva?» interviene Ronan. «Mi faccia capire bene, c'è bisogno che finisca in ospedale o sottoterra per smuovere le acque? La mia fidanzata non si sente al sicuro e se ha parlato adesso è solo perché non si tratta di una situazione facile. Avvii le pratiche o ci dica quello che serve almeno per l'ordine restrittivo. È il minimo che potete fare visto che ci metterete parecchio tempo per fare qualcosa.»

«Sta per caso mettendo in dubbio il nostro lavoro all'interno di una centrale, signore?» arcua un sopracciglio la donna. «Le assicuro che faremo il possibile per garantire una sicurezza maggiore alla signorina Morgan, ma di certo non sarà semplice.»

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora