43.

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Mamma e papà sono i primi ad arrivare: mia madre mi travolge, baciandomi su ogni lembo disponibile del viso e papà fa lo stesso l'attimo dopo. L'agente Bracet, insieme al suo compagno, sono i secondi, seguiti da una sfilza di altri agenti.

«Signorina Morgan. È un piacere vedere che sta bene» asserisce la donna.

«Svolga solo il suo lavoro, agente» ringhia Ronan. «Visto che finora non mi sembra abbiate fatto un granché.»

«Ronan» lo richiama mamma.

«No», sibila. «Li avevamo avvertiti e non solo non hanno fatto niente, non sono nemmeno riusciti ad ottenere un'ingiunzione restrittiva.»

«Adesso sono qui, però» prende parola papà. «Lasciamoli lavorare e facciamola finita con questa storia.»

«Layla!» esclama Dylan. «Sei ferita» sbarra gli occhi.

«Non dire nulla a Valerie, si preoccuperebbe e io sto bene» ribatto continuando a pressare sulla ferita.

«C'è un'ambulanza qui fuori» dice l'altro agente. «McKein, accompagnala» fa un cenno a Dylan.

«No, voglio prima sapere come...» mi volto in direzione del moro. «Come sei entrato?»

Ronan mi stringe a sé. «Dalla porta di servizio, quella del parcheggio interno. Credo sia entrato anche lui da lì. Era troppo impegnato a controllare che Devon non facesse casini per accorgersi di me.»

«La sua arma è dichiarata, signore?» domanda l'agente Bracet.

«Certo. L'ho tirata fuori solo di recente, ma non ho mai avuto l'intenzione di sparare, a meno che non fosse stato necessario per la sopravvivenza della mia fidanzata, agente.»

«Direi che possiamo chiudere un occhio sul viso tumefatto del bastardo. Se lo meritava. Le ha quasi tagliato la gola» asserisce duro Devon.

«Quella è difesa» annuisce l'agente. «E di sicuro nessuno dirà niente visto quello che ha combinato.»

«Perquisiremo la casa di Simon Kendric oggi stesso. Presto le verranno forniti i dettagli per la causa, ma è certo che verrà messo al fresco per un bel po'» ci informa l'agente Bracet. «Sarà accusato anche di tentato omicidio.»

«Avremo un buon avvocato» ribatte Ronan.

Delle lacrime sgorgano dagli occhi in maniera improvvisa. Un singhiozzo mi scuote il petto quando realizzo che è davvero finita. Negli ultimi mesi l'ansia che potesse capitare qualcosa alla mia famiglia mi stava divorando, temevo per Spencer e Anita e anche per me. Non ne ho mai fatto parola con nessuno ma ho sempre pensato che avrei dovuto stilare una sorta di testamento in caso di morte, solo che poi le cose tra me e Ronan sono cambiate, il lavoro mi ha risucchiata e quello stato di instabilità mentale aveva pian piano ricominciato a risanarsi. Certo, questo fino a qualche settimana fa, quando ho trovato un pacchetto regalo con il volantino delle onoranze funebri dentro.

Oggi, mentre osservavo l'impotenza negli occhi di mio cugino e Simon mi tagliava con quella lama affilata, ho creduto che non ce l'avrei fatta. Sono certa che col tempo le cose andranno meglio, ma poco fa... è stato tremendo.

«Rilasceremo le nostre testimonianze fra poco, ma al momento posso occuparmi della mia ragazza?» domanda Ronan.

«Ci pensiamo noi a lei» prende parola papà. «Tu e Devon vedete di sbrigarvi, va bene? Prima concludete, prima possiamo tornarcene a casa.»

Ronan mi guarda e mi accarezza il viso. «Che ne dici?»

Annuisco. «Papà ha ragione. Sbrigatevi.»

Il moro mi lascia un bacio sulla fronte. «Vai a farti controllare. Vengo a prenderti fra poco.»

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora