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Le giornate seguenti sono un susseguirsi di incontri tra famigliari, poliziotti e aule di tribunale. Visti i recenti risvolti, la polizia ha perquisito a fondo l'appartamento di Simon Kendric ed è emersa una botola nel pavimento della sua stanza da letto che porta a una cantina, al suo interno – rabbrividisco al solo pensiero – sono state trovate migliaia di foto. La maggior parte raffiguravano me, ma c'erano foto anche della mia famiglia, compresi i bambini. Non ho visto foto di Anita ma ho scovato due foto di Spencer. Sono state riprese dall'alto, ma non c'è modo di potersi arrampicare sul palazzo; dunque, le ipotesi principali sono state: i lavavetri del palazzo – magari ha usato una delle loro pedane – o un drone. L'aggeggio è stato trovato all'interno di un baule dove molteplici armi e... capi di biancheria erano ammucchiati, perciò, è stata confermata la seconda ipotesi. Mi è stato chiesto se volessi dare un'occhiata ma anche dalle foto e video, era chiaro che si trattasse dei miei slip. Deve averli presi la notte che è entrato in casa e ha messo a soqquadro il soggiorno.

Successivamente è partito il processo. Simon non mi ha soltanto stalkerata ma ha tentato di uccidermi e lo dimostra la cicatrice che porto sul collo. Non è grande, ma si scorge. La cosa che mi ha sorpreso è stata la sua confessione in tribunale. Ha esplicitamente ammesso che voleva tagliarmi la gola, che avrebbe adorato vedermi dissanguare perché il sangue lo eccitava. Non ho pianto solo perché non volevo dargli la soddisfazione di vedermi soffrire ma le sue parole mi hanno fatto venire i brividi. Mi guardava con un sorriso strafottente, come se lo divertisse vedermi lì e non faceva altro che spostare lo sguardo sulla mia gola e il seno.

Dopo la sua confessione di due giorni fa è stata chiara la sentenza: oltre ai sei anni per stalking, se ne sono aggiunti quattordici per il tentato omicidio. Niente ergastolo. Inutile dire quanto questo mi avesse fatto soffrire. Sono vent'anni di tranquillità, ma cosa mi assicura che una volta uscito non ritornerà sui miei passi, sapendo che sono stata io a mandarlo dentro?

È solo quando lo stavano portando dentro che le carte in tavola sono cambiate. Per uscire dall'aula Simon avrebbe dovuto superare il banco dove io e il mio avvocato sedevamo. Arrivato all'estremità, dove il signor Johns era intento a chiudere la sua ventiquattrore, Simon aveva sferrato un calcio alla guardia che lo teneva. Nonostante le manette, era riuscito a spintonare il mio avvocato facendolo finire per terra e stava per avvicinarsi a me quando un paio di guardie gli sono piombate addosso. Il giudice, oltraggiato, ha decretato l'ergastolo. Simon aveva attaccato due figure della legge e il tutto all'interno di un tribunale.

Lo ammetto, gli sono grata per avermi quasi attaccato quel giorno, ciò lo ha portato a trascorrere il resto della sua misera vita in galera ed è tutto ciò che conta per me. Da una settimana – proprio tre giorni dopo l'incidente – incontro anche una psicologa che mi sta aiutando parecchio. Sebbene credessi di non essere messa tanto male, gli incontri hanno dimostrato il contrario. Per fortuna nulla di tragico, ma ho l'ansia quando ricevo un qualsiasi messaggio e non sono ancora riuscita a mettere piede nel mio appartamento. All'inizio credevo che avrei potuto tornarci e installare dei sistemi di sicurezza ma il solo pensiero di dormire nella stanza in cui lui è entrato e ha rovistato tra le mie cose... non ce l'ho fatta. Gli incontri vanno bene e lei mi sta aiutando molto, ma ci vorranno ancora un paio di sedute prima di tornare alla normalità.

In questi giorni ho sentito tanto vicino Ronan, la mia famiglia, Jack, Darla, Tim... si sono dimostrati tutti molto gentili e ho ricevuto persino dei biglietti da parte di Amy Latimer. Mi sono scusata tantissimo con lei per non aver partecipato personalmente alle riunioni di aggiornamento ma sto continuando a lavorare perché un bastardo psicopatico non mi impedirà di portare a termine l'evento più grande della mia carriera finora.

«Morgana, sei in camera?! Spencer e Anita sono arrivati!» esclama Ronan dalla cucina.

Liscio il mio bel pigiama del Re Leone che Alec e Chloe mi hanno regalato per il compleanno ed esco dal bagno. Raggiungo gli altri in cucina e sorrido quando noto Spencer correre nella mia direzione.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora