19.

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Percorro la breve distanza che ci separa e lo raggiungo. Con i tacchi gli arrivo sotto al mento e mi viene più semplice sentire il suo profumo mascolino. L'ultima volta non sono riuscita ad indentificarlo ma adesso credo di avere la risposta.

Mossa dal coraggio, avvicino la punta del naso alla sua gola, sfiorandola, e inspiro. Sento il suo corpo irrigidirsi ma lo ignoro. Mi avvicino al suo orecchio, piegando verso l'alto il capo e bisbiglio: «Hugo Boss. Infinite.»

«Come dici?» lo vedo deglutire.

«Agrumi e note legnose. Perfetto per te» ribatto, scostandomi con estrema lentezza.

Torno a guardarlo negli occhi e quello che ci leggo dentro mi destabilizza.

Lui mi vuole.

Mi desidera.

Ora che ne ho la certezza... si gioca sul serio.

«È il mio preferito» inclina la testa per poter ricambiare lo sguardo.

Sorrido lentamente e compio un altro passo indietro. «Ora è anche il mio.»

Il rumore di passi che si avvicinano ci fanno voltare entrambi verso le scale. Valerie e Dylan le stanno scendendo: lei continua a passarsi una mano tra i capelli e lui sta aggiustando la cintura dei pantaloni. I loro occhi si puntano nei nostri mentre un sorriso divertito mi dipinge le labbra.

«Stavo proprio venendo a cercarti, sai, per darti una mano. Ma poi ho capito che ci stava pensando tuo marito ad aiutarti. Che carino.»

Valerie arrossisce e Dylan le avvolge la vita con una mano. «Non c'è nessuno che la capisca meglio del sottoscritto, che vuoi farci?»

Getto la testa all'indietro mentre una profonda risata mi scuote il petto. È giunto il momento di fare una confessione: Dylan è sempre stato il mio preferito. Mi fa un sacco ridere e il suo senso dell'umorismo è fantastico. Riesce a fare delle battute anche quando non vuol far ridere nessuno e questo lo rende iconico.

«Sì, di questo me ne sono resa conto. Adesso ti senti meglio, Rie? Sei più rilassata?» punzecchio mia cugina.

«Piantala» mi punta un dito contro. «Piuttosto, vedrò di parlare con zia Delia per organizzarti un appuntamento con qualcuno. C'è bisogno che ti rilassi anche tu.»

La risata mi muore in gola mentre Dylan ghigna, soddisfatto di come ha appena risposto la moglie. Non posso guardare l'uomo dietro di me, ma vorrei tanto vedere la sua espressione.

«Visto che con il vigile del fuoco non è andata, potremmo provare con Cal, il mio collega» asserisce Dylan.

«Il fascino della divisa non delude mai» concorda Valerie. «Guarda questo qui» indica il marito con un dito.

«Ah, ecco dove vi eravate cacciati tutti! Non avete sgraffignato il buffet, spero» si avvicina Winter, le mani sui fianchi.

In effetti, ora che ci faccio caso, lancio un'occhiata alla cucina e noto ogni superficie disponibile colma di cibo.

«Nah, eravamo venuti ad aiutare. Giusto, Morgana?» domanda Ronan, cercando il mio sguardo.

«Ah, sì. E ho pure trovato Valerie» indico mia cugina. «Sana come un pesce. Le uniche lacrime che ha pianto sono state di gioia, te lo assicuro.»

Winter aggrotta la fronte, poi la rilassa e sogghigna. «Bene. Molto, molto bene. Allora, sporcacciona uno, vai a sederti» indica la bionda. «Sporcaccione due, aiuta gli spilungoni a portare il buffet fuori» si rivolge a Dylan.

«Mi hai appena dato della spilungona?» boccheggio, fingendomi oltraggiata mentre porto una mano al petto.

Winter annuisce superandoci per entrare in cucina. «Certo. Messi vicini siete dei giganti.»

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora