24.

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«Cosa ne pensi di questa tela?» gli chiedo prima di iniziare il nostro giro.

Non c'è verso che la conversazione di prima venga riaperta proprio con lui. Adesso deve solo ammirarmi e capire che avrebbe potuto avere tutto questo anche qualche anno prima, ma non si è mai accorto davvero di me e di conseguenza... punizione. Guardare ma non toccare.

Ronan osserva la tela dipinta di rosso e piega il capo. «Che avrei potuto dipingerla io e pagare il materiale dieci dollari massimo. Ma visto che siamo ad una mostra... suppongo voglia esprimere l'amore, il desiderio, la guerra? Non lo so, il colore è quello.»

Visti di spalle diamo l'impressione di ammirare un quadro profondo che ci ha colpiti particolarmente ma la verità è che non c'è davvero niente di artistico in tutto ciò.

«Io ho pensato a dodici dollari, però suppongo di sì, cioè che significhi tutto quello che hai detto.»

Ronan si volta nella mia direzione e accenna una piccola risata. «Quanto costa questo capolavoro?»

«Dodicimila dollari.»

Lui pare sorpreso. «E ti piace?»

«Carino. Sì» annuisco. «Continuiamo il giro?»

Ronan mi fa cenno di fargli strada e così iniziamo a commentare ogni quadro su cui posiamo gli occhi. È una conversazione leggera e ogni tanto, mentre pensa che non lo veda perché impegnata a spostare i capelli o qualche altra piccolezza del genere, mi lancia qualche sguardo. Forse è impressionato dal mio modo di spiegare le tele che osserviamo? Chi lo sa.

«Mi sembra piuttosto ovvio» indico il dipinto con una mano. «Ma sono curiosa di sapere cosa ne pensi.»

Ronan apre bocca, pronto a parlare, ma poi la richiude, come se ci stesse ripensando. «Voglio dire, mi sembra solo disperata. Sto ancora cercando capire se lui la sta uccidendo o risucchiando, ma lei è assolutamente disperata. Ne sono quasi certo al cento percento.»

Mordo il labbro inferiore per trattenere una risata e, ancora una volta, i suoi occhi finiscono lì. Suppongo che la mia tecnica stia funzionando. «Lo sai, nemmeno io sono molto brava in arte, ma credo proprio che lei stia avendo un orgasmo. Cioè lui la sta sovrastando perché... lo stanno facendo. La donna non è disperata, sta solo avendo l'orgasmo migliore della sua vita» spiego, cercando di mantenere un tono di voce piatto.

La verità è che vorrei scoppiare a ridergli in faccia per la faccia che ha appena fatto, ma non posso. Devo trattenermi.

«Stai scherzando?» torna a fissare il quadro e si fa più vicino. «Come fai a saperlo?»

Con l'indice indico il basso, diciamo il punto dove c'è una targhetta con su scritto titolo e autore.

«Grondante di piacere» legge ad alta voce. «Di Erotico» si volta nella mia direzione.

Annuisco e osservando la sua espressione non riesco più a trattenermi: una risatina rilascia le mie labbra ma porto subito una mano a coprirle. Non vorrei che la gente potesse pensare male di me che rido davanti a un'opera d'arte.

«Che dire? È molto originale il tizio. O la tizia. E tu non avevi idea di cosa rappresentasse il quadro, hai solo letto l'etichetta e ci sei arrivata per logica.»

Ancora una volta mi ritrovo ad annuire. «Bisogna guardarsi intorno tutto il tempo, signor Maxwell» porto alla bocca la flûte contenente l'ultimo sorso di champagne che abbiamo preso all'incirca tre opere fa.

La mia è l'ennesima frecciatina che lancio e lui non è di certo stupido, sa che con quest'ultima uscita mi riferisco chiaramente a lui.

«Me ne sono reso conto» copia la mia azione e beve.

𝐋𝐀𝐘𝐋𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora